prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

venerdì 11 maggio 2018


P.R.G. (Piano Regolatore Generale) MISURE DI SALVAGUARDIA DALLA DECADENZA DEI VINCOLI ESPROPRIATIVI: LE «ZONE BIANCHE»

" Per giurisprudenza pacifica, la decadenza per l'inutile decorso del termine quinquennale dei vincoli espropriativi, comporta il venir meno della disciplina urbanistica delle aree interessate, e l’applicazione temporanea delle disciplina delle c.d. «zone bianche» (art.4, ultimo comma, L.10/1977)."


VINCOLI URBANISTICI ED EDIFICABILITÀ  -  VINCOLI URBANISTICI - DECADENZA, REITERAZIONE, INDENNIZZO  -  DURATA E DECADENZA CONSEGUENZE  -  DISCIPLINA APPLICABILE -  MISURE DI SALVAGUARDIA

In attesa di una pianificazione che vada a disciplinare la c.d. zona bianca per effetto dell'avvenuta scadenza dei vincoli pubblicistici, sono ammissibili soltanto gli interventi di cui all'art. 4 della legge n. 10/77 come sostituito dall'art.9 del DPR n. 380/2001.

Poichè la potestà dei Comuni d'imporre vincoli preordinati all'esproprio o all'inedificabilità non è illimitata, decadendo tali vincoli, ai sensi della L. 19 novembre 1968, n. 1187, art. 2, (applicabile ratione temporis), al termine del quinquennio, si determina, in caso di mancata reiterazione dei vincoli pregressi o di mancato inserimento dei terreni nell'ambito di una precisa pianificazione conformativa, una condizione di "vuoto urbanistico", disciplinata da... omisissi......del 1977, art. 4, u.c., dovuta alla violazione dell'obbligo di ripianificazione incombente sulla P.A.

Con riferimento alle c.d. aree bianche, cioè a quelle porzioni di territorio comunale già destinate a servizi pubblici da un atto di pianificazione urbanistica, e per le quali il vincolo di edificabilità che tale destinazione comporta sia divenuto inefficace per scadenza del termine previsto dalla L. 19 novembre 1968, n. 1187, art. 2, trova applicazione il principio (applicabile anche a quelle aree che non abbiano ancora ricevuto una destinazione urbanistica), secondo cui tali aree restano assoggettate alla disciplina prevista dalla norma di salvaguardia di cui alla L. 28 gennaio 1977, n. 10, art. 4, u.c..

La perdita di efficacia delle previsioni vincolistiche determina l'applicazione, nelle zone temporaneamente prive di disciplina urbanistica, della norma di cui all'art. 4, ultimo comma, lett. a) e b) della legge 28 gennaio 1977, n. 10, che si occupa dell'assetto urbanistico da conferire ai Comuni sprovvisti degli strumenti urbanistici generali, il quale introduce particolari limiti di edificabilità, in sede di rilascio dei titoli concessori.

Venute meno le prescrizioni del P.R.G. per la durata qu... omissis...riconosciuta dall'art. 9, comma 2, del D.P.R. n. 327 del 2001 ai "vincoli preordinati all'esproprio", le aree interessate non possono che essere definite come "zone bianche".

A seguito di decadenza del vincolo preordinato all'esproprio per il decorso del termine quinquennale, ex articolo 2, comma primo, della legge 19 novembre 1968 n. 1187 (oggi articolo 9 del d.p.r. 8 giugno 2001 n. 327), deve essere applicato l'articolo 9 del d.p.r. 6 giugno 2001 n. 380, disciplinante l'attività edilizia in assenza di pianificazione urbanistica.

