Il
Teatro Garibaldi, inaugurato nel lontano 1896, è un attestato straordinario di
un'epoca incantata per Santa Maria Capua Vetere, testimonianza preziosa della
cultura tardo ottocentesca dell’ Altera Roma che si evidenzia in un’architettura,
di stile tardo-neoclassico, realizzata in modo armonico e gradualmente
differente. Un teatro lirico talmente bello da guadagnarsi la definizione
di “Piccolo San Carlo”.
Risulta
impensabile l’attuale fallace gestione del teatro cittadino. Concedere la struttura
ad Associazioni e/o a compagnie teatrali locali non è sufficiente a ridare il
suo antico splendore al fiore all’ occhiello della città. Risulta necessaria una
gestione seria e responsabile, di alto profilo, con requisiti professionali
degni nota e una programmazione di alto livello artistico e culturale, in grado
di riportarlo alle perdute stagioni liriche. Occorre farlo cornice della grande
prosa, del teatro di ricerca, dei monologhi d’autore, degli spettacoli di danza
e musica, classica e contemporanea, ma soprattutto cornice di regie importanti,
di interpreti di consolidate esperienze teatrali e giovani talenti della nuova
drammaturgia, per un calendario ricco in grado di riappassionare gli
spettatori.
Quest’ anno il
Comune di Santa Maria Capua Vetere riconoscerà un contributo economico pari a
40.000 euro erogato, previa dettagliata rendicontazione delle spese sostenute,
attingendo due somme pari a 20.000 dal bilancio 2013 e dal capitolo del
bilancio di previsione 2014. Dopo questo notevole contributo, ci auguriamo che spese
varie ed eventuali, servizi di botteghino e hostess siano a carico del Teatro
Pubblico Campano affinché si ridia un nuovo slancio alla vita teatrale
sammaritana mantenendo, realmente, bassi i costi dei biglietti d’ingresso e
quindi facilmente accessibili per l’utenza,
Le
istituzioni devono avvicinarsi di più al mondo del teatro, credere nella sua
forza espressiva, educativa e culturale, investendo in questo straordinario
mondo. La gestualità corporea in uno spazio con fini artistici ed illustrativi
unitamente all’ immensa opportunità di ritrovare nel ruolo, nel personaggio sé stessi
e scoprire le proprie risorse, in una continua esplorazione dell’ io, dei
propri limiti, rendono il teatro stesso
un momento di incredibile ed insostituibile crescita culturale, individuale e
sociale.

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