Nato ad Alessandria d’Egitto, da famiglia originaria di Lucca, e morto a Milano nel giugno del 1970, nei primi trent'anni trascorsi in Egitto covò dentro di sé il germe della poesia, attraverso le letture in particolare di Malalrmé e Leopardi.
L'esperienza di soldato in trincea, durante la Grande Guerra, lo segnò profondamente, facendogli maturare il senso effimero della condizione umana, così presente nelle sue liriche, a partire dalla prima raccolta Il porto sepolto del 1917.
Con la raccolta L'Allegria (1931) giunse a maturazione il suo innovativo stile poetico, prodotto di una rielaborazione formale del simbolismo francese, coniugata con la dolorosa esperienza della guerra. La celebre poesia Mattina testimonia più di ogni altra la ricerca dell'essenzialità e della purezza dell'espressione da parte di Ungaretti.
Attivo anche come giornalista per il "Popolo d'Italia", dal 1942 lavorò come docente di Letteratura moderna e contemporanea all'Università di Roma.
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