Raimondo nasce verso il 1175 dalla nobile famiglia di Peñafort, che a Villa Fianca di Penadés, presso Barcellona (Catalogna), possedeva una fortezza. Scarse sono le notizie sulla sua infanzia e giovinezza.
Studiò diritto all'università di Bologna e nella medesima città, dopo aver conseguito la "Licenza", insegnò diritto, ricevendo uno stipendio dall'amministrazione cittadina.
Nel 1218 Berengario IV di Palali, vescovo di Barcellona, dopo un pellegrinaggio a Roma, era giunto a Bologna per chiedere a Domenico di Guzmán (Fondatore dei Predicatori, canonizzato il 3 luglio 1234) qualche frate Predicatore per una fondazione nella sua diocesi.
Avendo udito grandi elogi di Raimondo, gli chiese di insegnare nel seminario che intendeva fondare per l'educazione del suo clero, conforme ai decreti del IV Concilio del Laterano.
Raimondo accettò e seguì a Viterbo il vescovo, il quale, alla corte di Pp Onorio III (Cencio Savelli, 1216-1227), incontrò Domenico da cui ottenne il personale necessario per la fondazione di un convento.
A Barcellona il vescovo lo elesse canonico della cattedrale e prevosto del capitolo. Intanto Raimondo si sentiva chiamato alla vita religiosa e il venerdì santo del 1222, a quarantasette anni, entrò nell'Ordine Domenicano.
Nel 1223 aiuta Pietro Nolasco, che in seguito i cattolici inizieranno a venerare come santo, a fondare l’Ordine dei Mercedari per il riscatto degli schiavi.
Gli fu ordinato di scrivere per i confessori una Somma dei casi di coscienza, l'opera più celebre che sia uscita dalla sua penna, universalmente conosciuta sotto il titolo di “Summa de Casibus Poenitentiae”. Ebbe importanti incarichi da Pp Gregorio IX (Ugolino dei Conti di Segni, 1227-1241) di cui fu suo confessore e che in seguito lo volle fare suo cappellano e penitenziere; inoltre lo incaricò di raccogliere tutte le " Decretali" (la Decretale è una lettera emessa da un Papa contenente disposizioni giuridiche generali) e decisioni pontificie, destinate a sostituire le varie raccolte già esistenti. Questo lavoro fu ufficialmente promulgato il 5 settembre 1234 dal Sommo Pontefice, e presentato all'università di Parigi e di Bologna. Durante la sua permanenza presso la corte pontificia, a nome del Papa, Raimondo diede numerose risposte a consultazioni giuridiche, che furono raccolte con il nome di “Dubitalia”.
Nel 1238, alla morte di Giordano da Sassonia, venerato come beato dalla Chiesa cattolica, fu eletto Maestro Generale del suo Ordine (diventa, dunque, il terzo generale dei Domenicani, dopo Domenico di Guzmán e Giordano di Sassonia).
Torna, ormai settantenne, alla sua vera vita: preghiera, studio, formazione dei nuovi predicatori nell’Ordine, che si va espandendo in Europa. Un Ordine per sua natura missionario e che perciò, pensa Raimondo, si deve dotare di tutti gli strumenti culturali indispensabili per avvicinare, interessare, convincere. Occorrono testi idonei alla discussione con persone colte di altre fedi; e lui lavora per parte sua a prepararli, spingendo inoltre il confratello Tommaso d’Aquino a scrivere per questo scopo la famosa “Summa contra Gentiles”. Inoltre, bisogna conoscere da vicino la cultura di coloro ai quali si vuole annunciare Cristo e Raimondo istituisce una scuola di ebraico a Murcia, in Spagna, e una di arabo a Tunisi. Sembra che tante fatiche e iniziative gli allunghino la vita.
Dopo una vita di abnegazione, di studio, di predicazione e di preghiera Raimondo di Peñafort muore quasi centenario nel convento di Barcellona il 6 gennaio 1275, pianto da tutti i cittadini. Ai suoi funerali si verificarono molti miracoli.
Raimondo de Peñafort, inspiegabilmente, fu canonizzato soltanto il 29 aprile 1601 da Pp Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini, 1592-1605). La commemorazione liturgica ricorre il 7 gennaio.
Significato del nome Raimondo : "che protegge con il consiglio [degli dei]" (tedesco).
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