prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

giovedì 30 aprile 2020

Finisce la guerra in Vietnam

mercoledì 30 aprile 1975 (45 anni fa)
 
 
 Finisce la guerra in Vietnam: «Questa è un sporca guerra crudele ma spero che voi a casa riusciate a capire perché la combattiamo». Furono le ultime parole indirizzate da un soldato americano alla sua famiglia, prima di morire in battaglia nel 1969. Sei anni dopo terminava uno dei conflitti più sanguinosi del Novecento, che avrebbe lasciato sul terreno i corpi straziati di milioni di innocenti e di giovani soldati mandati a morire senza un perché.

Iniziata ufficialmente nel 1955, la guerra in Vietnam aveva visto intensificarsi l'intervento statunitense nel 1964, con bombardamenti a tappeto e attacchi via terra. Teatro degli scontri era stato in prevalenza il territorio del Vietnam del Sud, dove le forze insurrezionali filo-comuniste (chiamati Viet Cong) si opponevano al regime fantoccio sostenuto dagli USA in funzione antisovietica.

Dieci anni di strategie militari fallimentari e di proteste dell'opinione pubblica americana per le ingenti perdite umane portarono il governo Nixon, indebolito dallo scandalo Watergate, a decidere il totale ritiro delle truppe e a firmare la pace di Parigi nel gennaio del 1973. La promessa di non far mancare aiuti economici e militari alle truppe governative del Vietnam del Sud non venne mantenuta, per la ferma opposizione del Congresso USA e il venir meno dei poteri del Presidente in carica.

Questo scenario spianò la strada all'offensiva finale della milizia comunista (sostenuta su larga scala da Cina e URSS), lanciata nel 1975 in barba agli accordi di pace. Il 30 aprile dello stesso anno avvenne l'ultimo atto della guerra con la caduta di Saigon e la presa del potere da parte del regime comunista del Vietnam del Nord, che unificò il paese dando vita, il 2 luglio del 1976, alla Repubblica Socialista del Vietnam.

Si concluse così uno dei conflitti più feroci del XX secolo, nel corso del quale vennero lanciati esplosivi in un numero superiore a quelli utilizzati su tutti i fronti della Seconda guerra mondiale. In più le forze USA utilizzarono un nuovo tipo di bombe al napalm, contenenti fosforo bianco e per questo in grado di amplificare gli effetti distruttivi sugli esseri umani e sull'ambiente naturale.

Il bilancio finale dei morti consegnò numeri drammatici su entrambi i fronti: 4 milioni di civili e un milione di soldati tra i vietnamiti, 58.226 tra i soldati USA. A questo si aggiunse un numero imprecisato di feriti, in molti rimasti mutilati e invalidi per il resto della vita. Sul piano economico le operazioni belliche costarono alle casse di Washington circa 165 miliardi di dollari.

I racconti dal fronte dei soldati, scioccati dai massacri di civili e dalla violenza dei combattimenti, colpirono profondamente l'opinione pubblica americana e non solo, alimentando un ampio movimento pacifista e di contestazione alla politica estera aggressiva degli Stati Uniti, che alla fine influì sul corso degli eventi e portò a cambiamenti epocali nella società; su tutti l'abolizione della leva obbligatoria nel 1973.

In ottica "guerra fredda", l'esito finale del conflitto sancì una sconfitta bruciante per la superpotenza americana e segnò profondamente la politica estera successiva, vincolando i poteri del Presidente di impegnare truppe su un fronte di guerra all'assenso del Congresso.
 
 
Santa Maria Capua Vetere, lì 30 aprile 2020
 
Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco

mercoledì 29 aprile 2020

Pavarotti debutta nella lirica

sabato 29 aprile 1961 (59 anni fa)
 
 
 Pavarotti debutta nella lirica: Dal cuore dell'Emilia ai palcoscenici più prestigiosi del mondo, dando nuovo lustro a quella lunga tradizione di tenori inaugurata da Enrico Caruso e proseguita con Gigli, Del Monaco e Di Stefano. Nacque così la parabola di Big Luciano che per quarant'anni fu tra i principali ambasciatori della cultura italiana nel mondo.

