Il dramma
dei nostri giorni è il lavoro. La percentuale dei disoccupati, soprattutto tra
i giovani, ha raggiunto oramai un limite non più tollerabile da una società che
ha a cuore il futuro dei suoi giovani.
Una politica
attenta e sensibile deve impegnarsi strenuamente per dare loro delle risposte e
soprattutto delle speranze. Un primo passo concreto per creare le condizioni
favorevoli ad una crescita occupazionale nella nostra città è senz’altro il
rilancio industriale che non può avvenire senza la conservazione degli spazi in
cui praticare le attività manifatturiere; mi riferisco in concreto alla zona ex-
Tabacchificio e a quella della ex- Italtel.
La
conservazione di tali spazi non può prescindere da opportuni provvedimenti in
materia urbanistica che ne vincolino la destinazione d’uso sottraendoli così definitivamente
ad una speculazione che invece li vorrebbe cementificati a favore di una
edilizia pseudo residenziale di cui non se ne avverte il bisogno.
La tutela di
tali spazi è una delle azioni strategiche che l’ Ente Locale deve perseguire
senza indugi per praticare quell’azione di governo che, con termini moderni, si
definisce “Marketing Territoriale” ossia
rendere attrattivo il proprio territorio
ai fini di creare occasioni di lavoro.
L’apertura
del Casello autostradale rappresenta poi un’altra risorsa importante per Santa
Maria in quanto il suo livello logistico è certamente migliorato rispetto al
passato.
Allora
preservare gli spazi è condizione necessaria per creare le condizioni
favorevoli ad un rilancio industriale della nostra città.
Un inciso.
Il 19 ottobre prossimo per gli ex dipendenti della Finmek, già Italtel, scadrà
la Cassa Integrazione e il destino dell’ultimo residuo di occupati di quella
che fu la grande fabbrica sammaritana
sarà la mobilità e poi il licenziamento.
Ricordo, per
averci lavorato, che lo stabilimento sammaritano, oltre ad essere
all’avanguardia per le sue produzioni altamente tecnologiche era anche il più
importante Centro di Ricerca in Italia nel settore delle Telecomunicazioni
Private. Al suo interno vi lavoravano, tra
ingegneri e tecnici specializzati, più di 200 persone.
Questo
serbatoio di competenze scientifiche e tecnologiche, nel silenzio assente della
politica, è stato svuotato e adesso rischia di scomparire definitivamente.
Anche per i
dipendenti ex Italtel diventa importante, e per tale motivo si sono sempre
battuti, il mantenimento del sito che potrebbe ritornare ad offrire loro una
possibilità di occupazione magari attuando quell’ AdP ( Accordo di Programma per la reindustrializzazione
della provincia di Caserta) tra la Regione Campania e lo Stato, la cui dotazione
finanziaria ammonta a 100 milioni di euro e mai decollato.
P.Cicatiello

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