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domenica 20 maggio 2012

Giù le mani della città


Nessuno disconosce che il rispetto per gli alleati è il primo fondamento perché una coalizione di Governo possa funzionare. Ma perché la richiesta di rispetto abbia un senso è che il rispetto sia reciproco. Il sindaco è il nostro candidato; il candidato delle Associazioni!!! Nella fase di ballottaggio le associazioni non sono state consultate per approvare la possibile alleanza con l'avversario sconfitto che è entrato nella maggioranza.  Un’alleanza che è stata accettata sul presupposto di quelle affermazioni proferite in quel giovedì che precedette il ballottaggio. Quel giovedì i nuovi alleati si impegnarono a ripulire il comune dal personale invischiato nelle oscure manovre denunciate per quattro anni dalle Associazioni; in quel giovedì i nuovi alleati si impegnarono a revocare, in autotutela, il permesso a costruire rilasciato per la nove strutture autorizzate nell’ex Tabacchificio; in quel giovedì i nuovi alleati si impegnarono a dare trasparenza all’azione amministrativa; in quel giovedì i nuovi alleati si impegnarono a non caricare ulteriormente il territorio con altro cemento; in quel giovedì i nuovi alleati si impegnarono a far restare il Tribunale nel centro storico e valorizzare il patrimonio storico ed architettonico della città; in quel giovedì i nuovi alleati si impegnarono a preservare e valorizzare le aree industriali per cercare di portare lavoro nella città ed a dare una speranza alla città; in quel giovedì i nuovi alleati si impegnarono favorire le iniziative imprenditoriali sane e non finanziate dal malaffare; in quel giovedì i nuovi alleati si impegnarono ad evitare gli sprechi, a non rinnovare gli incarichi esterni ed a valorizzare le professionalità interne.
L’operazione fu un evidente accordo per scongiurare la vittoria di una coalizione in cui erano presenti le cosiddette “Mele Marce”; un accordo stipulato tra persone che erano state candidate a sindaco in contrapposizione, ma che in quel giovedì, avevano accettato di perseguire obiettivi comuni ed in linea con il programma delle Associazioni, senza disconoscere gli obiettivi sani contenuti nei programmi delle altre componenti.
Per tentare di capire dove si volesse arrivare, quali erano le vere intenzioni di questa coalizione eterogenea che abbiamo voluto contraddistinguere come civica, abbiamo atteso un anno. Durante questo primo anno si sono verificati fatti che non consentono errori nel distinguere tra la sostanza e l’apparenza. I fatti che stanno nella dichiarazione dell’avv. Stellato nel Consiglio del 15 maggio da cui è emerso, inconfutabilmente, che questa amministrazione è di centro sinistra e che il programma delle Associazioni che io mi sono permesso di chiedere venga attuato, non va preso in considerazione (qualunque cosa possano obiettare coloro che non vogliono accettare questa inconfutabile realtà, vengano ad ascoltare le cassette che mi sono fatto consegnare dal Segretario). Il sindaco, dopo un anno di inconcludente amministrazione può accettare e continuare l’amministrazione della città, oppure può non accettare e rimettere il mandato per ritornare alle urne. Certo è difficile rinunciare ad una carica ambita, ad un potere a cui, per coerenza, rinunciò quattro anni fa. Tra il dire e il fare, ci sono le mutate condizioni, le mutate influenze psicologiche che hanno determinato il suo rifiuto dei consiglipaterni e la volontà di non essere continuamente infastidito da questo “grillo partante” che ricorda le promesse, le battaglie fatte contro il malaffare, per il lavoro, per la difesa e valorizzazione del territorio e per la trasparenza dell’azione amministrativa. Non c’è stato bisogno di molto per riuscire a cooptare le nuove Mele Marce “i trenta denari fanno sempre specie!!!” che trasformatesi in bravi soldatini, avallano le peggiori nefandezze senza fiatare, compreso il mio allontanamento dalla maggioranza, peraltro voluto dal sottoscritto con le argomentazioni già esposte.
Ma tante persone non hanno voluto abbandonare le associazioni perché coscienti di aver preso un impegno con Popolo sammaritano. Non sono finite le battaglie per rivendicare l’attuazione di un contratto sottoscritto e che va onorato. Sono aumentate le comparsate giornalistiche per mascherare un disagio innegabile ma, dopo le esternazioni di Stellato non si hanno più dubbi sulla volontà dil’attuazione del programma politico delle Associazioni. Da questo primo anno di governo si evidenzia la mancata conoscenza della realtà sociale e politico-amministrativa della città, l’abbandono dei disoccupati e nessun intervento  per le fasce sociali deboli, lo spreco del denaro pubblico attraverso il rinnovo ed il conferimento di incarichi professionali, la mancanza di trasparenza negli atti amministrativi, nessun intervento nel campo del lavoro per incentivare gl’imprenditori ad investire nella nostra città, le strade dissestate e quasi al buio, nessun intervento per rendere vivibile e riunire i vari quartieri delle città coinvolgendole in manifestazione che si svolgono solo al centro e senza una programmazione di per migliorarne la vivibilità, come il promesso asilo nido. Risulta evidente che le scelte operate fino ad oggi e l’abiura dal programma politico è finalizzato al proprio uso e consumo, determinando, così, il pieno fallimento di un progetto, di un sogno e l’amara constatazione che la Politica è una cosa seria che non trova ospitalità in questa città e nel modo in cui la si amministra. Ma forse siamo ancora in tempo. Basta che le coscienze si risveglino e che si ritorni ad essere orgogliosi del nome che si porta, delle scelte sempre fatte  e di essere cittadini sammaritani. Ci sono ancora persone che possono garantire la vita di un’Amministrazione seria che dimostri di perseguire gli interessi della città.

Gaetano Rauso

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