La musica era un aspetto predominante della quotidianità della famiglia modenese dei Pavarotti. Il padre Fernando, fornaio di professione, nutriva una sconfinata passione per il canto, che aveva trasmesso al figlio Luciano. Le spiccate doti del giovane erano emerse attraverso gli studi con il tenore Arrigo Pola e il Maestro Ettore Campogalliani. Nel frattempo, allenava l'udito con i dischi dei grandi di allora, sperando un giorno di imitarne le gesta.

Dopo la vittoria al concorso intitolato alla memoria del celebre compositore emiliano Achille Peri, per Pavarotti si spalancarono le porte del debutto su un palcoscenico importante. Nella primavera del 1961 venne scritturato per la parte di Rodolfo ne La Bohème di Giacomo Puccini, sotto la direzione di Francesco Molinari Pradelli. La rappresentazione era prevista per sabato 29 aprile al Teatro Municipale "Romolo Valli" di Reggio Emilia.

Il nervosismo manifestato alle prove della vigilia svanì durante l'esibizione in pubblico, che si spellò le mani dopo la magistrale interpretazione della celebre aria «Che gelida manina». Fu una serata memorabile per il 25enne di Modena, che conservò per sempre un legame speciale con l'opera di Puccini. Acclamato in tutti i teatri italiani, quattro anni più tardi Pavarotti affrontò la prima tappa di un trionfale tour negli Stati Uniti d'America.

All'esordio di Miami nel 1965, seguirono altre performance a San Francisco e Philadelphia, fino alla definitiva consacrazione del 17 febbraio 1972: quel giorno mise in scena la Fille du Regiment di Donizetti al Metropolitan di New York, stregando la platea con nove Do di petto. La gente gli tributò 17 chiamate ed ovazioni al sipario, un record mai raggiunto (e tuttora imbattuto) nella storia della lirica.

Gli anni Novanta lo videro impegnato in indimenticabili concerti all'aperto, tenuti nei luoghi simbolo delle principali capitali del mondo: dall'Hyde Park di Londra al Central Park di New York nel 1993 (davanti a oltre mezzo milione di persone e a milioni di telespettatori collegati da ogni parte), fino all'esibizione parigina all'ombra della Torre Eiffel. Negli stessi anni rimasero indelebili nella memoria i concerti dei «Tre Tenori» con Placido Domingo e José Carreras.

Il forte legame con la terra natia lo spinse a fare di Modena il cuore di un evento di respiro internazionale e animato da scopi benefici. Dal 1992 al 2003 "Pavarotti & Friends" portò nella città emiliana le grandi star del pop e del rock internazionale, da Bono Vox ai Deep Purple, protagonisti di suggestivi duetti con Big Luciano. Al termine della carriera nel 2006, Pavarotti poteva vantare numeri da capogiro: 331 concerti e 315 recital, per un totale di 1.266 rappresentazioni in più di 60 Paesi nel mondo.
 
 
Santa Maria Capua Vetere, lì 29 aprile 2020
 
Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco

 

martedì 28 aprile 2020

Laura Boldrini

 (nata 59 anni fa)
 
 Laura Boldrini: Terza donna a ricoprire lo scranno più alto di Montecitorio, è un esponente di primo piano della politica italiana e una strenua paladina dei diritti delle donne e dei rifugiati.

Marchigiana di Macerata, coniuga gli studi in legge alla Sapienza di Roma con lunghi viaggi in giro per il mondo. Dopo un'esperienza da giornalista e autrice per la RAI, nel 1989 inizia a lavorare con la FAO, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, occupandosi di produzione video e radio.

Successivamente e per cinque anni, lavora presso il Programma alimentare mondiale (WFP) come portavoce per l'Italia, fino a quando riceve l’incarico di ambasciatrice dell’UNHCR, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, per coordinare le attività di informazione in Sud Europa; carica che ricopre fino al 2012.

