Caterina, al secolo Zoe Catherine Labourè, nasce in Francia, a Fain-lès-Moutiers, un villaggio della Borgogna, il 2 maggio 1806, da Pietro e Luisa Maddalena Gontard. Rimasta orfana di madre a nove anni con sette fratelli e due sorelle, Caterina non poté frequentare le classi elementari ma dovette rendersi utile in famiglia e, più tardi, prenderne le redini.
A 12 anni, il 25 gennaio 1818, fece la prima Comunione. Giunta all'adolescenza, dopo l'apparizione in sogno di S. Vincenzo de' Paoli, che la invitava ad entrare tra le sue suore, chiese di entrare in una casa delle Figlie della Carità.
Il 21 aprile 1830 Caterina entrò come Postulante tra le Figlie della Carità (una sorella l'aveva preceduta nel 1818) a Chatillon-sur-Seine. In seguito fu mandata a Parigi per il noviziato, nella Casa Madre situata in Rue du Bac. Durante il suo noviziato ebbe altre visioni, come quelle di Gesù Eucaristico e di Cristo Re (giugno 1830).
Le apparizioni che hanno avuto la maggiore risonanza sono state quelle dell'Immacolata della "Medaglia miracolosa": 18 giugno e 26 novembre 1830 (per maggiori dettagli, leggere ricorrenza del 27 novembre >>> Beata Vergine Della Medaglia Miracolosa). Il messaggio mariano era semplice, predisponeva alla proclamazione del dogma dell'Immacolata (Beato Pio IX - Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878 - l'8 dicembre 1854) insegnando una semplice ed essenziale preghiera: “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”.Caterina sentiva quindi l'invito:« Fai coniare una medaglia su questo modello; le persone che la porteranno al collo riceveranno grandi grazie. Le grazie saranno più abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia» ed infine veniva assicurata della protezione di Maria sulla famiglia vincenziana che usciva dolorosamente provata dall'epoca rivoluzionaria e napoleonica.
Caterina confidò il suo segreto al confessore P. Giovanni Battista Aladel che ne parlò all'arcivescovo di Parigi, mons. Giacinto De Quélen, che autorizzò il conio della medaglia: le prime uscirono nel giugno 1832. In dieci anni vennero coniate e diffuse ben 100 milioni di medaglie che subito varcarono i confini della Francia e venne popolarmente chiamata "Medaglia Miracolosa".
Caterina, eccezion fatta per i pochi superiori ai quali dovette manifestare quanto era accaduto, si chiuse nel più grande riserbo e rimase nell'ombra per il resto della sua esistenza. Terminato il noviziato, il 20 gennaio 1831, vestiva l'abito delle Figlie della Carità e il 3 maggio 1835 pronunciava i primi voti.
Veniva inviata a svolgere la sua missione nella Casa di riposo di Reuilly, dedicata al Duca d'Enghien. Qui vi rimase fino alla fine dei suoi giorni servendo con premura materna i poveri, gli anziani, i malati nelle diverse mansioni che le vennero affidate.
L'aver visto la Madonna non fu mai occasione di vanto, ma di impegno e stimolo. Alla fine della vita dirà: “Io non sono stata che uno strumento. Non è per me che la S. Vergine è apparsa, ma per il bene della Compagnia e della Chiesa”. Nulla di appariscente ci fu nella sua esistenza: praticò le virtù cristiane e quelle della donna consacrata in maniera umile e forte, semplice ed eroica, raggiungendo un alto grado di santità nella vita quotidiana e nel servizio dei poveri nei quali scorgeva il volto di Cristo.
Gli anni si facevano sentire come pure i vari malanni, di cui soffriva, si aggravarono. Si spense con grande serenità di spirito il 31 dicembre 1876.
Nel 1896 si apriva il processo diocesano e nel 1907 la causa di beatificazione e canonizzazione venne introdotta a Roma.
Fu beatificata da Pp Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939) il 28 maggio 1933 e canonizzata dal Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958) il 27 luglio 1947.
Quando la sua salma fu esumata, le mani, che avevano toccato la Madonna, e gli occhi, che l'avevano veduta, apparvero straordinariamente conservati; le sue reliquie riposano nella cappella in cui ebbe le apparizioni.
Significato del nome Caterina : “donna pura” (greco).
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