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martedì 15 dicembre 2015
Santa Virginia Centurione
Virginia Centurione vedova Bracelli nasce il 2 aprile 1587, a Genova, da Giorgio Centurione, doge della Repubblica nel biennio 1621-1622, e da Lelia Spinola, ambedue discendenti da famiglie di antica nobiltà. Battezzata due giorni dopo, ebbe la prima formazione religiosa e letteraria dalla madre e da un precettore domestico.
Pur manifestando fin dalla fanciullezza l’inclinazione per la vita claustrale, dovette accettare la decisione del padre che la volle sposa, il 10 dicembre 1602, a Gaspare Grimaldi Bracelli, giovane e ricco erede di illustre casata, incline ad una vita sregolata e al vizio del gioco. Dall’unione nacquero due bambine: Lelia e Isabella.
La vita coniugale di Virginia fu di breve durata. Gaspare Bracelli, infatti, nonostante il matrimonio e la paternità, non abbandonò lo stile di vita gaudente, tanto da ridursi in fin di vita. Virginia, con silenziosa pazienza, preghiera e amabile attenzione, cercò di convincere il marito ad una condotta più morigerata. Purtroppo, Gaspare si spense cristianamente il 13 giugno 1607 ad Alessandria, assistito dalla sposa che lo aveva raggiunto per curarlo.
Rimasta vedova a soli 20 anni, Virginia fece voto di castità perpetua, rifiutando le occasioni di seconde nozze propostele dal padre e visse ritirata in casa della suocera, curando l’educazione e l’amministrazione dei beni delle figlie e dedicandosi alla preghiera e alla beneficenza.
Nel 1610 sentì più chiaramente la particolare vocazione a “servire Dio nei suoi poveri”. Pur essendo controllata severamente dal padre e senza mai trascurare la cura della famiglia, cominciò a impegnarsi per i bisognosi. Ad essi sovveniva o direttamente, distribuendo in elemosine metà della sua rendita dotale, o per mezzo delle istituzioni benefiche del tempo.
Collocate convenientemente le figlie in matrimonio, Virginia si dedicò a tempo pieno alla cura dei fanciulli abbandonati, dei vecchi, dei malati e della promozione degli emarginati.
La guerra tra la Repubblica Ligure ed il Duca di Savoia, spalleggiato dalla Francia, seminando la disoccupazione e la fame, indusse Virginia, nell’inverno del 1624-1625, ad accogliere in casa dapprima una quindicina di giovani abbandonate e poi, con l’aumento del numero dei profughi in città, quanti più poveri, specialmente donne, le fu possibile, provvedendo in tutto al loro fabbisogno.
Con la morte della suocera nell’agosto del 1625, cominciò non solo ad accogliere le giovani che arrivavano spontaneamente, ma andò essa stessa per la città, particolarmente nei quartieri più malfamati, in cerca di quelle più bisognose e in pericolo di corruzione.
Per sovvenire alla crescente miseria, istituì le “Cento Signore della Misericordia” protettrici dei Poveri di Gesù Cristo, che, affiancando l’organizzazione cittadina delle “Otto Signore della Misericordia”, aveva il compito specifico di verificare direttamente, tramite le visite a domicilio, i bisogni dei poveri, specialmente se vergognosi.
Nell’intensificare l’iniziativa dell’accoglienza delle giovani, soprattutto al tempo della pestilenza e della carestia del 1629-1630, Virginia si vide costretta a prendere in affitto il vuoto convento di Montecalvario, dove si trasferì il 14 aprile 1631 con le sue assistite che pose sotto la protezione di Nostra Signora del Rifugio. Dopo tre anni l’Opera contava già tre case con circa 300 ricoverate. Virginia ritenne quindi opportuno chiederne il riconoscimento ufficiale al Senato della Repubblica che lo concesse il 13 dicembre 1635.
Le assistite di N.S. del Rifugio divennero per la Santa le sue “figlie” per eccellenza, con le quali divideva il cibo e le vesti, le istruiva con il catechismo e le addestrava al lavoro perché si guadagnassero il proprio sostentamento.
