Nessuno disconosce che il rispetto per gli alleati è il
primo fondamento perché una coalizione di Governo possa funzionare. Ma perché
la richiesta di rispetto abbia un senso è che il rispetto sia reciproco. Il
sindaco è il nostro candidato; il candidato delle Associazioni!!! Nella fase di
ballottaggio le associazioni non sono state consultate per approvare la
possibile alleanza con l'avversario sconfitto che è entrato nella
maggioranza. Un’alleanza che è stata
accettata sul presupposto di quelle affermazioni proferite in quel giovedì che
precedette il ballottaggio. Quel giovedì i nuovi alleati si impegnarono a
ripulire il comune dal personale invischiato nelle oscure manovre denunciate
per quattro anni dalle Associazioni; in quel giovedì i nuovi alleati si
impegnarono a revocare, in autotutela, il permesso a costruire rilasciato per
la nove strutture autorizzate nell’ex Tabacchificio; in quel giovedì i nuovi
alleati si impegnarono a dare trasparenza all’azione amministrativa; in quel
giovedì i nuovi alleati si impegnarono a non caricare ulteriormente il territorio
con altro cemento; in quel giovedì i nuovi alleati si impegnarono a far restare
il Tribunale nel centro storico e valorizzare il patrimonio storico ed
architettonico della città; in quel giovedì i nuovi alleati si impegnarono a
preservare e valorizzare le aree industriali per cercare di portare lavoro
nella città ed a dare una speranza alla città; in quel giovedì i nuovi alleati
si impegnarono favorire le iniziative imprenditoriali sane e non finanziate dal
malaffare; in quel giovedì i nuovi alleati si impegnarono ad evitare gli
sprechi, a non rinnovare gli incarichi esterni ed a valorizzare le
professionalità interne.
L’operazione fu un evidente accordo per scongiurare la
vittoria di una coalizione in cui erano presenti le cosiddette “Mele Marce”; un
accordo stipulato tra persone che erano state candidate a sindaco in
contrapposizione, ma che in quel giovedì, avevano accettato di perseguire
obiettivi comuni ed in linea con il programma delle Associazioni, senza
disconoscere gli obiettivi sani contenuti nei programmi delle altre componenti.
Per tentare di capire dove si volesse arrivare, quali erano
le vere intenzioni di questa coalizione eterogenea che abbiamo voluto
contraddistinguere come civica, abbiamo atteso un anno. Durante questo primo
anno si sono verificati fatti che non consentono errori nel distinguere tra la
sostanza e l’apparenza. I fatti che stanno nella dichiarazione dell’avv.
Stellato nel Consiglio del 15 maggio da cui è emerso, inconfutabilmente, che
questa amministrazione è di centro sinistra e che il programma delle
Associazioni che io mi sono permesso di chiedere venga attuato, non va preso in
considerazione (qualunque cosa possano obiettare coloro che non vogliono
accettare questa inconfutabile realtà, vengano ad ascoltare le cassette che mi
sono fatto consegnare dal Segretario). Il sindaco, dopo un anno di
inconcludente amministrazione può accettare e continuare l’amministrazione
della città, oppure può non accettare e rimettere il mandato per ritornare alle
urne. Certo è difficile rinunciare ad una carica ambita, ad un potere a cui,
per coerenza, rinunciò quattro anni fa. Tra il dire e il fare, ci sono le
mutate condizioni, le mutate influenze psicologiche che hanno determinato il
suo rifiuto dei consiglipaterni e la volontà di non essere continuamente
infastidito da questo “grillo partante” che ricorda le promesse, le battaglie
fatte contro il malaffare, per il lavoro, per la difesa e valorizzazione del
territorio e per la trasparenza dell’azione amministrativa. Non c’è stato bisogno
di molto per riuscire a cooptare le nuove Mele Marce “i trenta denari fanno
sempre specie!!!” che trasformatesi in bravi soldatini, avallano le peggiori
nefandezze senza fiatare, compreso il mio allontanamento dalla maggioranza,
peraltro voluto dal sottoscritto con le argomentazioni già esposte.
Ma tante persone non hanno voluto abbandonare le
associazioni perché coscienti di aver preso un impegno con Popolo sammaritano.
Non sono finite le battaglie per rivendicare l’attuazione di un contratto
sottoscritto e che va onorato. Sono aumentate le comparsate giornalistiche per
mascherare un disagio innegabile ma, dopo le esternazioni di Stellato non si
hanno più dubbi sulla volontà dil’attuazione del programma politico delle
Associazioni. Da questo primo anno di governo si evidenzia la mancata
conoscenza della realtà sociale e politico-amministrativa della città,
l’abbandono dei disoccupati e nessun intervento
per le fasce sociali deboli, lo spreco del denaro pubblico attraverso il
rinnovo ed il conferimento di incarichi professionali, la mancanza di
trasparenza negli atti amministrativi, nessun intervento nel campo del lavoro
per incentivare gl’imprenditori ad investire nella nostra città, le strade
dissestate e quasi al buio, nessun intervento per rendere vivibile e riunire i
vari quartieri delle città coinvolgendole in manifestazione che si svolgono
solo al centro e senza una programmazione di per migliorarne la vivibilità,
come il promesso asilo nido. Risulta evidente che le scelte operate fino ad
oggi e l’abiura dal programma politico è finalizzato al proprio uso e consumo,
determinando, così, il pieno fallimento di un progetto, di un sogno e l’amara
constatazione che la Politica è una cosa seria che non trova ospitalità in
questa città e nel modo in cui la si amministra. Ma forse siamo ancora in
tempo. Basta che le coscienze si risveglino e che si ritorni ad essere
orgogliosi del nome che si porta, delle scelte sempre fatte e di essere cittadini sammaritani. Ci sono ancora
persone che possono garantire la vita di un’Amministrazione seria che dimostri
di perseguire gli interessi della città.
Gaetano Rauso

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