Candidata nel 2013 per Sinistra Ecologia Libertà, viene eletta e il 16 marzo diventa Presidente della Camera. Nelle elezioni 2018 torna alla Camera con Liberi e Uguali. In carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il titolo di cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana nel 2004, il Premio Consorte del Presidente della Repubblica nel 2006 e il Premio giornalistico alla carriera Addetto stampa dell'anno del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti nel 2009.




Santa Maria Capua Vetere, lì 28 aprile 2020

Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco

Inaugurati gli studi di Cinecittà

mercoledì 28 aprile 1937 (83 anni fa)
 
 Inaugurati gli studi di Cinecittà: Da strumento di propaganda e di "distrazione di massa" nato negli anni bui del regime, Cinecittà diventa in poco tempo la grande fabbrica di sogni made in Italy, capace di tenere testa ai mitici studios hollywoodiani. Oggi, oltre ad essere la più grande città del cinema in Europa, è la memoria storica di ottant'anni di settima arte.

Dall'inizio degli anni Trenta, il regime fascista intuisce le potenzialità del cinema come strumento di propaganda e adotta una serie di provvedimenti, che hanno l'effetto da un lato di scoraggiare le importazioni di film stranieri, dall'altro di alimentare una produzione locale. Il prodotto finale di questa strategia è la cosiddetta Legge Alfieri del 1939, che istituisce l'Ente Nazionale Industrie Cinematografiche (ENIC).

Nel frattempo, la fine dei vecchi studi Cines nel 1935, distrutti da un incendio, crea le condizioni per la costruzione di un nuovo e più vasto complesso, rispondente alle ambizioni "imperiali" dell'Italia mussoliniana. La zona in questione viene individuata in un terreno di 500mila metri quadrati, lungo la via Tuscolana, a 9 chilometri dal centro di Roma. Del progetto vengono incaricati l'architetto Gino Peressutti e l'ingegnere Carlo Roncoroni.

Partiti a gennaio del 1936, i lavori vengono ultimati in appena 15 mesi. Il 28 aprile del 1937 è il giorno dell'inaugurazione e a presiederla è Benito Mussolini. Il complesso che si trova davanti è qualcosa di completamente inedito in Europa e potrebbe fare invidia agli Americani: 73 edifici (tra cui 16 teatri di posa, dotati delle strumentazioni più all'avanguardia), 40mila mq di strade e piazze, tre piscine per le riprese sott'acqua, 35mila mq di giardini, 900 dipendenti fissi.

Una vera "città del cinema", di nome e di fatto, dove trovano spazio l'Istituto Luce (memoria storica degli albori del cinema italiano) e il Centro Sperimentale di Cinematografia (tutt'oggi la più antica fucina italiana di attori e registi). Prima pellicola ad uscire dai nuovi studios è Scipione l'Africano (1937) di Carmine Gallone. La censura fascista non consente grande libertà di generi, per cui prevale in questa prima fase un cinema d'evasione, fatto di sentimenti passionali e di uomini forti e risoluti come Amedeo Nazzari e Massimo Girotti.

Il periodo d'oro per Cinecittà arriva negli anni Cinquanta con il filone peplum (termine che nell'antica Grecia indicava la tipica tunica femminile), ossia dei "film storici in costume" (legati al contesto biblico o all'Impero romano), che trovano qui la location ideale: da Quo vadis? a Ben Hur, passando per Gli ultimi giorni di Pompei. Negli stessi anni escono i primi capolavori firmati da Visconti, De Sica e Fellini, destinati a fare scuola nei decenni a venire.

Qui vengono girati oltre tremila film, di cui 47 ricevono l'ambito Premio Oscar. In questo arco di tempo il complesso di via Tuscolana conserva il suo primato europeo, tenendosi al passo con il progresso tecnologico; dal 2001, ad esempio, viene aperto uno spazio interamente dedicato al digitale, con attrezzature tra le più sofisticate in campo mondiale.

Il ruolo di memoria storica del cinema italiano e internazionale si conferma in questi anni, soprattutto attraverso il prezioso lavoro del centro per il restauro e recupero di pellicole, sia in bianco e nero che a colori.
 
