Sempre dal volume "Elisi mai attinti" della nostra Anita Papa pubblichiamo

Li’, DOVE
TU GIACI
(in morte di mio padre)
Tu stai aspettando ancora che io da te mi rechi
e ragione ne hai tanta,
o amabil padre mio
ma prima il tuo malanno e poi la tua scomparsa
son capitati funesti e repentini proprio d'inverno:
la stagione a me
da sempre ostile ..
e non credere
che io a ciò non pensi! .. . ma chi più di te
può darmene ragione?! .. .
da Lassù — dove vivi beato —tu però ogni cosa "noti e
vedi,
quaggiù invece sono tutti ciechi ... -
E se poi — buono qual fosti —
riposando ove sei incenerito tu
ora mi perdoni
(come ieri e così oltre),
mai in modo blando
potrò farlo io col cuor mio,
ma scagliarmi — questo sì che lo dovrò —
contro quel destino
immane che fanciulla e donna
malaticcia sempre mi volle ed ora — tu ben lo sai!
—
cagionevole ancor sono... —
« Quello di allora » fu
'male immenso. il mio
e tutto quanto di bello
all'intelletto e al cuore
in sapienza e volontà
alla luce mi fu dato,
« in pianto acerbo ai miei cari libri »
poi dal perfido fato fu negato
e proprio per questo, ahimé!,
oggi mi costa stentar tanto ... —
Ah!, se studiar avessi io potuto,
agli altri mai nulla avrei dovuto .. .
e così in questo momento quasi
il viver di allora ora mi resta,
ma nella bara tanto agognata la morte ancora non mi pressa.
—(Ahimé!,
non quella voluta da noi mortali,
ma ben altra è la data di ciascuno. —)
Insieme poi si pensava
di ricostruire al più presto
quanto il sisma
aveva fatto franare
e tutto il resto.
E mi ricordo di te
che nella notte ferale
del ventitrè novembre
(atterriti entrambi
nel cuore e nella mente!)
rincasando pavidi all'alba ..
subito tu lo sguardi sollevasti e allibito le immense fese
vedesti della scala. –
Pochi secondi ancora di tellurico tremore
e lo stabile intero tosto sarebbe crollato ed insieme ad
esso
« stretti come in vita » dolce sarebbe stato da sassi e
polvere essere seppelliti. —
Ma se così fosse stato,
lì, dove tu giaci, adesso ci sarei anch'io così ora da sola
non dovrei affatto pensare a rifare scala e casa mia. E chissà quante volte,
calcolando i danni, mesto a me dicesti: «
Meglio la morte
che un tal disastro! ». Ed essa, come tu tanto
avevi desiderato,
l'otto gennaio dell'ottantadue
— ahimé! — ti ha accontentato: te, ma non me,
perché sull'ostile terra
nessun sorriso ha lasciato. —
Così ora quaggiù son sola,
piena di crucci e desolata! —
Scriveva di Anita il famoso critico Cinese YU TA- IU CHOU
Se la fonte di ogni poesia è il sentimento profondo dell’inesprimibile,
i versi di "ELISI MAI ATTINTI", per la musicalità spontanea del loro
tono, riescono a regalare all’animo la voce dei pensieri, dei dolori, dei
desideri, reali ed inespressivi, che ogni essere umano custodisce nella teca
del cuore. Come tale, i versi inediti di questa nuova raccolta non hanno
bisogno di commenti se si considerano l'animo e la mente che li ha generati.
Di Anita Papa, in più, si può dire forse che la Sua voce è
lì, sì, subito così profonda, la musicalità così ricca ed insieme così segreta,
che le immagini-simboli, le ali allegorie, vengono da più lontano e vanno più
lontano...
Poichè la scintilla primigenia della POESIA scorrevain LEI,
già distillata dai cromosomi di quella Casta di Donne, dove i fuochi del
Vesuvio fanno di ogni figlia partenopea un'appassionata poetessa, non si può
essere che "DONNA” e
"PARTENOPEA", dove la parola si tende, materializzandoi in immagini
di colori, le luci, i suoni dell'Universo, costringendoci nel breve, ma immenso
cerchio del Suo orizzonte.
E’ dunque, facile capire come, la musicalità esteriore,non
sia altro che l'eco di quella sottile musica interiore del paesaggio che si
porta dentro con nostalgia da esule, per estenderla, senza circoscriverla,
depurandola, anzi, ai grandi orizzonti dei paesaggi dell'animo.
YU
TA - ÍU CHOU - CINA ( (Traduzione di LIN CHIEN- LU)
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