La
violenza di genere è, una questione culturale ed educativa, legata
principalmente ad un distorto concetto dell’amore e della proprietà. Una
brutale prevaricazione, manifestata attraverso atteggiamenti reiteratamente
violenti e possessivi, basata su una inaccettabile visione proprietaria della
donna e degli affetti. E' il predominio del maschio. Il potere virile si è sempre affermato con la
forza fisica. E la ribellione va punita. La lezione deve servire a mantenere la
donna assoggettata. Si registra un escalation di violenza esercitata
sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di
matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione. Annientarne
l’identità, attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, diventa l’imperativo.
Da simili episodi si evidenzia la dilagante incapacità di amare senza
trasformare in oggetto chi si ama. Un fenomeno trasversale che
interessa ogni strato sociale, economico e culturale. I luoghi più
pericolosi per le donne sono la casa e gli ambienti familiari. Le violenze
sono perpetrate da persone con le quali esiste una relazione di intimità. Un
fenomeno esteso, anche se ancora sommerso e per questo sottostimato. C'è bisogno di snidare la cultura della prevaricazione ed inculcare quella del rispetto.
Una
donna che subisce soprusi avrebbe tanto da dire, ma spesso sceglie il silenzio.
Un silenzio assordante, più rumoroso della parola. L’ incapacità di ammettere
la gravità della situazione, la paura, la dipendenza economica, la mancanza di
alloggio, la riprovazione sociale sono fattori che rendono difficile denunciare
il proprio disagio e la vittima vive con un profondo senso di colpa e
inadeguatezza. Un problema di salute pubblica che incide gravemente
sul benessere fisico e psicologico delle vittime. La maggior parte
degli episodi di violenza sono premeditati. Ogni volta si agisce
per l’emergenza, per il problema che ha maggiore
visibilità mediatica. L’utilizzo stesso del termine emergenza nega il carattere
drammaticamente strutturale, "ordinario", di brutale quotidianità. Dati
allarmanti evidenziano soprusi, prevaricazioni e abusi quotidiani.
In
una clima simile non si può non accogliere con entusiasmo lo sportello
specialistico antiviolenza “Codice Rosa”, attivo da tre mesi presso il Presidio
Ospedaliero Pineta Grande di Castel Volturno e all’interno del Pronto Soccorso
dell’Ospedale G. Moscati di Aversa. Un servizio previsto tra le azioni del
progetto IARA (Interventi di ampliamento della rete antiviolenza), finanziato
dalla presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari Opportunità,
finalizzato a trattare tempestivamente ed efficacemente i casi di violenza,
attraverso interventi integrati di sostegno in parallelo al triage del pronto
soccorso. Il servizio offerto dal Presidio Ospedaliero Pineta Grande ha fatto registrare dati preoccupanti, in tre mesi di
attività sono stati registrati più di 100 casi di violenza.
La
pedagogia delle differenze e l’educazione di genere sono il terreno su cui si
gioca una nuova civiltà delle relazioni nella vita quotidiana. Occorrere una
sostanziale evoluzione culturale, che scardini il modello dominante di donna
decorativa e muta, costituita da interventi culturali volti al riconoscimento
della violenza, alla sensibilizzazione e al contrasto degli stereotipi. I germi
del rancore e della violenza si annidano nello scarto tra gli stereotipi e la
carenza di strumenti culturali per elaborare la realtà quotidiana. Ma
accanto ad interventi culturali necessitano interventi sociali mirati, come
l’attivazione di linee telefoniche dedicate, l’apertura di sportelli di ascolto e di denuncia,
presidi antiviolenza nei vari ambiti territoriali, l’assistenza erogata
attraverso personale altamente specializzato, risultano risolutivi nella
prevenzione e nell’arginazione degli abusi. L’apertura di questo sportello, in
un territorio così emblematico com'è Castel Volturno, simbolo della violenza e dei soprusi, è un inno
di speranza, un’ ancora di salvezza, un meraviglioso presidio di legalità
nonché esempio di un’ economia sociale ancora possibile.





