- Colore liturgico: Verde
- Periodo: Terza settimana del Salterio
- Sabato – 23.a Tempo Ordinario
- Santo del giorno: S. Nemesio, S. Nicola da Tolentino, S. Agabio
- A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento
- Liturgia: 1 Cor 10, 14-22; Sal 115; Lc 6, 43-49
Lc 6, 43-49
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commenti al Vangelo di Lc 6, 43-49
Frutti buoni e fondamenta solide.
Non è la prima nè l’unica volta che il Signore paragona la nostra vita ad un albero. Ricordiamo tutti la storia del fico arido e ancora meglio quella della vite e dei tralci secchi, destinati al fuoco. Gesù, da ottimo conoscitore del nostro intimo, afferma che l’uomo, ognuno di noi, trae i suoi frutti dal buon tesoro del proprio cuore. Dice ancora: «Ascoltate e intendete! Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!».
«Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie». Il nostro cuore quindi è paragonabile ad un grande contenitore. Se siamo capaci di riempirlo di verità e di bene, le nostre azioni, informate da quel vero e da quel bene, saranno sante e buone. Dipende dall’ascolto, dall’accoglienza che riserviamo alla Parola di Dio. Così ci dice il Signore: «Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?».
Cambiando immagine egli afferma che le fondamenta del nostro edificio spirituale o sono poste sulla roccia, su Cristo, o sulla sabbia. Le tentazioni non mancano davvero e allora o costatiamo con gioia che la nostra casa è ben solida e capace di resistere all’infuriare dei venti e della tempeste o tristemente ne dobbiamo vedere la disfatta, il crollo. È la preghiera, in tutte le sue diverse espressioni e modalità a rendere sempre più ferme e solide le nostre fondamenta. Comprendiamo così anche le cause delle terribili disfatte, dei fallimenti, delle rovine che sconvolgono tante umane esistenze.
Quando mancano la preghiera e l’ascolto di Dio si brancola nel buio si cade negli abissi del male.
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