 
 
Santa Maria Capua Vetere, lì 28 aprile 2020
 
Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco

lunedì 27 aprile 2020

Antonio Gramsci

data di nascita: giovedì 22 gennaio 1891 (129 anni fa)
data morte: martedì 27 aprile 1937 (83 anni fa)
 
 
Antonio Gramsci: Intellettuale tra i più eminenti del secolo scorso, fu il principale ideologo, oltre che co-fondatore, del Partito Comunista Italiano.

Nato ad Ales, in provincia di Oristano, e morto a Roma nell'aprile del 1937, trascorse un'infanzia tormentata, sia per problemi fisici (cagionati da una brutta caduta), sia per disavventure familiari, che videro suo padre finire in carcere e moglie e figli finire in miseria.

Iscrittosi alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino, qui sposò le idee del socialismo, che ispirarono la sua attività di giornalista prima dell'Avanti e poi di Ordine nuovo, settimanale da lui fondato insieme a Palmiro Togliatti.

Negli anni Venti sostenne la lotta operaia nelle fabbriche del Nord e contro le posizioni riformiste del PSI promosse, insieme con Amedeo Bordiga, la fondazione di un nuovo partito, che vide la luce il 21 gennaio 1921, nel Teatro San Marco di Livorno: nacque così il PCI, tra le cui fila venne eletto deputato il 6 aprile del 1924.

Finito nel mirino di Mussolini e della repressione fascista, fu processato e condannato a 20 anni di carcere. Rinchiuso nella prigione di Turi (a Bari), qui scrisse i Quaderni del carcere, una raccolta di appunti di storia, politica e filosofia pubblicata postuma e destinata ad entrare tra i grandi classici del pensiero politico.
 
 
 
Santa Maria Capua Vetere, lì 27 aprile 2020
 
Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco

Posta la prima pietra per il Palazzo di Westminster

lunedì 27 aprile 1840 (180 anni fa)
 
 Posta la prima pietra per il Palazzo di Westminster: La casa del più antico parlamento della storia ha avuto due diverse vite sulla riva settentrionale del Tamigi. La prima finì con un incendio che la distrusse quasi completamente. La seconda iniziò a pochi anni di distanza da quell'evento funesto e la vide assumere quell'aspetto inconfondibile che insieme con il "grande Ben" è ancora oggi il simbolo di Londra.

Fin dall'anno Mille nelle acque del Tamigi si era specchiata una costruzione destinata alle massime istituzioni del regno d'Inghilterra. Residenza reale dai tempi di re Canuto il Grande, il Palazzo di Westminster (nome ripreso dalla celebre abbazia, formato dall'unione delle parole west, "occidente", e minster, "monastero", quindi "monastero occidentale"), iniziò ad ospitare il Parlamento inglese fin dalla sua nascita (il cosiddetto Model Parliament), nel lontano 1295.

Di dimensioni molto più ridotte rispetto a quelle che ha attualmente, l'antico edificio era comunque considerato una fortezza inespugnabile, che aveva superato indenne diversi tentativi di distruggerlo. L'episodio rimasto memorabile, per le trasposizioni letterarie e cinematografiche (il film più recente è V per Vendetta del 2005), è quello della Congiura delle polveri, avvenuto nel 1605: un gruppo di estremisti cattolici capeggiato da Guy Fawkes tentò di farlo saltare in aria ma venne scoperto poco prima di mettere in atto il piano.

L'incendio che si scatenò il 16 ottobre 1834 gli fu invece fatale. Le fiamme, originate da una stufa utilizzata per bruciare la corrispondenza, risparmiarono soltanto Westminster Hall, la Jewel Tower, la cripta della cappella di Santo Stefano e il chiostro. Dopo un lungo dibattito condotto all'interno di un'apposita Commissione Reale, incaricata di decidere come e dove ricostruire l'edificio, si stabilì di conservare l'antica collocazione e che la nuova struttura avrebbe dovuto inglobare le parti sopravvissute all'incendio.

