
S. Maria C. V. è amministrata da tre commercialisti, il Sindaco (Giudicianni), il Direttore Generale (Castaldo), il Dirigente ufficio contabilità (Sorà), che costantemente ci assillano con la loro volontà di tenere in ordine i conti pubblici dell’amministrazione. La loro professionalità, però, è oggi messa a dura prova, dati di fatto alla mano, dall’imposizione di un ulteriore balzello (20% IVA) rispetto a quello già richiesto ai cittadini sammaritani in relazione al pagamento della Tarsu. E mi spiego. Conti alla mano S. Maria C. V. è la città che in Italia paga l’aliquota più alta prevista dalla tassa che colpisce lo smaltimento dei rifiuti. A ciò nulla può obiettarsi perché, sebbene a tutto discapito di noi “sudditi” è l’amministrazione comunale a scegliere l’aliquota imponibile. Fatto diverso invece è aggiungere tassa su tassa e far pagare ai cittadini il 20% in più rispetto al dovuto con la scusa dell’IVA. I nostri amministratori comunali, commercialisti di professione, dunque, in dispregio alla legge, alle statuizioni della Corte Europea ed a quanto deciso dalla Corte di Cassazione, consentono, autorizzano ed approvano lo spoglio delle tasche dei cittadini. Non condividiamo la tesi del dolo, cioè della volontà di truffare i sammaritani, ma quella dell’ignoranza della legge, sì! Qualche mese fa, un noto opinionista della città del foro, sul suo blog, prima di essere denunciato per diffamazione, ha riportato una lettera a firma di un gruppo di commercialisti sammaritani, nella quale si evidenziavano le esperienze professionali, non proprio felici, dei nostri campioni, che si distinguevano per la fallimentare gestione delle società di cui essi portavano i conti. Apriti cielo, il presidente stesso dell’ordine dei commercialisti di Caserta intervenne chiedendo ed ottenendo che l’opinionista “ripulisse” il suo blog da tali affermazioni. Al tempo, tanto torto a chi censurò il blog non mi sentivo di darlo. Oggi, però, dopo avere pagato l’ennesima bolletta dell’immondizia rincarata del 20% per l’IVA, mi domando: ma non è che i commercialisti sammaritani avevano ragione!
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