Martedì 22 gennaio
IL SABATO E’ STATO
FATTO PER L’UOMO E NON L'UOMO PER IL SABATO ".
S. Vincenzo m.
Prima lettura Eb 6,
10-20
Fratelli, Dio non è ingiusto tanto da dimenticare il vostro
lavoro e la carità
che avete dimostrato verso il suo nome, con i servizi che
avete reso e che
tuttora rendete ai santi. Desideriamo soltanto che ciascuno
di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua speranza abbia compimento sino
alla fine, perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro che,
con la fede e la costanza, divengono eredi delle promesse.
Quando infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo
giurare per uno superiore a sé, giurò per se stesso dicendo: «Ti benedirò con
ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza». Così Abramo,
con la sua costanza, ottenne ciò che gli era stato promesso. Gli uomini infatti
giurano per qualcuno maggiore di loro, e per loro il giuramento è una garanzia
che pone fine a ogni controversia.
Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi
della promessa l'irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento,
affinchè, grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio
mentisca, noi, che abbiamo cercato rifugio in lui, abbiamo un forte
incoraggiamento ad afferrarci saldamente alla speranza che ci è proposta. In
essa infatti abbiamo come un' àncora sicura e salda per la nostra vita: essa
entra fino al di là del velo del santuario, dove Gesù è entrato come precursore
per noi, divenuto sommo sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchìsedek.
LA LETTURA E IL VANGELO
Salmo 110: Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.
Dal Vangelo secondo Marco 2,23-28
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di
sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto
quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni
ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò
i pani dell'offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede
anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non
l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato».
LA NOTA ESEGETICA
La giustapposizione dei detti sull'uomo/Figlio dell'uomo dà
all'insieme un crescendo cristologico e basa la prassi
cristiana rispetto al sabato sull'autorità di Gesù.
Se l'accusa dei farisei è fondata (infatti, la mietitura non
è lecita il sabato: Es 34,21), prendendo spunto dall'esperienza di Davide (1
Sam 21,1-6), tanto più Gesù può affermare che "il sabato è stato fatto per
l'uomo...": vera liberazione!
IL COMMENTO SPIRITUALE
1 contemporanei di Gesù erano tardi di cuore e pronti al
giudizio, confusi dal coni-portamento dei discepoli, che spigolavano di sabato,
per provvedere al loro sostentamento.
In effetti i farisei, che registravano le trasgressioni di
Gesù per raccogliere le prove e farlo morire, non erano in grado di capire. 11
loro animo non era pronto o aperto ai suoi insegnamenti e alla sua
testimonianza, mentre, ancora una volta, il Cristo riafferma la centralità
dell'uomo e non della legge o delle regole. Ancora si fa vicino agli uomini.
Doveva essere questa una vera rivoluzione per i tempi. Forse
possiamo capire I suoi contemporanei, comprendere reazioni e dubbi, sospetto e
smarrimento, ricerca di conferme... Ma non possiamo che compatire la loro
cecità. Noi invece abbiamo l'intera testimonianza, abbiamo l'esatta dimensione
della libertà che Dio ci ha dato di sceglierlo in ogni momento, di mettere al
centro delle nostre scelte lui e coloro che ci ha messo accanto. E abbiamo
anche molti testimoni che illuminano il nostro percorso. Eppure continuiamo a
essere ciechi e sordi.
L'ESPERIENZA
La sezione B
Sofia, la nostra seconda figlia, ha iniziato le elementari
nella sezione A, ma dopo qualche tempo mi dice che preferirebbe andare nella
sezione B.
Un giorno la sua maestra convoca tutti i genitori e veniamo
a sapere le differenze che esistono fra le due sezioni, con forti privilegi
nella prima. Provo dispiacere per le ingiustizie e, a fine riunione, chiedo
alla maestra delucidazioni. Prima di iniziare il discorso, lei mi racconta
quanto Sofia si prodighi per i bambini della B, tutti portatori di handicap
motori.
Con dolore costato il mio egoismo e
comprendo che io per prima avrei dovuto mettere in luce
questi bambini come un vero dono per la società. Rispondo alla maestra che la
sezione B è "la perla" della scuola e che sono felice che mia fi-
glia cresca con quei compagni.
Mesi più tardi l'insegnante mi confida che le mie parole
hanno risvegliato in lei il significato del suo lavoro e che davanti al grave
conflitto di accettare o no bambini portatori di handicap, li ha difesi con
convinzione, sostenendo che sono "le perle" della scuola.
S.G. — Argentina
IL TESTIMONE
Audrey Hepburn
«Mia madre si definiva una persona molto spirituale. Benché
non sia stata mai un'ardente seguace di una precisa dottrina religiosa, non
perse mai la sua fede nella potenza dell'amore, nella bontà della vita.
Credeva che l'amore fosse in grado di curare, aggiustare, ricucire e portare
tutto a un lieto fine». Così il figlio Sean ricorda l'incantevole interprete
di Vacanze romane e altri film di successo, icona di una femminilità delicata
e sbarazzina, ben diversa da quella sexy di altre star. Lei stessa non si
riteneva una star, ma una attrice fortunata, che dove‑
va molto ai soggetti e ai registi e colleghi con i quali
aveva lavorato. Estranea ai pettegolezzi e agli eccessi così frequenti nel
mondo dello spettacolo, era una donna semplice, che i complimenti mettevano in
imbarazzo. Per dedicarsi alla famiglia si ritirò dal cinema all'apice di una
folgorante carriera e nell'ultima parte della sua vita (è morta nel 1993)
percorse senza risparmiarsi, quale ambasciatrice dell'Unicef, i campi profughi
del mondo per attirare l'attenzione internazionale sulla tragedia di milioni di
piccole vittime della miseria o della guerra.
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