L'art. 9, lett. b) del d.P.R. n. 380/2001, sulla disciplina per le c. d. zone bianche a seguito di decadenza del vincolo preordinato all'esproprio, trova applicazione non solo nel caso in cui manchi del tutto ma anche nel caso in cui sussista e sia vigente uno strumento di pianificazione generale, nell'ipotesi di decadenza del vincolo preordinato. La disciplina delle aree con vincolo decaduto viene assimilata "ex lege" a quella delle aree prive di pianificazione urbanistica, viene equiparata alle ipotesi di assenza, nell'area, di una destinazione urbanistica, venendo in questione una sorta di "vuoto urbanistico" con la conseguente necessità di preservare l'area sino a una nuova regolamentazione ... omississ
 ...a: di qui, l'esigenza di normare le c. d. zone bianche alla stregua delle zone prive di qualsiasi pianificazione urbanistica prevedendo l'osservanza dei parametri stabiliti per tali aree.

Alla scadenza dei vincoli d'inedificabilità subentra l'applicabilità della disciplina dettata
per i Comuni sprovvisti di piano regolatore: il principio è ora codificato dal D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, art. 9, comma 3, che si richiama al D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, art. 9. Questa norma, come già la L. 28 gennaio 1977, n. 10, art. 4, u.c., stabilisce, tra l'altro, per le aree situate fuori dal perimetro dei centri abitati, un indice massimo di edificabilità di 0,03 mc/mq.

L'insegnamento giurisprudenziale consolidato ha chiarito che, in materia urbanistica, la scadenza del termine quinquennale di efficacia del vincolo di destinazione di piano preordinato all'esproprio comporta il venir meno della regolamentazione urbanistica e l'applicazione delle norme di salvaguardia previste per i Comuni sprovvisti di strumenti urbanistici generali.

A causa della decadenza dei vincoli i terreni rimangono privi di regolamentazione; in tale situazione l'area è soggetta ai limiti di edificabilità previsti dall'... omissis
 ... ultimo comma, della legge 28 ottobre 1977 numero 10.

Ai sensi dell'art. 9 DPR n. 327/2001, il vincolo preordinato all'esproprio connesso alla previsione nel piano regolatore generale della realizzazione di un'opera di pubblica utilità (quale il progetto di allargamento di una pubblica via), è sottoposto al termine di decadenza di cinque anni, trascorso il quale trova applicazione l'art. 9 DPR n. 380/2001, regolante l'attività edilizia in assenza di pianificazione urbanistica.

Nel caso in cui il vincolo a contenuto espropriativo sia previsto direttamente dal Piano regolatore, la mancata attuazione dello stesso nel termine di cinque anni dalla sua approvazione, comporta la successiva qualificazione dell'area vincolata come zona bianca, soggetta alla disciplina stabilita dell'art. 4, ultimo comma della legge 26 gennaio 1977, n. 10, sino all'adozione di nuove prescrizioni di zona da parte dell'Amministrazione comunale.

La scadenza di un vincolo preordinato all'esproprio rende, per costante giurisprudenza e per previsione normativa, la zona di riferimento "zona bianca", cioè area priva di specifica destinazione urbanistica; come tale, da sottoporre a nuova disciplina urbanistica e, fino a tale momento, limitata... omissis......zzabile secondo parametri ed indici normativamente stabiliti.

Alla decadenza dei vincoli derivanti dalla zonizzazione di una determinata area sorge l'obbligo dell'Ente a provvedere in merito alla nuova destinazione, fermo restando che, nelle more, si applicherà la disciplina delle c.d."zone bianche".

Alla scadenza dei vincoli derivanti dalla zonizzazione di una determinata area, trova applicazione la disciplina delle c.d. "zone bianche".

In base a quanto prevedono i commi 2 e 3 dell'art. 9 del d.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, il vincolo preordinato all'esproprio ha la durata di cinque anni. Entro tale termine, può essere emanato il provvedimento che comporta la dichiarazione di pubblica utilità dell'opera. Se non è tempestivamente dichiarata la pubblica utilità dell'opera, il vincolo preordinato all'esproprio decade e trova applicazione la disciplina dettata dall'articolo 9 del testo unico in materia edilizia approvato con decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380.

