
Stare in città di questi giorni, per alcuni versi, è molto piacevole. Puoi bighellonare di mattina lungo il Corso Garibaldi, che nonostante sia pregno di frenetiche attività prefestive ( le luminarie, i pali per sostenerle ed altro…)si presta ad accogliere gli ozi mattutini di chi, come me, non ha una meta precisa, passeggia per il gusto di ritrovare quella sensazione ferragostana affollata di ricordi in cui fanno capolino i taralli zuccherati che sono da annoverare tra le nostre specialità, oppure l’odore dello zucchero filato, lo spettacolo del carrettino affollato dove nel cuoppo di carta si vendeva ‘o pere e ‘o musso……e migliaia di altri flashback ti si affollano alla mente. Mi è capitato di sedermi davanti ad un bar per godermi il passeggio e gustare un caffé ed ecco che t’incontro un vecchio amico che non vedevo da tempo ed al piacere dell’incontro si è sovrapposto la goduria della sua conversazione brillante, piacevole, disinvolta e travasante d’ironia con argomenti che non trattavano il suo stato di salute, come capita spesso tra “noi coetanei”, ma che spaziavano dal” ti ricordi?” al “dove andremo a finire?” o piuttosto del coefficiente di credibilità delle istituzioni e di chi ne è temporaneamente il rappresentante. Inutile dire che il discorso è scivolato sulle bollette dell’acqua, sull’affidabilità delle promesse del sindaco, sulla sua capacità di dire la verità ecc. Ed è stato a questo punto che mi ha raccontato la storia che gli è capitata. “Ero andato dal barbiere ed avevo posteggiato l’auto in un posto che credevo libero da grattini o altro, non mi ero accorto che nei pressi c’era un cartello che riservava la sosta ai soli residenti e al ritorno, puntuale come un raffreddore d’inverno, scoprii di essere stato sanzionato e anche se contrariato mi reco al comando dei vigili per pagarla. Arrivato all’ingresso trovo il sindaco con un paio di altri assessori che si stavano salutando, mi vedono e mi accolgono molto cordialmente : carissimo cosa ci fate da queste parti? Spiego che venivo a pagare una sanzione per divieto di sosta e quasi per scusarmi del mio scarso senso civico racconto il fatto com’è andato. Giudicianni a questo punto prende la contravvenzione ed entra negli uffici per uscirne dopo pochi minuti. Tutto a posto, potete andare, ci penso io! Non ho potuto reprimere un sentimento di gratitudine per l’atto di squisita cortesia di cui ero stato fatto oggetto. Tre mesi dopo mi era notificato l’avviso di pagamento con un aggravio di 15 euro.” Alla fine della storia, non sono riuscito a reprimere un sorriso e quando me ne ha chiesto il motivo, gli ho spiegato, che come persona gli è costato 15 euro in più, ma come cittadino, questo sindaco è costato molto ma molto di più alla nostra comunità. BUON FERRAGOSTO Monsignor Perrelli
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