Una nuova discussione nacque sullo stile architettonico da adottare. Una parte preferiva lo stile classico, ritenuto più consono al prestigio dell'istituzione parlamentare. Altri invece sostenevano lo stile "gotico", in quanto tratto identitario delle costruzioni cristiane e in particolare della vicina Abbazia di Westminster, da secoli un luogo simbolo della capitale britannica. Prevalse questa seconda ipotesi, in base alla quale venne bandito un concorso.

Tra 97 progetti presentati venne premiato quello dell'architetto Charles Barry, che disegnò un palazzo di quattro piani, articolato in 1.100 stanze, 100 scalinate e 5 km di corridoi. All'esterno risaltava la facciata neogotica, nella linea esile e slanciata terminante in una serie di piccole guglie. Un aspetto importante è che nel progetto era previsto che le due camere avessero ognuna una sede propria, riconoscendo di fatto il ruolo principale di casa del Parlamento.

Completavano la struttura tre torri, una di medie dimensioni in posizione centrale, e due più alte poste alle due estremità, rispettivamente a sud la Victoria Tower (chiamata così successivamente in onore della regina Vittoria) e a nord la Torre dell'orologio, poi ribattezzata Big Ben e più recentemente Elizabeth Tower.

Fu la moglie di Barry, Sarah, a presiedere la cerimonia della posa della prima pietra, il 27 aprile 1840. Nel 1847 venne completata la Camera dei Lords, cinque anni dopo la Camera dei Comuni. I lavori terminarono definitivamente nel 1870. I bombardamenti tedeschi della Seconda guerra mondiale distrussero completamente la Camera dei Comuni, per cui si rese necessaria un'opera di restauro completata nel 1950.

Posto sotto egida UNESCO come Patrimonio dell'Umanità, Westminster è oggi uno dei luoghi più visitati di Londra.



Santa Maria Capua Vetere, lì 27 aprile 2020


Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco

domenica 26 aprile 2020



La città del Foro:......Attività commerciali in ginocchio.

Con l’emergenza  Coronavirus il Sindaco Mirra richiama l’attenzione ai suoi concittadini «Spendete a Santa Maria Capua Vetere, appena sarà possibile usciamo a fare una passeggiata per la città, sosteniamo i nostri commercianti».
Con questo appello il Sindaco parla anche dei tributi locali che saranno tutti rinviati e delle compensazioni sull’occupazione di suolo pubblico.
 Appello del Sindaco Mirra: Spendete in città.
https://www.casertafocus.net/home/index.php?option=com_content&view=article&id=35332&catid=8&Itemid=130

Sulla crisi delle attività commerciali della città del Foro c’è da dire comunque che non sembrerebbe sia stata l’emergenza da Coronavirus a causarla.
La crisi economica nella città, come in tutte le città italiane, si è evidenziata man mano negli anni con la chiusura di alcuni negozi sul corso Garibaldi ed in altre strade circostanti il territorio sammaritano.
Tra le cause imputabili alla chiusura di alcune attività commerciali potrebbero esserci: l’apertura dei grandi centri commerciali, la riduzione dei posti di lavoro nelle aziende e quindi una maggiore disoccupazione che hanno dato rilevanti riflessi  per gli acquisti nella città.
In questi mesi c’è stata la stesura del preliminare del P.U.C. ( Piano Urbanistico Comunale) . La sua attuazione, dopo le dovute procedure amministrative, che non sono brevi, potrebbe essere uno strumento d’indirizzo per un concreto piano commerciale per la città.
Durante la campagna elettorale del 2016 ogni coalizione politica non trascurava l’esigenza di un rilancio del commercio. Al momento risulterebbe una scarsa attività di rilancio del commercio nella città, così come risulterebbe segnalato anche dai rappresentati di categoria.
La città del Foro detta Antica Capua ha molte risorse storiche, culturali ed archeologiche, le quali hanno  testimonianze come l’Anfitetaro Campano, il Museo Archeologico dell’Antica Capua, il Mitreo, il Teatro Garibaldi,il Duomo,le Università, insomma un territorio pieno di cultura e di storia.
E’ da ricordare che sul territorio sammaritano erano fiorenti anche molte attività Industriali come il Tabacchificio, la Siemens, ecc..ecc..che coprivano oltre 10.000 posti di lavoro per tutta la Campania.
Quindi, una cosa è certa a prescindere dalla redazione di un piano commerciale per la città il quale ha i suoi tempi per la redazione, potrebbero essere intraprese molte iniziative per rilanciare l’economia nella città. Manifestazioni pubbliche, circuiti culturali con visite nei siti storici della città, organizzazioni sul territorio con stend  per Sagre e feste di ogni genere, sono solo alcuni esempi  per rilanciare la Bellezza della Città, nel rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid19.
 