Accedendo alla tesi, secondo cui la disciplina per le zone c. d. bianche potrebbe applicarsi soltanto qualora il vincolo risulti apposto in aree prive di pianificazione, vale a dire s... omississ..
 ...in toto" di strumento urbanistico generale, non si vede in quali ipotesi potrebbero trovare applicazione le prescrizioni relative alle zone c. d. bianche nel senso che la presenza di un vincolo preordinato all'esproprio presuppone l'esistenza di una pianificazione generale mediante la divisione in zone del territorio comunale.

A causa della decadenza dei vincoli l'area è soggetta ai limiti di edificabilità previsti dall'articolo 4, ultimo comma, della legge 28 ottobre 1977 numero 10.

Qualora i vincoli d'inedificabilità imposti dal P.R.G., abbiano perso efficacia per decorso del termine per l'attuazione degli stessi, alla luce del disposto di cui all'art. 9 DPR 327/1990, l'area interessata è assoggettata alla disciplina urbanistica valida per le c.d."zone bianche" e sorge per il Comune l'obbligo di dettare per siffatte aree una nuova disciplina urbanistica.

La decadenza dei vincoli comporta il venir meno della disciplina urbanistica delle aree interessate e l'applicazione temporanea delle disciplina delle c.d. zone bianche di cui all'art. 4 ultimo comma lett. a) e b) l. 28 gennaio 1977 n. 10, oggi sostituita dalla previsione di cui all'art. 9 T.U. edilizia, approvato con d.p.r. 6 giug... omissis
 ...380.

A causa della decadenza dei vincoli espropriativi l'area è soggetta ai limiti di edificabilità previsti dall'articolo 4, ultimo comma, della legge 28 ottobre 1977 n.10.

Ai sensi dell'art. 2 L. n. 1187/1968, e oggi dell'art. 9 comma 3 del T.U. sugli espropri n. 327 del 2001, il vincolo di piano regolatore preordinato all'espropriazione o che comporti l'inedificabilità del suolo decade per l'inutile decorso del termine quinquennale originariamente posto con il conseguente assoggettamento dell'area interessata al regime delle c.d. "zone bianche", ai sensi dell'art. 4 L. n. 10/1977 e oggi dell'articolo 9 del T.U. sull'edilizia n. 380 del 2001 con riferimento all'edificazione nei comuni sprovvisti di strumenti urbanistici.

La decadenza di un vincolo preordinato all'esproprio comporta l'applicazione della disciplina delle c.d. zone bianche (art. 9 c. 3 D.P.R. 8 giugno 2001 n. 327).

La decadenza del vincolo espropriativo per decorso del quinquennio di efficacia comporta per unanime giurisprudenza, la qualificazione dell'area come "zona bianca" e l'assoggettamento alle previsioni di cui all'art. 4 comma ultimo l. n. 10 del 1977 (ora art. 9 t.u. n. 380 del 2001), sino all'adozione, da part... omissis
 ...e, di nuove, specifiche prescrizioni.

A seguito della decadenza del vincolo espropriativo trova applicazione la disciplina di cui all'art. 9 d.p.r. 380/2001.

Alla decadenza dei vincoli derivanti dalla zonizzazione di una determinata area sorge l'obbligo dell'Ente a provvedere in merito alla nuova destinazione, fermo restando che, nelle more, si applicherà la disciplina delle c.d. "zone bianche".

L'inefficacia intervenuta di un pregresso vincolo di destinazione di una determinata area previsto dal P.R.G., a causa della mancata attuazione dello stesso nel prescritto termine quinquennale decorrente dalla sua approvazione, comporta la conseguente qualificazione dell'area come "zona bianca" e, dunque, assoggettabile alle disposizioni normative previste dall'art. 4, ult. comma della legge n. 10/1977.

Ai sensi dell'art. 9 del DPR n. 327/2001 il bene sottoposto ad un vincolo preordinato all'esproprio, ha durata quinquennale ed entro tale termine "può essere emanato il provvedimento che comporta la dichiarazione di pubblica utilità dell'opera". Se, però, non vi è tale tempestiva dichiarazione, il vincolo decade e trova applicazione la disciplina dettata dall'art. 9 T.U (edilizia) di cui ...omissis
 ...80/2001.

A seguito della decadenza dei vincoli espropriativi, la zona interessata diviene "bianca" e, come tale, soggetta alle regole di edificazione di cui all'art. 9 del DPR 380/01. L'obbligo del Comune di prevedere una nuova destinazione non toglie che, nelle more, il terreno esprima quella pur limitata capacità edificatoria.

Decaduto il vincolo preordinato all'esproprio il terreno interessato risulta disciplinato dall'art.9 DPR n. 380/2001 e quindi, nel caso in cui risulti inserito all'interno del perimetro del centro abitato, non è possibile costruire alcun edificio, essendo nel luogo ammessi soltanto gli interventi di manutenzione ordinaria, di manutenzione straordinaria e di restauro e risanamento conservativo ai fabbricati esistenti.

Il decorso del termine di un vincolo espropriativo, determina la normazione dell'area come "zona bianca", ai sensi dell'art. 9 del D.P.R. 6 giugno 2001 n. 380, con applicazione della relativa disciplina.

La potestà dei comuni d'imporre vincoli preordinati all'esproprio o all'inedificabilità non è illimitata, decadendo tali vincoli, ai sensi dell'art. 2 Legge n. 1187 del 1968, al termine del quinquennio; in tali casi, si determina, in caso di mancat... omissis
 ...one dei vincoli pregressi o di mancato inserimento dei terreni nell'ambito di una precisa pianificazione conformativa, una condizione di "vuoto urbanistico", disciplinata dall'art. 4, ultimo comma , della Legge n. 10 del 1977, dovuta alla violazione dell'obbligo di ripianificazione incombente sulla p.a.

Nelle zone in cui sia venuto a scadenza un vincolo d'inedificabilità è applicabile l'art. 4, ultimo comma della legge n. 10 del 1977, il quale stabilisce entro quali limiti possa rilasciarsi una "concessione di edificare" nei Comuni sprovvisti degli strumenti urbanistici generali; detta norma non si riferisce esclusivamente al caso di Comuni del tutto privi di tali strumenti, ma nella fattispecie in essa contemplata rientra anche l'ipotesi di piani generali che abbiano in parte perduto la loro efficacia.

In conseguenza della decadenza per decorso del termine quinquennale del vincolo preordinato all'esproprio, l'area va qualificata quale zona bianca, soggetta alle rigide prescrizioni edilizie di cui all'art. 4 della legge n. 10/1977, poi confluito nell'art. 9 del d.P.R. n. 380/ 2001.

La scadenza del termine quinquennale del vincolo di destinazione di piano preordinato all'esproprio comporta il venir men...
[omissis ...olamentazione urbanistica e l'applicazione delle norme di salvaguardia previste per i comuni sprovvisti di strumenti urbanistici generali (già art. 4, ultimo comma, legge n. 10 del 1977).

Poiché la potestà dei Comuni d'imporre vincoli preordinati all'esproprio o all'inedificabilità non è illimitata, decadendo tali vincoli, ai sensi dell'art. 2 della legge n. 1187 del 1968, al termine del quinquennio, si determina, in caso di mancata reiterazione dei vincoli pregressi o di mancato inserimento dei terreni nell'ambito di una precisa pianificazione conformativa, una condizione di "vuoto urbanistico", disciplinata dall'art. 4, ultimo comma, della legge n. 10 del 1977.

In conseguenza della decadenza per decorso del termine quinquennale del vincolo preordinato all'esproprio previsto dal P.R.G., la stessa va qualificata quale zona bianca, soggetta alle rigide prescrizioni edilizie di cui all'art. 4, ultimo comma, della legge 28.01.1977 n. 10 – poi confluito nell'art. 9 del d.P.R. n.380/2001 (e, in Campania, all'art. 4 della l.r. n.17/1982).

Alla decadenza del vincolo non consegue una riespansione illimitata dello "ius aedificandi" insito nel diritto di proprietà, ma trovano applicazion... omissis
 ...i canoni fissati dalle norme relative alle zone bianche.

E' pacifico in giurisprudenza che alla decadenza dei vincoli derivanti dalla zonizzazione di una determinata area sorge l'obbligo dell'Ente a provvedere in merito alla nuova destinazione, fermo restando che, nelle more, si applicherà la disciplina delle c.d. "zone bianche".

La decadenza del vincolo espropriativo derivante dal P.R.G. comporta l'assoggettamento dell'area alla destinazione urbanistica di "zona bianca"; l'art. 9 comma 1 del D.P.R. 380/01 consente nelle zone sprovviste di regolamentazione urbanistica soltanto interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo di edifici esistenti e nelle zone fuori del perimetro dei centri urbani, permette interventi di nuova edificazione con densità fondiaria di 0,03 mc/mq.

A seguito della decadenza del vincolo di natura espropriativa l'area interessata resta assoggettata, ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 9, co. III°, d.P.R.n. 327/01 e 9 d.P.R.n. 380/01, ad una disciplina edificatoria del tutto diversa da quella precedente e riconducibile al regime delle cd. zone bianche.

Alla decadenza dei vincoli derivanti dalla zonizzazio... omissis
 ...i una determinata area, sorge l'obbligo dell'Ente a provvedere in merito alla nuova destinazione, fermo restando che, nelle more, deve applicarsi la disciplina delle c.d."zone bianche".

La scadenza del termine quinquennale del vincolo di destinazione di piano preordinato all'esproprio comporta il venir meno della regolamentazione urbanistica e l'applicazione delle norme di salvaguardia previste per i comuni sprovvisti di strumenti urbanistici generali (nella specie, la L. n. 10 del 1977, art. 4, u.c. applicabile ratione temporis).

La decadenza del vincolo espropriativo consolida l'aspettativa del ricorrente a utilizzare il terreno per tutte le finalità non incompatibili con la condizione di area bianca.

Alla decadenza dei vincoli derivanti dalla zonizzazione in PRG di una determinata area sorge l'obbligo dell'Ente a provvedere in merito alla nuova destinazione, fermo restando che, nelle more, deve applicarsi la citata disciplina delle c.d."zone bianche".

Per le zone bianche sono consentiti soltanto gli interventi di cui all'art. 9 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, (fuori dal perimetro dei centri abitati, gli interventi di nuova edificazione nel limite della densità ... omissis..
 ...diaria di 0,03 metri cubi per metro quadro; in caso di interventi a destinazione produttiva, la superficie coperta non può comunque superare un decimo dell'area di proprietà).

Fino a quando il Comune non provvede a reintegrare la disciplina urbanistica dell'area incisa da vincoli scaduti, le concessioni devono osservare i limiti di cui alla lettera a) dell'art. 4 della legge 10/1977, ovvero non devono superare l'indice di metri cubi 0,03 per metro quadrato di area edificabile.

In ipotesi di decadenza del vincolo espropriativo, nelle more dell'esercizio del potere di pianificazione urbanistica del Comune, si applica la disciplina delle c.d."zone bianche".

La giurisprudenza amministrativa ha equiparato la mancata adozione degli strumenti urbanistici all'ipotesi di scadenza del termine quinquennale di efficacia dei vincoli preordinati all'esproprio o sostanzialmente ablativi, nonché al loro annullamento; ciò perché, venendo meno la disciplina urbanistica anteriore all'imposizione del vincolo e divenendo inefficace anche quella sopravvenuta (o per decorso del termine o per annullamento giurisdizionale), non potendosi configurare alcuna forma di reviviscenza di quelle precedenti, tali are... omissis
 ... sprovviste di alcuna pianificazione territoriale, con conseguente applicazione delle regole dettate per le zone bianche.

Per le ipotesi in cui le previsioni di uno strumento urbanistico abbiano cessato di produrre effetto limitatamente a determinati ambiti territoriali, per il venir meno dei vincoli a contenuto espropriativo, trova applicazione la normativa prima dettata dall'art. 4 della L. n. 10/1977 ed ora contenuta nell'art. 9 del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.

La qualificazione di un'area come "zona bianca" consegue all'intervenuta scadenza del termine di efficacia di un vincolo espropriativo, per cui l'area rimane priva di disciplina urbanistica ed è soggetta alle previsioni di cui all'art. 4 ultimo comma della legge n. 10/1977 (ora art. 9 del T.U. n. 380/2001), sino all'adozione, da parte del Comune, di nuove, specifiche prescrizioni.

A causa della decadenza dei vincoli preordinati all'esproprio il terreno interessato deve ritenersi rimasto privo di regolamentazione, con la conseguenza, pertanto, di essere soggetto ai limiti di edificabilità previsti dall'art. 4, ultimo comma, della L. n.10 L. 28.10.1977.

Il decorso del termine di cinque anni dall'imposizione di un vincolo di strume... 
omissis ...tico, comporta, ai sensi dell'art. 2, L. n. 1187/1968, la decadenza del vincolo stesso ed il rientro dell'area nella piena disponibilità del proprietario, sia pure con le limitazioni derivanti dal nuovo regime urbanistico a seguito della sua trasformazione in zona bianca, nella quale la possibilità edificatoria in termini di volumetria è quasi nulla.

A seguito della scadenza del vincolo espropriativo non rivive la disciplina urbanistica previgente, non potendo essere suddetta circostanza equiparata ad ipotesi di annullamento; trova viceversa applicazione la disciplina dettata per i Comuni sprovvisti di piano regolatore (L. n. 10 del 1977, art. 4, u.c.).

L'intervenuta decadenza del pregresso vincolo espropriativo comporta l'assoggettamento dell'area non già a destinazione edificatoria, ma al regime di cui all'art. 4, ultimo comma, della legge 28 gennaio 1977, n. 10, oggi trasfuso nell'art. 9 del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.

La decadenza dei vincoli comporta il venir meno della disciplina urbanistica per le aree interessate e l'applicazione temporanea delle disciplina delle c.d. zone bianche di cui all'art. 4 ultimo comma lett a) e b) L. n. 10/1977 oggi sostituita dalla previsione di cui all'art 9 TU... omissis......pprovato con DPR 380/2001.

Alla scadenza del vincolo d'inedificabilità subentra la disciplina dettata per i Comuni sprovvisti di piano regolatore, costituita dalla L. n. 10 del 1977, art. 4, u.c., il quale prevede una limitata edificabilità (0,03 mc/mq) per le aree situate al di fuori del perimetro dei centri abitati.

Una volta decaduto il vincolo espropriativo, l'area incisa rimane assoggettata alla disciplina propria delle c.d. "zone bianche", che consente interventi di manutenzione, restauro e risanamento degli immobili esistenti.

La decadenza del vincolo espropriativo intervenuta prima dell'approvazione del progetto definitivo, determina l'applicabilità del combinato disposto degli artt. 9, comma 3, del Dpr n. 327/2001 e 9 del Dpr n. 380/2001, ossia di una disciplina edificatoria affatto diversa da quella precedente e riconducibile al regime delle cc.dd."zone bianche".

La decadenza dei vincoli comporta il venir meno della disciplina urbanistica concernente le predette aree e l'applicazione temporanea delle disciplina delle c.d. zone bianche di cui all'art 4 ultimo comma lett a) e b) L. 28 gennaio 1977 n.10 oggi sostituita dalla previsione di cui all'art 9 TU ediliz... 
omissis..o con D.p.r. 6 giugno 2001 n.380.

La scadenza del termine quinquennale di vigenza del vincolo espropriativo comporta il venir meno della regolamentazione urbanistica e l'applicazione provvisoria delle norme di salvaguardia previste per i comuni sprovvisti di strumenti urbanistici generali (nella specie, art. 4, comma ultimo, L. n. 10 del 1977).

La scadenza dei vincoli preordinati all'espropriazione apposti direttamente dal p.r.g. ai sensi della L. n. 1187 del 1968, art. 2 ha come conseguenza che l'area interessata dall'atto impositivo del vincolo risulta sprovvista di regolamentazione urbanistica, e va assoggettata alla disciplina della L. n. 10 del 1977, art. 4, u.c. prevista per i comuni privi di strumenti urbanistici generali.

L'art. 9 del DPR n. 327/2001 prevede, in caso di decadenza del vincolo espropriativo, l'applicazione dell'art. 9 del DPR n.380/2001 che, per le zone prive di disciplina urbanistica e interne al perimetro dei centri abitati, ammette soltanto interventi di manutenzione, di restauro e di risanamento conservativo, con esclusione di nuove costruzioni.

Le nuove costruzioni idonee a modificare in via permanente il suolo, non sono ammesse nelle zone bianche ubicate all'interno del perimetro dei ... omissis
 ...ati; ciò in quanto suscettibili di impedire una futura, diversa pianificazione delle aree coinvolte.

In ipotesi di decadenza di vincolo espropriativo, all'interno dei centri abitati non sono consentiti interventi di nuova edificazione, viceversa ammessi, nei comuni sprovvisti di strumenti urbanistici (e, dunque, anche nelle c.d. zone bianche, prive di regolamentazione urbanistica a seguito della decadenza dei vincoli), solo fuori dal perimetro dei centri abitati (cfr. art. 9, primo comma, d.p.r. 6 giugno 2001, testo unico in materia edilizia).

La decadenza dei vincoli comporta il venir meno della disciplina urbanistica concernente le aree interessate e l'applicazione temporanea delle disciplina delle c.d. zone bianche di cui all'art 4 ultimo comma della L. n. 10/1977, oggi sostituita dalla previsione di cui all'art 9 TU edilizia approvato con DPR 380/2001.

Nel caso in cui il vincolo a contenuto espropriativo sia previsto direttamente dal PRG, la mancata attuazione dello stesso nel termine di cinque anni dalla sua approvazione, comporta la successiva qualificazione dell'area vincolata come zona bianca, soggetta alla disciplina stabilita dell'art. 4, ultimo comma, della L. n. 10/1977, sino all'adozione di nuove pres... omissis....... zona da parte dell'Amministrazione comunale, obbligatorie, ai sensi dell'articolo 7 della L. n.1150 del 1942.

La sopravvenuta decadenza della disciplina vincolistica di primo livello lascia priva di regolamentazione urbanistica generale l'area sulla quale il vincolo era destinato ad incidere; in suddetta ipotesi si giustifica la concreta applicazione degli esigui parametri edilizi previsti dall'art. 4 L. n. 10/1977.

A seguito della decadenza del vincolo di inedificabilità assoluta si rende applicabile l'art. 4 della L. n. 10/77.

La decadenza del vincolo determina una "zona bianca", soggetta soltanto a limitatissime operazioni edilizie.

La decadenza dei vincoli espropriativi dà luogo alla successiva, conseguente ed automatica qualificazione dell'area già vincolata, come zona bianca, soggetta alla disciplina stabilita dell'art. 4, ultimo comma, della legge 26 gennaio 1977, n. 10, sino all'adozione di nuove prescrizioni di zona da parte dell'Amministrazione comunale.

VINCOLI URBANISTICI ED EDIFICABILITÀ --> VINCOLI URBANISTICI --> DECADENZA, REITERAZIONE, INDENNIZZO --> DURATA E DECADENZA --> CONSEGUENZE --> DISCIPLINA APPLICABILE --> MISURE DI SALVAGUARDIA --&g... omissis...
 ...IONALITÀ

L'art. 9 DPR 380/2001 a) ha riprodotto l'essenza delle disposizioni ante vigenti relative alla disciplina edilizia nelle c.d. "zone bianche"; b) ha rispettato la natura di principio fondamentale della legislazione statale, in parte qua, accentuando i profili di tutela di alcuni valori costituzionali ritenuti preminenti; c) ha sciolto i principali dubbi esegetici che si erano affacciati nella prassi, mantenendosi all'interno di quelle erano state le soluzioni prospettate, senza crearne di nuove ed eccentriche.

L'art. 9 DPR 380/2001 non eradica il diritto di edificare del proprietario, ma lo contiene in limiti rigorosi, individuati dalla legge nell'esercizio della sua ampia discrezionalità che segna il punto di emersione del coordinamento e bilanciamento di molteplici e, a tratti, contrapposti interessi costituzionali; è pertanto manifestatamente infondata la questione di costituzionalità sollevata in relazione agli artt. 3, 42 e 97 Cost.

 Santa Maria Capua Vetere, lì 11 Maggio 2018



                                                      Portavoce La Freccia nel Fianco
                                                                   Ferdinando Fusco

 


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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

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Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


cavalli

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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

CAF

SERVIZIO CAF PRESSO LA NOSTRA SEDE IN C.SO ALDO MORO N.73 AVETE A DISPOSIZIONE UNA SERIE DI SERVIZI UTILI:

1. MODELLO ISEE

2. MODELLO ISEEU

3. BONUS E RIDUZIONE CANONE

4. TELECOM, GAS, ENERGIA, ACQUA

5. MODELLO RED

6. MODELLO 730

7. MODELLO 740

8. MODELLO ICI

9. ASSEGNI PER NUCLEO FAMILIARE

10. ASSEGNI DI MATERNITA’

11. MODELLO UNICO

12. ICRIC, ICLAV, ACCAS/PS

13. SOCIAL CARD

14. SUCCESSIONI

15. TRASMISSIONE TELEMATICA

16. CONTRATTI DI AFFITTO

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SERVIZI PROFESSIONALI:

1) CONSULENZA E ASSISTENZA LEGALE

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1. INVALIDITA’ CIVILE

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6. RECUPERO CONTRIBUTI

7. MEDICINA LEGALE

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STUDIO TECNICO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA, PRATICHE CATASTALI ED URBANISTICHE, ARCHITETTURA PER INTERNI




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Studio Legale

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RECUPERO STRUTTURALE E FUNZIONALE DELL' EDIFICIO DELLE SCUOLE ELEMENTARI "PRINCIPE DI PIEMONTE"

IMPORTO FINANZIAMENTO

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SCUOLA PRINCIPE DI PIEMONTE

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RISTRUTTURAZIONE E AMMODERNAMENTO DEL PLESSO SCOLASTICO RIONE IACP

IMPORTO FINANZIAMENTO

EURO 700.000,00

IACP

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RIFACIMENTO PIAZZA SAN PIETRO

IMPORTO FINANZIATO:

euro 150.000,00

piazza San Pietro

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PROGRAMMA DI RECUPERO URBANO COMPARTO C1 NORD OVEST – RIONE IACP

IMPORTO INTERVENTO:

euro 1.502.373,12

IACP

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REALIZZAZIONE DI UN CAMPO SPORTIVO POLIVALENTE COPERTO IN VIA GIOTTO – RIONE IACP

IMPORTO DEL FINANZIAMENTO :

euro 512.000

iacp

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arco adriano

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RESTAURO CONSERVATIVO DELL’ARCO ADRIANO. SISTEMAZIONE DEL TRATTO DI VIA APPIA TRA ANFITEATRO ED ARCO ADRIANO

RICHIESTA FINANZIAMENTO

Euro 2.470.698,58

arco adriano

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villetta l.sturzo

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PROGETTO PER LA VILLETTA TEMPO LIBERO ALLA VIA L. STURZO

RICHIESTA DI FINANZIAMENTO:

euro 127.000,00

villetta l. sturzo

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asilo nido

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PROGETTO DI ASILI NIDO PER BAMBINI DA 0 A 36 MESI IN VIA ALBANA 107

TOTALE DEL FINANZIAMENTO:

euro 699.438,18

asilo nido

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE