prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

domenica 14 febbraio 2016

Sanremo 2016, la finalissima: vincono gli Stadio con “Un giorno mi dirai”

Finalissima di Sanremo 2016, il Sanremo dei nastri arcobaleno, della bellezza della Ghenea e del talento di Virginia Raffaele. E di Gabriel Garko, ahinoi. Si comincia con Francesco Gabbani, vincitore venerdì sera delle Nuove Proposte. La sua Amen fa ballare la Sala Stampa, ed è già una notizia. Ma la vita è fatta di alti e bassi, e arriva il temuto collegamento da New York con i tre ragazzotti de Il Volo, vincitori lo scorso anno (che evidentemente era il 1955). Ritardo causato dal satellite che peggiora l’effetto pessimo di una presenza inutile. Per fortuna si torna alla gara, con il big ripescato che è, a sorpresa, Irene Fornaciari. Fuori Bluvertigo, Neffa, Dear Jack e Zero Assoluto. Mah.
Si rientra dalla pausa pubblicitaria e non ci siamo ancora ripresi dal ripescaggio di Irene Fornaciari. Per la gioia di donne e pubblico arcobaleno (stasera protagonista anzicheno), ecco arrivare il fisico scultoreo di Roberto Bolle, che danza sulle note dei Queen a petto nudo. Parte la gara, e la montagna partorisce il topolino: la presenza di Fiorello, infatti, è solo in video per introdurre la prima big Francesca Michielin. Outfit elegante, esibizione convincente. Ci piacerebbe vederla nelle prime posizioni. Secondo campione: Alessio Bernabei. Dopo la scelta di lasciare i Dear Jack, i rischi erano tanti. Ebbene: lui è in finale, i Dear Jack sono stati eliminati. That’s all. Momento Raffaele, che stasera è semplicemente Virginia Raffaele. E scusate se è poco. L’attrice comica romana è la vera trionfatrice di questa edizione del Festival. E almeno su questo siamo d’accordo tutti. A presentare Clementino arriva il video di Salvatore Esposito, il Genny Savastano di Gomorra. Il rapper napoletano canta la sua “Quando sono lontano” con la solita intensità interpretativa. Momento Garko, stasera vestito da cameriere di un affollato e ricco matrimonio calabrese. Fortunatamente arriva la regina Patty Pravo, con trasparenze che non lasciano nulla al caso, presentata da Loredana Bertè dalle cascate del Niagara. Patty Pravo magnetica. E l’età la diciamo, anche se si tratta di una signora: sono 67 primavere, portate con un’eleganza conturbante.

Torna Roberto Bolle, stavolta in completo elegantissimo, a raccontare la sua esperienza di stella della danza mondiale e poi balla addirittura La Notte Vola di Lorella Cuccarini in compagnia di Virginia Raffaele. Ma c’è una gara da mandare avanti, e arriva Lorenzo Fragola, introdotto da Ficarra & Picone. L’ex vincitore di X Factor canta la sua Infinite volte e continua a essere un’incognita in vista della vittoria finale. Noemi arriva con la presentazione di J Ax e si esibisce nella sua bella “La borsa di una donna”: quest’anno la rossa cantante romana ha anche azzeccato gli outfit. E in passato non è sempre successo.

Il primo superospite è Cristina D’Avena, arrivata all’Ariston a furor di popolo. In Sala Stampa si canta come pazzi, in platea cantano tutti, dalla Maggioni alla Parodi: Occhi di gatto, I Puffi, Kiss me Licia. Ed è subito delirio anni ’80.

Elio e le Storie Tese arrivano vestiti da Kiss (trucco incluso) e vengono lanciati da un video di Mal. Contraddizione deliziosa. E partono i sette ritornelli di “Vincere l’odio”, da San Paolo a Topinambur, passando per Canzone Brutta. Un gioiello, applauditissimo in Sala Stampa.

Ma che sorpresa! Al Sanremo contiano arrivano Pieraccioni e Panariello. Ceccherini, purtroppo, no. Ovviamente mettono il povero Conti in mezzo: “Ormai non lo vediamo più. Per trovarlo si deve andare al solarium o a Sanremo!”. Siete amici? Ok, buon per voi: vedetevi a casa Conti. Grazie. Soprattutto se poi Panariello se ne esce con battute del genere: “Ho visto Elton John in formissima. Ha fatto un figlio e sembra che manco sia stato lui!”.
Si parla della reunion all’Arena di Verona del 5 settembre e i due dicono: “Se non vieni tu ci portiamo Matteo Renzi”. E Conti: “Lo avete interpellato?”. E Panariello: “E lui ci ha interpellati per diventare presidente del Consiglio?”. Che coraggio, che satira corrosiva. Poca roba, tanta noia.
Grazie al cielo si torna alla gara, con Arisa introdotta da Giusy Ferreri. Guardando il cielo è una canzone discreta, la sua voce splendida fa il resto. Qualcuno la vede ben piazzata, ma per le prime posizioni dovrà battere la concorrenza di tanti agguerriti colleghi.
Tocca agli Stadio (presentati da Carlo Verdone) con la loro emozionante Un giorno mi dirai. Se vincono la sfida “over” con Patty Pravo possono arrivare molto molto in alto. Decimo campione (abbiamo scollinato, siamo oltre la metà) è Annalisa, presentata da Francesco Renga. Al televoto potrebbe andare molto bene, ma per vincere forse non basta.
È il momento di Renato Zero, con un medley da sogno (La favola mia, Più su, Amico, Nei giardini che nessuno sa, Cercami, Il cielo, I migliori anni della nostra vita). Cantano tutti, all’Ariston e in Sala Stampa. E alla fine scatta, inevitabile, l’ovazione. Un’icona vivente della musica italiana. Poi arrivano Il Triangolo e Mi vendo, e il delirio è totale. In Sala Stampa si canta e si balla, e c’è chi fa partire anche il trenino.

Rocco Hunt (presentato da Vincenzo Salemme) continua il momento-delirio con la sua canzone (favoritissima per la vittoria finale) che fa ballare tutti. Poi tocca a Dolcenera, introdotta dai prossimi colleghi di The Voice Raffaella Carrà, Emis Killa e Max Pezzali. Mancano ancora quattro Campioni, poi verrà dato lo stop al televoto e si decideranno i tre che conquisteranno il podio (le cui posizioni verrano decise da un altro televoto). Enrico Ruggeri graffia in un giubbotto rosso di pelle che farebbe la sua figura anche su un ventenne alla moda. Il suo pezzo avrà successo nelle radio, perché funziona assai. Caccamo e Iurato, introdotti da Giuliano Sangiorgi, cantano il loro duetto dalla duplice faccia (prima parte elegante, poi molto sanremese). C’è chi li vede sul podio. Fabrizio Moro introduce Valerio Scanu, che canta Finalmente piove. E il vincitore di qualche Sanremo fa con “tutti i luoghi e tutti i laghi” prova a bissare. Sul web è amatissimo. Basterà? Ultima canzone in gara, la ripescata Blu di Irene Fornaciari, presentata da Serena Dandini. Testo toccante sul dramma dei migranti, ma non convince.
Televoto chiuso. I giochi sono fatti. Almeno per decidere chi salirà sul podio, visto che i tre più votati da giuria demoscopica, giuria di esperti e televoto si sfideranno in una finalissima a tre.
Arriva una classifica sorpredente: 4 Enrico Ruggeri 5 Lorenzo Fragola 6 Patty Pravo 7 Clementino 8 Noemi 9 Rocco Hunt 10 Arisa 11 Annalisa 12 Elio e le Storie Tese 13 Valerio Scanu 14 Alessio Bernabei 15 Dolcenera 16 Irene Fornaciari Sul podio, dunque, Stadio, Francesca Michielin e Giovanni Caccamo & Deborah Iurato. Nuovo televoto, poi il vincitore.
Cominciano le premiazioni. Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo: Amen di Francesco Gabbani. Premio “Giancarlo Bigazzi” per la miglior musica: Un giorno mi dirai degli Stadio Premio Sala Stampa radio-tv “Lucio Dalla”: Un giorno mi dirai degli Stadio Premio della Critica “Mia Martini” della Sala Stampa Roof Ariston: Cieli immensi di Patty Pravo. Ma le chiacchiere, le polemiche, le dirette-fiume sono arrivati al capolinea. C’è da annunciare il podio del 66° Festival della canzone italiana di Sanremo: terzo posto per Giovanni Caccamo & Deborah Iurato, secondo posto per Francesca Michielin, vincono gli Stadio con “Un giorno mi dirai”. A sorpresa, ma meritatamente.

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


cavalli

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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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SCUOLA PRINCIPE DI PIEMONTE

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euro 699.438,18

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE