La Costituzione spagnola entra in vigore
venerdì 29 dicembre 1978 (41 anni fa)
Dopo trentasei anni di dittatura franchista e di clima repressivo contro ogni forma di opposizione, nel 1975 la Spagna si trova sempre più isolata dalla comunità internazionale e nel pieno di una grave crisi energetica. Alla morte del generale Franco, il re Juan Carlos I di Borbone si trova a governare una fase politica complessa, che sarà ricordata come Transizione spagnola.
Urgono profonde riforme istituzionali in senso democratico, ma la conferma del franchista Arias Navarro, come primo ministro, risulta un deterrente per qualsiasi tentativo di dialogo tra le varie forze rappresentate in parlamento. La situazione cambia con l'esonero di Navarro al quale subentra Adolfo Suàrez (esponente dell’Unione di Centro Democratico), che d’accordo con gli altri partiti promuove il referendum sulla legge di riforma politica.
Il risultato positivo della consultazione ha come effetto immediato l’indizione delle prime elezioni democratiche e come conseguenza successiva l'avvio della discussione sulla Costituzione. Sette i deputati della sottocommissione incaricata dal Congreso de los Diputados di redigere il testo, successivamente approvato dalla Commissione Costitucionale del Senado e dall'assemblea in seduta plenaria.
Sottoposta a un referendum popolare confermativo, la Costituzione viene promulgata dal Re il 26 dicembre 1978 e tre giorni dopo entra ufficialmente in vigore in seguito alla pubblicazione nel BOE (Bollettino Ufficiale Spagnolo). La Costituzione spagnola, tuttora fonte del diritto suprema nell'ordinamento giuridico spagnolo, in linea con le costituzioni moderne si presenta strutturata in due parti: la parte dogmatica e la parte organica.
L'introduzione è affidata al Preambolo, curato dal sociologo e giurista Enrique Tierno Galván. Tra gli impegni della Nazione qui riportati: «consolidare uno Stato di Diritto che assicuri la supremazia della legge come espressione della volontà popolare»; «proteggere tutti gli spagnoli e i popoli di Spagna nell'esercizio dei diritti umani, la loro cultura e le loro tradizioni, lingue e istituzioni»; «promuovere il progresso della cultura e dell'economia per assicurare a tutti una degna qualità di vita».
Nella parte dogmatica sono elencati i principali diritti costituzionali dei cittadini spagnoli, seguiti dai tratti identitari dello Stato. In particolare, si riconosce il diritto all'autonomia delle nazionalità e delle regioni che integrano la nazione spagnola; l'ambiguità del testo tuttavia darà vita a interpretazioni contrastanti rallentando la concessione dell'autonomia e il trasferimento delle competenze.
Nella parte organica si delinea la struttura dello Stato, ispirata al modello tripartito di divisione dei poteri di Montesquieu (Potere esecutivo, Potere legislativo e Potere giudiziario) e permeata da un'ideologia liberale. L'assetto statale è quello di una monarchia costituzionale, con un Re dai poteri limitati e indicati dalla Costituzione. La sovranità popolare si esprime attraverso i rappresentanti eletti in Parlamento, quest'ultimo suddiviso in Congreso de los Diputados (la camera bassa) e Senado (camera alta).
Una copia della Costituzione del ’78 è esposta nella sede del Congreso de los Diputados.
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