A che serve la stesura di un
programma politico e la sua sottoscrizione? I cittadini stanno vivendo una delle
fasi più buie e catastrofiche della vita pubblica amministrativa, paragonabile
solo al sacco di Capua da parte del “Valentino”, in città viviamo un deserto di
democrazia. Provate a pensare perché il sindaco ha messo da parte il programma
politico, e perché oggi la maggioranza è composta da ventinove consiglieri su
trenta. Perché il PD nella nostra città non si preoccupa di attenuare la spesa
pubblica con idee di sinistra. Non è una novità ma in questo momento si sta
continuando quell’amministrazione iniziata con Iodice-Stellato e mai
interrotta, tanto da spingere l’attuale sindaco a sposare quella linea
politica. Perché tutti i 23 consiglieri comunali hanno sposato la stessa linea
politica, linea da accomunare il sindaco, il capogruppo della vecchia
maggioranza e il capogruppo del PDL. La spiegazione la possiamo trovare solo in
un patto di ferro che accomuna interessi variegati e dobbiamo dare la colpa di
tutto questo agli elettori che continuano a votare uomini che lavorano per il
particolare e non per la collettività. L’idea di avere tutti i consiglieri
comunali concordi per non avere contrasti e opposizione per non affrontare i
problemi reali della città e dei cittadini ma di certo sollevare questioni
evanescenti per andare ad occuparsi del proprio orticello. Spiegatemi perché in
città le imprese edili quasi il 90% passano per lo studio dell’arch.Nardiello
nel quale lavora l’architetto Scirocco, figlio del vicesindaco. Quale
trasparenza degli atti amministrativi possono attuarsi in queste condizioni? E
quale legalità dovremmo ottenere se altri giovani architetti sono penalizzati,
così le imprese che non si rivolgono allo studio Nardiello. Oramai in città
vige un gigantesco disordine politico, una pessima gestione della cosa pubblica,
una cultura morale e politica scadente in chi comanda e i cittadini non si
riconoscono in questo ritratto e a ragione. Bisogna che i cittadini siano vigili
e capiscano che non possono continuare a votare quelle persone che oggi hanno
creato un disordine politico con la creazione del patto di ferro. Noi non conosciamo gli accordi che regolano il
patto, però sappiamo che attraverso il patto si porterà il numero degli
abitanti a centomila persone, questo è stato sempre il sogno di Stellato.
L’altro è di creare le condizioni per ottenere i voti da tutti per occupare un
posto al senato, oppure alla camera, altro desiderio di Stellato. Per ottenere
tutto questo occorre dare un vantaggio anche alle altri parti del patto. Allora
tutto spiega perché De Rosa è tornato, perché Sorà, Di Tommaso,Biondi non sono
stati mandati via, essi rappresentano le altre parti del patto, per non
figurare in prima persona. Allo stesso tempo i cittadini pagano un milione di
euro all’anno per pagare i contratti extra a questi signori. E’ necessario osservare
che per il funzionamento della macchina politica occorrono quantità enormi di
soldi e questi possono venire solo da tre operazioni precise: la prima l’ex
tabacchificio che dove avverà la costruzione di 480 alloggi, la seconda è la ex
Italtel dove saranno costruiti altri tremila alloggi, la terza è il rione Sant’Andrea
dove saranno lottizzati tutti i terreni appartenenti o comunque rientranti
nella sfera di qualche consigliere comunale. Allora otteniamo anche la
spiegazione del perché Biondi è ancora al suo posto perché dietro di lui è
pronta tutta l’organizzazione per sviluppare gli alloggi nell’ex fabbrica e nel
rione Sant’Andrea. Nel patto sono certamente rientrati i capannoni in località
Grattapulci dove si spenderà un milione di euro all’anno per arricchire un
imprenditore chiacchierato. Tutto questo poteva essere evitato, bastava
sistemare la caserma Mario Fiore, l’istituto Carissimi, l’ex commissariato,
l’ex carcere Angiulli, l’ex mulino Buffolano, l’ex cinema Politeama, avremmo
potuto costruire altri dieci tribunali. Si potevano valorizzare i dirigenti già
esistenti e spendere i soldi per illuminare le strada, costruire fogne, creare
strutture ricettive per il turismo. Tutto questo non è stato fatto e non si è
voluto fare, perché bisogna sacrificare la trasparenza e la legalità per
ottenere un posto a Roma, senza capire che in questo modo il comune si avvia
alla bancarotta e non ci sono più soldi per il sociale, per i dipendenti, per
le strutture pubbliche. I cittadini dovranno capire di non votare quelli del
patto e le istituzioni devono controllare all’interno del patto che altro c’è.
Il
portavoce della Associazioni
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