Santa Maria Capua Vetere, lì 26 aprile 2020
 Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco


Giorgia

 (nata 49 anni fa)
 
 
Giorgia: Star del pop italiano con oltre sette milioni di dischi venduti, la sua è una delle voci più belle e potenti della storia della musica.

Nata a Roma, Giorgia Todrani sale alla ribalta con "Sanremo Giovani 1993" che vince con il brano Nasceremo e con "Sanremo 1994" dove arriva settima tra le nuove proposte con E poi. Il palco dell'Ariston la consacra definitivamente l'anno seguente con il trionfo di Come saprei. Seguono album di straordinario successo, come "Come Thelma & Louise" (1995), "Mangio troppa cioccolata" (1997) e "Girasole" (1999).

Vincitrice di un Nastro d'argento nel 2003 (con Gocce di memoria, tema del film "La finestra di fronte" di Ozpetek), mette in bacheca anche otto Italian e Wind Music Awards e un Premio Lunezia. Impegnata come ambasciatrice dell'Unicef per l'istruzione dei bambini e delle donne nel sud del mondo, nel 2013 ottiene il disco di platino per l'album "Senza paura", trascinato dal singolo Quando una stella muore.

Nel 2015 riceve il disco di platino per il "Greatest Hits" del 2002, con cui supera complessivamente un milione di copie vendute. L'anno seguente, sforna il decimo album di inediti, Oronero, trascinato dall'omonimo singolo. Nel gennaio 2018 esce l'album Oronero live, con brani dal vivo di cui due inediti. Nel successivo mese di novembre pubblica Pop Heart, il suo primo album di cover.
 
 
Santa Maria Capua Vetere, lì 26 aprile 2020
 
 
Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco



Disastro alla centrale nucleare di Chernobyl

sabato 26 aprile 1986 (34 anni fa)
 
 
Disastro alla centrale nucleare di Chernobyl: Un test di sicurezza compromesso dalla cieca ambizione e dalla sciatteria umana scatena l'inferno nel cuore dell'ex Unione Sovietica. Alle vite cancellate in un istante dalla tremenda esplosione se ne aggiungono altre, innumerevoli, avvelenate lentamente dalle radiazioni. Anche oggi nessuno è in grado di dire con certezza quante perdite umane sono legate a quella sciagurata notte.

Il 1986 è un anno cruciale nell'evoluzione della "guerra fredda" tra Stati Uniti e URSS. L'elezione di Mikhail Gorbaciov a segretario generale del Partito comunista sovietico (massima carica del regime) sembra promettere l'inizio di una nuova era nei rapporti tra le due superpotenze e soprattutto una svolta nella febbrile corsa agli armamenti, scongiurando l'imminenza di un conflitto nucleare. Ma è un processo lento.

Nella primavera di quell'anno, infatti, il clima è ancora teso ed è forte in URSS la paura di un attacco alle centrali nucleari. Per questo si effettuano numerosi test di sicurezza per verificare il funzionamento dei reattori in condizioni "limite". Simili operazioni avvengono nel sito nucleare di Chernobyl, situato nelle adiacenze della città ucraina di Pripjat', a 16 km dal confine con la Bielorussia. Utilizzata per produrre energia elettrica ad uso civile e plutonio per scopi militari, la centrale funziona attraverso 4 reattori.

Gli standard di sicurezza sono lontani da quelli adottati a quel tempo nel mondo occidentale e la storia della sua costruzione è costellata di elementi allarmanti sotto il profilo dell'affidabilità. La notte di sabato 26 aprile tutto ciò emerge con estrema drammaticità incrociando l'errore umano. Il vice capo ingegnere Anatoly Dyatlov ha il comando delle operazioni e decide di verificare se la turbina del reattore 4 è in grado di generare energia per inerzia, anche in presenza di un'interruzione della corrente elettrica.

