prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

lunedì 9 gennaio 2017

 
« Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna » Gv 6,68











 
                    

Lunedì 09 Gennaio 2017

B. Eurosia Fabris in Barban, «mamma Rosa» (1866-1932)

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Beata Eurosia Fabris in Barban
"Mamma Rosa"
Terziaria Francescana

La data di culto per la Chiesa universale è l'8 gennaio, mentre la Diocesi di Vicenza la ricorda il 9 gennaio

E
urosia Fabris in Barban, dai più conosciuta come "Mamma Rosa", nasce a Quinto Vicentino, un comune agricolo a pochi chilometri da Vicenza, il 27 settembre 1866 da Luigi e Maria Fabris, contadini. Fu battezzata 3 giorni dopo la nascita; in casa tutti la chiamavano Rosina.

Nel 1870 la famiglia si trasferì a Marola, frazione del comune di Torri di Quartesolo (VI) dove Rosina vi rimarrà per tutta la vita. Frequentò solo le prime due classi elementari tra il 1872 e il 1874, dovendo aiutare i genitori nei lavori dei campi e la mamma nel disbrigo delle faccende domestiche. Le bastò, tuttavia, per imparare a scrivere e a leggere i testi sacri o di argomento religioso come il catechismo, la storia sacra, la Filotea, le Massime eterne di S. Alfonso Maria de' Liguori.
Oltre che nelle faccende domestiche, aiutava la mamma anche nel mestiere di sarta, nel quale Rosina diventerà poi maestra. Ricca di doti umane e religiose, sarà sempre attenta alle esigenze della sua famiglia.

A dodici anni ricevette la prima Comunione. Da quel giorno si accostò al sacramento eucaristico in ogni festa religiosa, non essendo ancora in quel tempo praticata la comunione quotidiana. Bisognerà attendere il famoso Decreto (De Quotidiana Ss. Eucharistiae Sumptione) di S. Pio X (Giuseppe Melchiorre Sarto, 1903-1914) del 20 dicembre 1905.
Iscritta all'Associazione delle Figlie di Maria nella parrocchia di Marola, fu assidua alle riunioni periodiche del gruppo, ne osservava lo statuto con diligenza. A infervorare la sua pietà mariana contribuì anche il vicino santuario della Madonna di Monte Berico, punto di riferimento per la sua devozione, poiché il santuario era visibile, alto sul colle, da Marola.
Oggetto delle sue devozioni furono lo Spirito Santo, il Presepio, il Crocifisso, il Tabernacolo, la SS. Vergine, le anime del Purgatorio. Fu apostola in famiglia, tra le amiche e in parrocchia, dove insegnava il catechismo alle fanciulle nonché alle giovani che frequentavano la sua casa, per apprendere l’arte del taglio e del cucito.
A 18 anni Rosina è una giovane seria, pia e laboriosa. Queste virtù e la sua avvenenza fisica non passano inosservate, procurandole diverse proposte di matrimonio, che lei mai prese in considerazione.
Nel 1885 fu colpita da un evento straziante: una giovane sposa, vicina di casa, Stella Pierina Fattori, moglie di Carlo Barban, morì lasciando tre figlie in tenerissima età, la prima delle quali morirà dopo breve tempo. Le altre due, Chiara Angela e Italia, contavano rispettivamente 20 e 4 mesi. Rosina ne fu profondamente commossa e per sei mesi, ogni mattina, si recava a curare quelle bimbe e a riordinare quella casa. Poi, seguendo il consiglio dei parenti e dello stesso parroco, dopo aver pregato intensamente, accettò di sposare Carlo, ben consapevole dei sacrifici che avrebbe incontrato. Lei considerò la cosa come volontà di Dio che la chiamava a una nuova missione. Il Parroco poi dirà: “Questo fu davvero un atto eroico di carità verso il prossimo”. 

Il matrimonio fu celebrato il 5 maggio 1886, e allietato da nove figli, ai quali vanno aggiunte le due bambine orfane e altri accolti in casa, tra i quali Mansueto Mazzucco, entrato poi nell’Ordine dei Frati Minori con il nome di fr. Giorgio. A tutte queste creature "Mamma Rosa", come fu chiamata dopo il matrimonio, donò affetto, premure, sacrifici e solida formazione cristiana. 
Nel triennio 1918-1921, tre dei suoi figli furono ordinati sacerdoti: due diocesani e uno francescano, P. Bernardino O.F.M.,  che sarà poi il suo primo biografo.
Una volta sposata, realizza, con massima fedeltà, i suoi programmi di vita coniugale: profonda comunione con il marito, del quale diviene consigliera e consolatrice; tenero amore per tutti i figli; capacità lavorativa al di fuori della norma; attenzione a farsi carico di ogni esigenza altrui; intensa vita di preghiera, amore a Dio, devozione all’Eucaristia e alla Vergine Maria.
Eurosia diviene per la famiglia un vero tesoro, la donna forte di cui parla la S. Scrittura. Seppe far quadrare il bilancio familiare, molto magro, pur esercitando un'intensa carità verso i poveri con i quali condivideva il pane quotidiano; carità e cura verso gli ammalati con assistenza continua e prolungata; fortezza eroica nel corso della malattia che condusse alla morte suo marito Carlo Barban, il 31 maggio 1930, dopo 44 anni di matrimonio.

Entrò a far parte del Terz’Ordine Francescano oggi OFS (Ordine Francescano Secolare), frequentandone le riunioni ma soprattutto vivendone lo spirito in povertà e letizia, nel lavoro e nella preghiera, nella delicata attenzione verso tutti, nella lode a Dio Creatore, fonte di ogni bene e di ogni nostra speranza.
La famiglia di "Mamma Rosa" fu davvero una piccola Chiesa domestica dove ella seppe educare i figli alla preghiera, all’obbedienza, al timore di Dio, al sacrificio, alla laboriosità e a tutte le virtù cristiane.
In questa missione di madre cristiana, "Mamma Rosa" si è sacrificata e consumata con un lento continuo logorio, giorno per giorno, come una lampada sull’altare della carità. 

Confidò al figlio, don Giuseppe, che il Signore le aveva rivelato il giorno della morte per il quale si preparò sempre più, intensificando la preghiera; il suo pensiero era sempre rivolto al paradiso. Nell’autunno del 1931 si manifestarono i primi dolori reumatici che invadevano le giunture delle mani e dei piedi; la predizione della sua morte si stava avverando. Il male progrediva estendendosi alle spalle e alle ginocchia fino a costringerla a letto. Non si lamentò mai dei dolori, anche se era palese che soffriva. Ai primi di gennaio del 1932 si manifestò una polmonite, il respiro si era fatto progressivamente affannoso, accompagnato da colpi di tosse sempre più frequenti.

Muore l’8 gennaio 1932. Aveva conservato, fino all’ultimo respiro, l’uso dei sensi: sapeva di morire e moriva per amore. Il processo canonico per la beatificazione e canonizzazione fu iniziato solo il 3 febbraio 1975 presso la curia vescovile di Padova. 
Fulgido modello di una santità vissuta nel quotidiano familiare, nonché mamma di figli sacerdoti e religiosi, animati dal suo esempio di cristiana autentica, Eurosia Fabris in Barban è stata beatificata il 6 novembre 2005.
A nome del Papa, fu incaricato di presiedere la celebrazione, tenutasi nella Cattedrale di Vicenza, la prima di questo genere voluta da Papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger, 2005-2013) "extra Urbem", ovvero fuori dalla città di Roma, il Card. José Saraiva Martìns, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.



Fonti principali: vatican.va; wikipedia.org (“RIV./gpm”).

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

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BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE