prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

mercoledì 27 gennaio 2016

Sant’Angela Merici Vergine, fondatrice


Angela Merici nasce il 21 marzo 1474 a Desenzano, piccola città sulla costa S-O del lago di Garda, in Lombardia nel territorio dell’allora Repubblica di Venezia, da Giovanni e Caterina dei Biancosi, famiglia della piccola nobiltà rurale proprietaria di alcuni terreni.

Rimane orfana all’età di dieci anni e insieme con l’ultima sorella si trasferisce presso i ricchi zii materni nella vicina città di Salò; qui avrebbe la possibilità di godere una vita agiata, ma preferisce dedicarsi alla preghiera, al lavoro domestico, alla penitenza.
Quando sua sorella, alla quale era affezionatissima, morì improvvisamente senza aver ricevuto gli ultimi sacramenti, la giovane Angela ne fu molto angosciata. Divenne terziaria francescana e accrebbe enormemente le sue preghiere e mortificazioni per la pace dell’anima di sua sorella, di cui pregò Dio di rivelarne la condizione; secondo la leggenda devozionale fu soddisfatta da una visione nella quale sua sorella era in compagnia degli angeli in Paradiso.

Presso il convento dei frati cappuccini vive un’esistenza radicalmente evangelica e riceve frequentemente l’Eucaristia, centro della sua vita. Porta una tunica di bigello e il velo bianco; la gente incomincia a chiamarla “Sur Angola”.
Ritorna a Desenzano nel 1497 circa e vi rimane fino al 1516, vivendo la vita normale delle giovani donne del paese, mantenendosi con il lavoro nel podere e nella vigna, dedicandosi soprattutto alla preghiera e alla penitenza, secondo la regola delle Terziarie.

Un’altra leggenda narra che un giorno, mentre si trova nei campi al Brudazzo di Desenzano per la mietitura, appartata a pregare nel momento della siesta, contempla, in una visione, una meravigliosa processione di angeli e di vergini che scendono dal cielo  su una scala suonando e cantando; una voce le trasmette un messaggio divino: istituirà una compagnia di vergini. Il tempo e le modalità della fondazione sarebbero rimasti a lungo nel segreto di Dio; trascorreranno infatti almeno 40 anni prima che Angela passi all’attuazione del disegno divino.

Nel 1516 si trasferisce a Brescia per sempre, su richiesta dei suoi superiori francescani, per consolare la nobile Caterina Patengola del dolore di aver perso marito e tre figli in breve tempo. Terminata la sua missione, l’anno seguente va ad abitare nella casa di un giovane mercante amico dei Patengola, Antonio Romano, dove rimane fino al 1529, probabilmente come guida spirituale al padrone e alla servitù, ma anche di molte persone che vanno a farle visita per avere consigli e conforto. Ricorrono a lei persino teologi e predicatori attratti dalla fama della sua sapienza. A lei si legano in un primo cenacolo spirituale, oltre ad Antonio Romano, anche Girolamo Patengola, nipote di Caterina e uno dei fondatori dell’Ospedale degli Incurabili, Agostino Gallo, Girolamo Chizzola, fondatore delle Accademie di Rezzato e di Brescia e ambasciatore della Serenissima presso l’imperatore Carlo V,  il pittore Moretto ed altri personaggi di spicco nella società bresciana.

È in questo periodo bresciano che Angela pratica diversi pellegrinaggi, sulla scia di molti santi del medioevo, tra i quali S. Orsola di cui è devotissima fin dalla fanciullezza: nel 1520 va a Mantova per visitare Osanna Andreasi (terziaria domenicana).
Secondo un'altra leggenda devozionale, nel 1524, mentre faceva un pellegrinaggio in Terra Santa, divenne improvvisamente cieca mentre era sull’isola di Creta, ma continuò il suo viaggio sui luoghi santi e guarì al suo ritorno mentre stava pregando davanti ad un crocifisso nello stesso posto dove era stata colpita dalla cecità poche settimane prima.

Quando, nell’anno del Giubileo 1525, era venuta a Roma per ottenere l’indulgenza, Pp Clemente VII (Giulio de' Medici, 1523-1534), che aveva sentito parlare di lei e del suo successo come insegnante religiosa di giovani ragazze, la invitò a restare a Roma; ma Angela, che scansava la pubblicità, ritornò a Brescia.Muzio.

Nel 1529 si rifugia a Cremona con la famiglia dell’agronomo bresciano Agostino Gallo per sfuggire alle milizie di Carlo V; si ammala gravemente, ma poi guarisce miracolosamente e riprende la sua missione di guida spirituale delle persone di ogni ceto: signori come il duca Francesco Sforza esule a Cremona con la sua corte, religiosi, gente comune desiderosa di consiglio, conforto, conversione.

Nel 1530 Angela ritorna a Brescia, prima presso la famiglia Gallo e poi a S. Afra con Barbara Fontana; nel 1532 fa un secondo pellegrinaggio a Varallo, probabilmente per chiedere luce e forza nel rispondere alla chiamata ricevuta in giovinezza: fondare una compagnia di vergini. In questo periodo pensa e detta a Gabriele Cozzano la Regola della “Compagnia di S. Orsola”, che ha inizio ufficialmente il 25 novembre 1535 con le prime 28 ragazze. L’8 agosto 1536 giunge l’approvazione della Regola da parte del Vicario generale di Brescia mons. Lorenzo Muzio.
Il 18 marzo 1537, nel primo Capitolo della Compagnia Suor Angela viene eletta “Superiora e Madre Generale” a vita.

Nel 1539 cade malata e non si riprenderà più. In questo periodo detta al Cozzano i “Ricordi” e il “Testamento”, due brevi ma preziosi testi ricchi di spiritualità, caratterizzati dalla pedagogia dell’amore.
Il 27 gennaio 1540 Angela muore a Brescia, quando la Compagnia contava circa 150 figlie, presso la chiesa di S. Afra, dove il suo corpo mortale è ancora oggi custodito e venerato. 

Angela Merici fu beatificata da Pp Clemente XIII (Carlo Rezzonico, 1758-1769), il 30 aprile 1768, e canonizzata, il 24 maggio 1807, da Pp Pio VII (Barnaba Chiaramonti, 1800-1823) nella Basilica di S. Pietro.

S. Angela Merici èPatrona di Desenzano del Garda dal 1962.

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

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TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

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