Pagine

Vendesi villino Baia Domizia, vendesi appartanento via De Gasperi Smcv

mercoledì 9 marzo 2011

PERCHE’ CHI HA STRAVOLTO LA NORMATIVA URBANISTICA UNITAMENTE A CHI NE HA BENEFICIATO NON DEVE PAGARE I DANNI ALLA COLLETTIVITA’?




Ho letto con attenzione il libro del Prof. Francesco FORTE “L’ideazione urbanistica, architettura e città, un programma ed un progetto, S. Maria C. V. nella Regione Campania”.
Il docente universitario incaricato di preparare il PUC di Santa Maria C. V., a pag.168 del medesimo libro ha affermato, in maniera inequivocabile, che nelle ZONE F “dovrebbe essere vietata l’edificazione”.
Ovviamente il Prof. Forte ha dovuto utilizzare il condizionale presente, in quanto su queste zone, nella città di S. Maria C.V. , hanno consentito di costruire edifici privati; chissà per quale motivo e chissà a vantaggio di chi.
Il Prof. Forte ha altresì chiarito che nel PRG adottato dal Comune di S. Maria C.V.negli anni “80 con delib. Consiliare 443 (tutt’oggi vigente) e definitivamente approvato il 22.10.83, era stata regolarmente considerata la obbligatoria destinazione a spazi pubblici, calibrati con le modalità sancite dal DM 1444/68, ribadite nella L.R. campana, per cui erano state previste zone di tipo F, cioè spazi pubblici destinati ad attrezzature d’interesse generale o integranti gli usi residenziali, articolate in sub zone.
Il Prof. Forte nel suo libro ha chiarito, inoltre, quella che è la specifica normativa urbanistica inerente le zone F, ovvero: nella città di S. Maria C. V. una volta decaduto il vincolo a destinazione pubblica del suolo (come in effetti è già accaduto), le zone F non hanno più la destinazione assunta attraverso il PRG, ma devono uniformarsi al disposto della L.R. n.17 del 20.03.1982, per cui se dette zone rientrano nel perimetro del centro abitato, su di esse “ E’ VIETATA OGNI EDIFICAZIONE” mentre se esterne al centro abitato dovevano essere considerate alla stregua di ZONE AGRICOLE.
E’ inutile quindi argomentare sulla differenza tra vincolo urbanistico di localizzazione di opere pubbliche e su quella di vincolo di destinazione a carattere conformativo della proprietà privata o, comunque, richiamarsi a sentenze ben diverse dalla realtà sammaritana. Fino alla noia, viene da chiedersi: “nella città di S. Maria C. V. perché hanno consentito di costruire sui terreni destinati a zone F, per quale motivo ed a vantaggio di chi?”
Perché chi ha sbagliato, con dolo o senza, come pure chi ne ha beneficiato non deve pagare gli ingenti danni alla collettività alla quale sono stati sottratti per sempre questi importantissimi spazi ?
Questa materia è intimamente legata a quella delle convenzioni urbanistiche, altra questione che si tende sempre ad affossare e che ha creato gravissimi danni all’assetto urbanistico ed agli interessi economici della città; si è arrivato a costruire su terreni che, invece, dovevano essere acquisiti al patrimonio pubblico perché, secondo il D.M. 1444/68 erano standards urbanistici da consegnare  alla collettività e non era possibile costruirvi.
E’ giunta l’ora di fare chiarezza su tutto quanto è accaduto in città.
Durante la consiliatura  di Giudicianni, ho chiesto molte volte la nomina di una commissione di indagine sulle zone F e sull’edilizia convenzionata , ma invano. I poteri forti e i rappresentanti di essi in seno al Consiglio Comunale non hanno permesso che si facesse chiarezza e che venisse tutelato l’interesse della collettività.
La Magistratura dovrebbe solo trarre , in maniera serena, le dovute conclusioni ed il Comune di Santa Maria, se applicasse la Legge, dovrebbe acquisire al suo patrimonio le opere realizzate abusivamente.
E’ inutile che si mandino articoli falsi  e con  firme false ai giornali elettronici e non o a blog per infangarmi o sminuire la mia azione di contrasto al malaffare o sicari per aggredirmi. La gente mi conosce, sa che non ho mai approfittato della mia posizione, ho sempre creduto nello sviluppo, nella modernità e nella buona amministrazione. A Santa Maria  prima ed a Casagiove ove oggi lavoro, ho sempre dato corso ai programmi dell’Amministrazione di cui sono dirigente, senza trarne alcun vantaggio personale , come possono testimoniare coloro che hanno realizzato “lecitamente”impianti produttivi che hanno arricchito l’economia cittadina ed hanno portato la città di Casagiove come esempio di buona amministrazione. Se non fosse così non potrei ergermi a censore, in spregio a tutti i tentativi di attaccarmi personalmente, contattando amministratori o cittadini di quella città, per sapere di me cose che nessuno potrà mai dire. 
Gaetano Rauso

Nessun commento:

Posta un commento