prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

lunedì 14 dicembre 2015

Le acconciature nella Roma Antica

E anche attraverso le acconciature , che si e' riusciti a datare i reperti e i ritratti che ci sono pervenuti fino a noi .
Esse rappresentavano anche uno status sociale. 

Durante l'eta' repubblicana le signore si prendevano cura dei capelli in maniera molto semplice : le anziane li tenevano raccolti sulla testa con una treccia avvolta e fermata sulla cima del capo o dietro la nuca , a forma di cono chiamata ( tutulus ) , 
le giovani invece preferivano i capelli lunghi , divisi da una righa centrale e raccolti dietro a coda di cavallo o con una treccia fermata da spilloni.

Ma e' verso la fine del I secolo a.C che nasce la prima pettinatura tipicamente italica , ed era detta “ alla Ottavia “ contraddistinta da un riccio gonfio sulla fronte e da una ciocca di trecce sulla parte posteriore , non necessitava dell'aiuto della schiava pettinatrice ed era usata soprattutto dalle donne anziane appartenenti alla famiglia imperiale , come Ottavia maggiore , Ottavia minore e Livia .

Le acconciature diventeranno piu' rifinite con l'eta' imperiale , dove fara' la sua comparsa un attrezzo molto simile all'odierno ferro arricciacapelli : il cd calamistrum , inoltre venivano volumizzati attraverso un toupet.

Durante la dinastia dei flavi Tito e Domiziano ( 79-96 d.C.) prese corpo l'acconciatura detta alla “ Giulia di Tito “ , chiamata cosi' perche' ideata dalla figlia dell'imperatore Tito . Si trattava di un artificioso blocco di riccioli disposti a corona sulla fronte , e trecce che cadevano sulla nuca .

Fu una moda portata avanti anche durante il periodo di Traiano ( 98-117 d. C ) , dove pero' aumento' notevolmente il volume dell'acconciatura e di conseguenza il tempo necessario per curarli e preparali.

Fu grazie a Sabina , moglie dell'imperatore Adriano ( 117_138 d.C ) , che ritorno' a Roma la pettinatura alla greca , cd stile a melone con i capelli molto voluminosi e mossi e tirati indietro sul retro della nuca , o legati in due nodi sulla parte alta della testa.

La seconda moglie dell'imperatore Settimio Severo ( 193-211 d.C .) Giulia Domna , era solita portare parrucche molto sfarzose , fu anche un modo per non perdere molto tempo nella preparazione.

E gli uomini ?

Proprio come accade oggi , anche l'uomo dedicava l'inizio della sua giornata a curare il suo viso , a radersi la barba , e se apperteneva ad una famiglia nobile aveva un servo che svolgeva le funzioni di barbiere. Per chi non poteva permetterselo c'era la figura dei barbieri , detti tonsores , i quali esercitavano l'attivita' nella tonstrina , piccole botteghe dove si radeva la barba , si tagliavano e persino si tingevano i capelli . I clienti aspettavano su delle panche il loro turno , poi coperto da un camice detto involucrum , veniva servito dal barbiere che applicava un taglio alla moda , il piu' delle volte rifacendosi al taglio dell'imperatore regnante.

Fino a quando il mondo romano non subi' l'influenza e il fascino di quello greco , circa terzo secolo a.C , gli abitanti di Roma portavano capelli e barba lunghe ed incolte. Successivamente alle conquiste coloniali greche , si diffuse l'abitudine a rasarsi la barba e taglare i capelli corti o addirittura rasarli.

Col finire dell'eta' Repubblicana i capelli venivano portati corti e in avanti , era un modo per celare 
stempiature o calvizie. Per lo stesso motivo si ricorreva anche alle parrucche , preparate con una tecnica egizia che prevedeva l'uso della cera d'api e della resina per fissare le trecce di capelli su una testa di legno.

Dal I sec. d. C. i capelli saranno ben curati con ciocche che calano sulla fronte.
Il primo taglio della barba dei giovani romani era celebrato con la depositio barbae , si trattava di una cerimonia religiosa dove i peli venivano riposti in un cofanetto , ( piu' o meno di valore ,in base al ceto sociale del giovanotto ) , e offerti in dono alle divinita'accompagnando il tutto con banchetti dove venivano invitati parenti ed amici.

Sotto la dinastia di Adriano (117-138 d.C. ) faranno la loro comparsa barba e capelli lunghi e ricci ,sembra che l'imperatore non tagliava piu' la barba per nascondere una cicatrice sul viso , prendera' piede anche la tintura , si usava spesso portare i capelli biondi , e per chi era calvo c'era l'usanza di dipingerli con la tintura , mentre l'imperatore Commodo ( 180-192 d.C. ) , per dimostrare il suo primato sul resto del popolo romano , usava tingerli con la polvere d'oro.

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

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