Basilio Magno (in greco: Βασίλειος) nacque a Cesarea in Cappadocia nel 329; figlio di un ricco rettore e avvocato, suo nonno morì martire nella persecuzione di Diocleziano e sua nonna, Macrina, fu discepola di S. Gregorio, taumaturgo del Ponto (antica regione dell’Asia minore). Sua nonna, la madre Emmelia, i fratelli Gregorio, vescovo di Nissa, e Pietro, vescovo di Sebaste, e la sorella primogenita, Macrina, sono anch'essi venerati dalla Chiesa cattolica come santi.
Ebbe come primo maestro suo padre Basilio; in seguito continuò gli studi a Cesarea Costantinopoli ed Atene, la capitale culturale del mondo ellenico e pagano, dove conobbe Gregorio Nazianzeno.
Fece ritorno in patria nel 356e, dopo un breve periodo come insegnante di retorica, su esortazione della sorella, si ritirò a vita ascetica; visitò molti anacoreti dell'Egitto, della Siria, della Palestina e della Mesopotamia per comprendere meglio ed assimilare quel modo di vita interamente dedicato a Dio.
Ritornato in patria si ritirò sulle rive del fiume Iris, vicino ad Annosi nel Ponto, dove redasse la "Grande Regola" (Fusius Tractatae) e la "Piccola Regola" (Brevis Tractatae), come orientamento per la vita dei monaci che da lui presero il nome di monaci basiliani.
Intorno al 360 il vescovo Eusebio di Cesarea chiamò Basilio e gli conferì l'ordine del presbiterato. Dieci anni dopo, il 14 giugno 370, dopo la morte di Eusebio, venne eletto vescovo di Cesarea in Cappadocia.
Basilio combatté molto contro l'eresia ariana che, con l'appoggio dell'imperatore Valente, stava prendendo piede nella Chiesa e difese l'ortodossia cristiana anche contro i Macedoniani e l'imperatore Giuliano. Fece costruire una cittadella della carità con locande, ospizi, ospedale e lebbrosario, chiamata Basiliade: questa fu la più grande opera, che gli valse il nome di Magno.
Dopo l'uccisione dell'imperatore Valente da parte dei Goti nel 378, Teodosio I ristabilì la libertà religiosa e sulla sede di Costantinopoli, con l'appoggio di Basilio, fu insediato Gregorio Nazianzeno. Di lì a breve, provato dalle austerità, dalle malattie e sfinito dalle preoccupazioni, morì il 1° gennaio 379.
Scrisse molte opere di carattere dogmatico, ascetico, discorsi ed omelie, oltre ad un trattato per i giovani sull'uso e il comportamento da tenersi nello studio dei classici pagani, e moltissime lettere sui più svariati argomenti. Scrisse anche l'antologia origeniana "Filocalia" e un trattato sullo Spirito Santo in cui affermava la consustanzialità delle Tre Persone della Trinità.
I cattolici e gli anglicani celebrano la sua memoria liturgica il 2 gennaio, mentre la chiesa ortodossa il 1° gennaio. Prima del Concilio Ecumenico Vaticano II la sua festa era celebrata il 14 giugno, giorno in cui venne ordinato vescovo.
Gregorio Nazianzeno, detto Gregorio il Teologo, nacque ad Arianzo, cittadina presso Nazianzo (in Cappadocia), nel 329. Il padre Gregorio, ebreo della setta degli Hypsistiani, fu convertito dalla moglie al cristianesimo e divenne vescovo di Nazianzo; il fratello Cesario († 368) fu dottore presso la corte dell'Imperatore Giuliano e governatore di Bitinia.
Gregorio, nato qualche anno dopo il concilio di Nicea, nel quale si condannò l'eresia ariana, fu fortemente condizionato per tutta la vita dalle lotte che si scatenarono attorno alla definizione della vera natura della Trinità. Studiò prima a Cesarea di Cappadocia, dove conobbe e divenne amico di Basilio, poi a Cesarea in Palestina e ad Alessandria d'Egitto presso il Didaskaleion, infine, tra il 350 e il 358, ad Atene dove conobbe l'imperatore Giuliano.
Gregorio raggiunse poi l'amico Basilio nel monastero di Annisoi, nel Ponto ma abbandonò presto questa esperienza per tornare a casa, dove sperava di condurre una vita ancora più ritirata e contemplativa. Nel 361 fu ordinato sacerdote suo malgrado, dal padre, Vescovo di Nazianzo. Dapprima reagì fuggendo, ma poi accettò di buon grado la decisione paterna. "Mi piegò con la forza", ricorderà nella sua autobiografia. Nel 372 l'amico Basilio, allora Vescovo di Cesarea, costretto dalla politica ariana dell'Imperatore Flavio Valente a moltiplicare il numero delle diocesi sotto la sua giurisdizione per sottrarle all'influenza ariana, lo nominò vescovo di Sasima.
Gregorio non raggiunse mai la sua sede vescovile in quanto solo con le armi in pugno sarebbe potuto entrarvi. Morto il padre, tornò a Nazianzo dove diresse la comunità cristiana. Nel 379, salito al trono Teodosio I, Gregorio fu chiamato a dirigere la piccola comunità cristiana che a Costantinopoli era rimasta fedele a Nicea. Nella capitale dei cristiani di Oriente pronunciò i cinque discorsi che gli meritarono l'appellativo di "Teologo". Fu lui stesso a precisare che la "Teologia" non è"tecnologia", essa non è un'argomentazione umana, ma nasce da una vita di preghiera e da un dialogo assiduo con il Signore. Oratore perfetto, fu, a ragione, soprannominato il “Demostene cristiano”.
Nell'autunno del 382 divenne vescovo di Nazianzo per poi ritirarsi, dopo un anno, nella sua proprietà di Arianzo, dove morì il 25 gennaio del 390, dopo sei anni dedicati alla contemplazione e a studi ininterrotti.
Di lui si hanno ben 45 suoi discorsi, 244 lettere e molte poesie teologiche e storiche, scritte in una lingua ricca, armoniosa e pura.
Secondo una tradizione, attestata solo nel XVII sec., le reliquie di Gregorio Nazianzeno, conservate per molti secoli nella chiesa di Tutti i Santi a Costantinopoli, sarebbero giunte a Roma tramite alcune monache bizantine, sfuggite alle persecuzioni iconoclaste dell'VIII sec., che le avrebbero deposte nel monastero di Santa Maria in Campo Marzio, a loro donato dal Pp Zaccaria, monastero che poi assunse il nome di "Santa Maria e San Gregorio"; di lì furono traslate, per volere di Pp Grergorio XIII, nella Basilica di S. Pietro in Vaticano, nel 1580, dove sono tuttora conservate.
Secondo un'altra tradizione, non confermata da fonti, le reliquie di S. Gregorio sarebbero giunte a Roma all'epoca della quarta crociata, dopo il sacco di Costantinopoli del 1204.
Il 27 novembre 2004 Pp Giovanni Paolo II ha fatto dono al patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I di una parte delle reliquie di san Gregorio Nazianzeno venerate in Vaticano.
La chiesa d'Oriente celebra in due date la sua festa: il 30 gennaio insieme a Basilio Magno e Giovanni Crisostomo e il 25 gennaio da solo.
Significato del nome Basilio : “regale, degno di un re” (greco).
Significato del nome Gregorio : “sveglio, pronto nell’agire” (greco).
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