Focus Cimitero/1. I 'morti' arricchiscono il consorzio Icaro
Area libera 'trasformata' a pagamento grazie ad una delibera di giunta. Cartelli affissi abusivamente e condizioni igieniche precarie. Il contratto con la Cooperativa andrebbe rivisto. (GUARDA LE FOTO in coda all'articolo)

L'area antistante il canile comunale, rigorosamente a sosta libera, è stata trasformata in area a pagamento. A quanto pare, a seguito di un colloquio con il comandante della Polizia municipale, per "regolamentare la sosta durante le festività nell'area cimiteriale". In effetti, senza voler urlare allo scandalo, il contratto tra il Comune e il Consorzio Icaro prevede che, in caso di estensione di aree di sosta a pagamento nei pressi del cimitero, la gestione della stessa va a confluire nelle mani di Gabriele Capitelli e dei 'Parcheggiatori sammaritani'. Nulla quaestio anche se il contratto è abbastanza datato. Fa riflettere però lo scenario posto al cospetto dei cittadini che, una volta giunti nei pressi del canile comunale, sono stati costretti a cimentarsi in un autentico slalom tra escrementi animali ed erbacce incolte. A questo si aggiunge l'affissione di un cartello (vedi foto) ad un palo dell'elettricità. Non pare che sia del tutto legale, o sbagliamo?
redazione in Cronaca 01/11/2010
Focus Cimitero/2. Tangenti legalizzate: tutti sanno, nessuno parla
Voce ai cittadini: "Per far riposare in pace i nostri cari si rischia di pagare anche una somma pari a 300 euro come obolo ai tre 'omoni' in nero"
In questi giorni di afflusso copioso verso i cimiteri, presi d’assalto come i negozi di giocattoli alla Vigilia di Natale, tra bambini che scorazzano felici come in un parco giochi, donne che civettano ed uomini che parlano del gol spettacolare del Pocho, noi cittadini sammaritani non possiamo non notare i tre personaggi abituali di viale Pimpinella. Chi ha avuto la sfortuna di assistere alla sepoltura di un proprio caro avrà di certo capito di chi si tratta: tre prestanti uomini, di cui uno solo più attempato, che misteriosamente si materializzano di fronte alla lapide o alla cappella dove sta per essere riposta la salma. Chi siano davvero nessuno lo sa... ovviamente, ma tutti sanno cosa devono fare. Questi gentiluomini si avvicinano ai parenti dell’estinto fingendo di aiutare gli operai a sigillare la lapide e ricevono un obolo a piacere. Il motivo di queste richieste, a volte tacite, almeno in apparenza non c’è, ma dalle più’ o meno velate allusioni alla possibilità di un incidente alla cappella di famiglia o di atti vandalici alle lapidi, è intuibile che “convenga” affidarsi a questi angeli protettori. Quindi se un posto in Paradiso non ha prezzo, per un ultimo posto tranquillo su questa terra si possono spendere dai 50 ai 300 euro! Detto che, le stesse agenzie di pompe funebri dicono di essere estranei ai tre soggetti in questione ed allo stesso tempo raccomandano di essere cauti onde evitare eventuali ritorsioni da parte di sconosciuti, è ammirabile la puntualità e l’efficienza che i nostri tre eroi dimostrano nella riscossione dell’offerta. Ora le mie domande sono: • D’accordo che siamo nel periodo di Halloween ma si tratta semplicemente di spettri che tutti avvistano solo nel cimitero o queste persone sono tanto conosciute da dover esser ignorate? • Anche se ci troviamo in una società così selvaggia come la nostra è mai possibile che nel momento più straziante della morte, quello dell’abbandono dai propri cari con mamme che piangono disperate i propri figli , mariti le proprie moglie etc ci sia uno sciacallaggio così efferato, un ricatto tanto trasparente quanto invisibile per una città che a partire dalle sue istituzioni fin all’ultimo cittadino da troppo tempo ha deciso di chiudere gli occhi?
Giovanni Russo in Cronaca 01/11/2010
Focus Cimitero/3. Le cappelle cadono a pezzi, class action contro il Comune
L'Ente di Giudicianni chiamato in causa per aver 'omesso di procedere all'esecuzione dei lavori in danno
Per la incresciosa e degradata situazione che si registra presso il locale cimitero a causa del crollo di alcune cappelle di proprietà di congregazioni, sono stati presentati i primi ricorsi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere da parte di cittadini che lamentano la impossibilità di dare degna sepoltura ai loro cari a causa dello sventramento di alcune cappelle. Non si esclude che possa essere azionata una vera e propria “class action” nel senso che più cittadini si raggruppano per ottenere uno stesso risultato per vedere soddisfatti i propri diritti, in questo caso, proprio per dare una cristiana sistemazione ai resti dei propri cari. I primi ricorsi all’autorità giudiziaria sono stati proposti nei confronti, prima delle confraternite titolari delle rispettive cappelle, poi nei confronti della Curia Arcivescovile di Capua ed infine, nei confronti del comune di Santa Maria Capua Vetere. Le confraternite, in quanto titolari della proprietà delle singole cappelle sono state chiamate in causa per non aver evitato o, quantomeno, limitati i danni derivanti dai crolli, la Curia Arcivescovile di Capua è stata chiamata in causa perché, essendo subentrata ad alcune congreghe sciolte, non ha provveduto ad intervenire ed infine il comune è stato chiamato in causa poiché, pur avendo emesso un’ordinanza e non essendo stata eseguita, ha omesso di procedere all’esecuzione dei lavori in danno. Un bel ed interessante caso giudiziario che alcuni cittadini hanno promosso per poter procedere, dopo anni di abbandono, ad una degna sepoltura dei resti dei familiari ora abbandonati fra le macerie delle singole cappelle. Tutto ciò si verifica nel vecchio cimitero dove la situazione è quanto mai critica dal punto di vista della staticità. Costruito su terreni di riporto, nel corso degli anni si sono registrati numerosi crolli. Negli ultimi tempi, infatti, dopo aver mostrato segni di cedimento, è crollata, siamo all’incirca nel 2001, almeno per quanto riguarda la parte interna, per fortuna senza causare danni a persone, la cappella del sacro Cuore. Ovviamente, il crollo ha creato uno stato di tensione fra coloro che hanno parenti seppelliti nei loculi per i quali hanno chiesto a più riprese un immediato ripristino della struttura. In precedenza nella zona vecchia del cimitero, nel 1997 un altro crollo interessò la cappella de “La Collegiale” per la quale solo da poco tempo sono terminati i lavori di recupero. Questi crolli dimostrano la precarietà del terreno sul quale sono state costruite, alcune addirittura nel secolo scorso le cappelle, almeno delle congregazioni per le quali ultimamente il sindaco ha predisposto un’ordinanza per la loro pulizia e manutenzione. A questo stato di precarietà deve aggiungersi la fatiscenza della rete fognaria del pio luogo costruita da decenni e per la quale, pare non vi sia stato mai alcun tipo di manutenzione. In pratica, la rete non riesce a far fronte all’abbondanza di acqua piovana per cui questa si infiltra nel sottosuolo causando i crolli segnalati. Antonio Tagliacozzi in Cronaca 01/11/2010
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