Proponendosi di dare all’Opera una sede propria, dopo aver rinunciato all’acquisto del Montecalvario per il prezzo troppo alto, comprò due villette attigue sul colle di Carignano che, con la costruzione di una nuova ala e della chiesa dedicata a N. S. del Rifugio, divenne la casa madre dell’Opera.
Lo spirito che animava l’Istituzione fondata da Virginia era largamente presente nella Regola redatta negli anni 1644-1650. In essa é sancito che tutte le case costituiscono l’unica Opera di N. S. del Rifugio, sotto la direzione ed amministrazione dei Protettori (laici nobili designati dal Senato della Repubblica); vi é riconfermata la divisione tra le “figlie” con l’abito (suore e novizie) e “figlie” senza; tutte, però, debbono vivere - pur senza voti - come le monache più osservanti, in obbedienza e povertà, lavorando e pregando; debbono inoltre essere pronte ad andare a prestare servizio nei pubblici ospedali, come se vi fossero tenute da voto.
Col tempo l’Opera si svilupperà in due Congregazioni religiose: le "Suore di Nostra Signora del Rifugio di Monte Calvario" e le "Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario".
Dopo la nomina dei Protettori (3 luglio 1641), che venivano considerati i veri superiori dell’Opera, Virginia non s’immischiò più nel governo della casa: era sottomessa al loro volere e si regolava secondo il loro benestare perfino nell’accettazione di qualche giovane bisognosa. Viveva come l'ultima delle “figlie”, dedita al servizio della casa: usciva mattina e sera a mendicare per il sostentamento della convivenza. Si prodigava per tutte come una madre, specialmente per le ammalate, prestando loro i più umili servigi.
Già negli anni precedenti aveva dato corso ad un’azione sociale risanatrice tesa a curare le radici del male e a prevenirne le ricadute: gli ammalati e gli inabili andavano ricoverati in appositi Istituti; gli uomini validi andavano avviati al lavoro; le donne dovevano esercitarsi al telaio e alla calza; i bambini dovevano obbligarsi a frequentare le scuole.
Con il crescere delle attività e degli sforzi, Virginia vide decrescere intorno a sé il numero delle collaboratrici, particolarmente le donne borghesi e aristocratiche che temevano di compromettere la loro reputazione nel trattare con gente corrotta e seguendo una guida per quanto nobile e santa, un po’ temeraria nelle imprese.
Abbandonata dalle Ausiliarie, esautorata di fatto dai Protettori nel governo della sua Opera, occupando l’ultimo posto tra le sorelle nella casa di Carignano, mentre la sua salute fisica declinava rapidamente, Virginia parve attingere nuova forza dalla solitudine morale.
Il 25 marzo 1637, ottenne che la Repubblica prendesse la Vergine come protettrice. Perorò presso l’Arcivescovo della città l’istituzione delle Quarantore, che si iniziarono a Genova verso la fine del 1642, e la predicazione delle missioni popolari (1643). Si interpose per appianare le frequenti e sanguinose rivalità che insorgevano, per futili motivi, tra le nobili famiglie ed i cavalieri. Nel 1647 ottenne la riconciliazione tra la Curia arcivescovile ed il Governo della Repubblica, tra loro in lotta per pure questioni di prestigio. Senza mai perdere di vista i più abbandonati era sempre disponibile e chiunque, indipendentemente dal ceto sociale, si rivolgeva a lei per ricevere aiuto.
Gratificata dal Signore con estasi, visioni, locuzioni interiori e altri doni mistici speciali, muore il 15 dicembre 1651, all’età di 64 anni.
Dopo la morte di Virginia la fama di santità, che già ella aveva in vita, crebbe tanto da far subito pensare alla possibilità di avviare il Processo informativo per la sua glorificazione, ma non se ne fece nulla. Le speranze si riaccesero il 20 settembre del 1801, quando in occasione della traslazione dei resti mortali di Virginia, il corpo venne rinvenuto intatto e flessibile. Da allora non solo si moltiplicarono le grazie per sua intercessione, ma crebbe anche la fama di santità presso i fedeli. Bisognerà attendere il 15 dicembre del 1931 perché la Curia di Genova aprisse il Processo sugli scritti e il 28 aprile del 1933 quello sulla fama di santità, che si protrasse fino al 1957.
Il miracolo che ha portato alla beatificazione della Santa ha interessato una suora di Genova, quello che ne ha concluso la causa è stata la guarigione di una mamma brasiliana, sorella di una suora della Congregazione di Roma.
Virginia Centurione Bracelli è stata proclamata Beata il 22 settembre 1985 a Genova e canonizzata a Roma, il 18 maggio 2003, dallo stesso Pontefice: San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005).
Caino e Abele
Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"
Dioscuro...
Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)
Caino e Abele
Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!
Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!
Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!
Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?
Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!
Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!
Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!
Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!
Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!
Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!
Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!
Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!
Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!
Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!
Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!
Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!
C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal
Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....
Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.
Intelligenti Pauca
CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES
PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA
“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.
QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.
CITAZIONE DEL GIORNO
cavalli
BIAGIO MARIA DI MURO
RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.
BIAGIO MARIA DI MURO
BIAGIO DI MURO
TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE
BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.
SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73
E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.
HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.
E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.
E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.
HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.
BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.
PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.
DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.
DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.
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7. MEDICINA LEGALE
8. LAVORO
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11. PRESTAZIONI ASSISTENZIALI
12. PREVIDENZA COMPLEMENTARE
13. IMMIGRAZIONE
STUDIO TECNICO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA, PRATICHE CATASTALI ED URBANISTICHE, ARCHITETTURA PER INTERNI
LAVORI PUBBLICI
PUBBLICHIAMO LE FOTO DELLE OPERE PUBBLICHE PER LE QUALI INIZIERANNO PRESTO I LAVORI .SALVO RITARDI DOVUTI ALLA SCELLERATA AZIONE DI SFIDUCIA CHE COMPORTERA' AUMENTO DI COSTI E PERDITE DI FINANZIAMENTI
RECUPERO STRUTTURALE E FUNZIONALE DELL' EDIFICIO DELLE SCUOLE ELEMENTARI "PRINCIPE DI PIEMONTE"
IMPORTO FINANZIAMENTO
SCUOLA PRINCIPE DI PIEMONTE
LAVORI PUBBLICI
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RISTRUTTURAZIONE E AMMODERNAMENTO DEL PLESSO SCOLASTICO RIONE IACP
IMPORTO FINANZIAMENTO
IACP
lavori pubblici
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RIFACIMENTO PIAZZA SAN PIETRO
IMPORTO FINANZIATO:
euro 150.000,00
piazza San Pietro
lavori pubblici
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PROGRAMMA DI RECUPERO URBANO COMPARTO C1 NORD OVEST – RIONE IACP
IMPORTO INTERVENTO:
euro 1.502.373,12
IACP
lavori pubblici
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REALIZZAZIONE DI UN CAMPO SPORTIVO POLIVALENTE COPERTO IN VIA GIOTTO – RIONE IACP
IMPORTO DEL FINANZIAMENTO :
euro 512.000
iacp
arco adriano
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RESTAURO CONSERVATIVO DELL’ARCO ADRIANO. SISTEMAZIONE DEL TRATTO DI VIA APPIA TRA ANFITEATRO ED ARCO ADRIANO
RICHIESTA FINANZIAMENTO
Euro 2.470.698,58
arco adriano
villetta l.sturzo
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PROGETTO PER LA VILLETTA TEMPO LIBERO ALLA VIA L. STURZO
RICHIESTA DI FINANZIAMENTO:
euro 127.000,00
villetta l. sturzo
asilo nido
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PROGETTO DI ASILI NIDO PER BAMBINI DA 0 A 36 MESI IN VIA ALBANA 107
TOTALE DEL FINANZIAMENTO:
euro 699.438,18
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