Per gli altri tecnici si tratta di un'operazione rischiosa, per via delle condizioni non ottimali della potenza del reattore. Dyatlov non sente ragioni, accecato dall'ambizione di prendere il posto del suo superiore. All'1.23 si dà avvio all'esperimento ed è l'inizio della fine. La catastrofe si materializza in appena un minuto: la pressione del reattore è alle stelle e il disperato tentativo di bloccarne la potenza si rivela fatale, aumentandone di cento volte la potenza distruttiva. A una prima esplosione ne segue una seconda di maggiore portata, che disperde nell'aria 50 tonnellate di carburante nucleare. Scattano immediatamente i soccorsi ma il rischio radioattivo è di fatto inarginabile: il primo bilancio ufficiale parla di 31 vittime che sale a 65 tra tecnici della centrale e soccorritori.

Nelle prime ore le autorità sovietiche sono impegnate a minimizzare l'incidente agli occhi del mondo, salvo poi fare dietrofront quando la nube radioattiva raggiunge il resto dell'Europa, arrivando a lambire l'area del Mediterraneo. Nel frattempo viene fatta sgombrare l'intera città di Pripjat', decisione poi allargata a tutti i residenti nel raggio di 30 km dall'impianto. Centri abitati e vegetazione assumono l'aspetto di luoghi fantasma che conserveranno nei decenni a seguire.

Il rischio contaminazione scatena il panico nell'opinione pubblica europea, in particolare in Italia dove si vieta il consumo degli alimenti più a rischio come latte e insalata. In quel periodo prende forza il movimento antinucleare, che con il referendum del 1987 porta allo stop definitivo della produzione di energia nucleare in Italia.

Ricordato come il più grave incidente nucleare della storia, l'unico insieme a quello di Fukushima del 2011 a far registrare il massimo livello previsto dalla scala INES dell'IAEA, Chernobyl resta una questione aperta su cui si dividono istituzioni e associazioni antinucleariste. Esiste infatti una guerra di cifre sul numero reale delle vittime delle radiazioni, stimabile secondo l'ONU intorno ai 4mila casi tra tumori e leucemie, in un arco di tempo di ottant'anni. Per Greenpeace il rischio decessi potrebbe interessare 6 milioni di persone.
 
 
Santa Maria Capua Vetere, lì 26 aprile 2020
 
Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco

sabato 25 aprile 2020


CONVIVERE CON IL” DOPO”  CORONAVIRUS.


Sicuramente …per il “dopo” Coronavirus sarà prevista una tempistica differenziata per il ritorno alla vita sociale, con le fasce anziane e fragili che andrebbero comunque protette in modo particolare".
Quella che ci attende dopo la ripartenza del Paese e la riapertura delle attività sarà necessariamente una vita da "sorvegliati speciali". In molti pensano che si dovranno mantenere delle limitazioni ancora a lungo per gli eventi che determinano grandi assembramenti".
 Ed ancora: riaperte scuole ed aziende, "dovremo comunque continuare ad adottare misure di precauzione quali la distanza di sicurezza". La ripartenza inoltre, secondo gli esperti, "dovrebbe tenere conto anche di una gradualità sulla base delle fasce di età, con maggiori precauzioni per gli anziani ed i soggetti più fragili".
E con gradualità e proporzionalità. Non subito né tutto d'un colpo, perché il prossimo periodo dopo il 4 maggio potrebbe essere fondamentale per non vanificare gli sforzi finora fatti. Infatti è in atto un sblocco graduale programmato nel tempo tenendo conto anche di come si evolverà la situazione. E' alla tenuta psicologica e sociale del Paese nonché quella economica che guardano le Istituzioni nel prepararsi a ridurre  il "lockdown":.
La vita che dovremo immaginare sarà appunto una vita da "sorvegliati speciali": "'Verrà riaperto  il Paese, ma dovremo essere sempre in allerta per individuare immediatamente qualunque nuovo eventuale caso di Coronavirus, per procedere immediatamente ad un intervento massiccio con l'isolamento del singolo caso e l'effettuazione di tamponi a tappeto su tutti i contatti. Diventerà cioè essenziale individuare subito un eventuale singolo focolaio per spegnerlo immediatamente ed evitare un nuovo propagarsi dell'epidemia". Questo perchè il rischio di un'epidemia di ritorno "è sempre presente poichè una grossa quota della popolazione, non contagiata, resta suscettibile al virus e potrebbe essere colpita in una seconda ondata". Da qui la necessità di vivere sempre "con la guardia alzata" e "sotto sorveglianza".
Quindi dobbiamo convivere con la massima cautela in vista del 'dopo'. Sicuramente per la ripartenza "bisognerà adottare misure di prudenza per prevenire il rischio di una epidemia di ritorno. Gli esperti hanno annunciato che è presumibile anche dopo la ripartenza la comparsa di "nuovi focolai” e per questo bisogna pensare ad un sistema di sorveglianza molto forte.

Santa Maria Capua Vetere, lì 25 aprile 2020

Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco

Festa della Liberazione

25 aprile 
 
 Festa della Liberazione: Oggi ricorre l'anniversario della liberazione d'Italia, chiamata anche Festa della Liberazione o anniversario della Resistenza. È una giornata dedicata alla memoria, in cui si festeggia la fine dell'occupazione nazifascista, avvenuta il 25 aprile 1945, a conclusione della Seconda guerra mondiale.

Fu scelta questa data perché il 25 aprile del 1945 furono liberate le città di Milano e Torino ed a seguire le altre città italiane dopo venti anni di dittatura fascista. La data rappresenta, simbolicamente, l'inizio di un percorso che sfocerà nel referendum del 2 giugno 1946 per scegliere la futura forma di governo (tra monarchia e repubblica), la formazione della Repubblica e la stesura della Costituzione italiana.

Fu dichiarato, per la prima volta, giorno festivo nel 1946, con validità solo per quell'anno. Nel 1949 fu promulgata una legge che rese il 25 aprile a tutti gli effetti un giorno festivo. Molte città italiane ricordano questa data organizzando manifestazioni, cortei ed eventi.



Santa Maria Capua Verere, lì 25 aprile 2020


Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco

venerdì 24 aprile 2020

 

La città del Foro: Una maggioranza disorientata e una minoranza STANCA.

La politica del civismo nella città sammaritana sembrerebbe che non abbia dato i risultati che si era prefissata durante la campagna elettorale.
Il Sindaco Mirra è stato sempre convinto di quello che doveva fare per la città del Foro ritenendola  ferma da troppo tempo e con  tanti problemi irrisolti.
La sua volontà si concentrava  sull’attenzione di un progetto politico del civismo per far ripartire la città, dove si assumeva la responsabilità e la garanzia per il rispetto dello stesso.
Durante la campagna elettorale evidenziava tantissime priorità della città , partendo dalla vivibilità per poi raggiungere un risultato di una città normale. Voleva il buon funzionamento del Tribunale, dell’Ospedale e progettare una città futura con regole urbanistiche e con programmi di investimento culturali facendo diventare la città del Foro  un riferimento a livello nazionale.
Non sono mancati  chiarimenti ai cittadini della sua nuova posizione politica del civismo.Il Sindaco Mirra da politico di sinistra prendeva le distanze dal PD (Partito Democratico) annunciando di essere stata una scelta sofferta. La  decisione di  questa scelta era motivava dal fatto che i partiti non riuscivano ad intercettare i veri bisogni  dei cittadini, creandosi una distanza tra i partiti e la città, tra la gente e chi amministra la città, e quindi questa distanza doveva essere colmata dal civismo.

Il Sindaco Antonio MIRRA durante la Campagna Elettrorale
 
Fino a questo punto ai cittadini sembrerebbe tutto chiaro senza alcuna ombra di dubbio ed incertezza.
Dopo la fase elettorale e con  la formazione della prima Giunta comunale  (luglio 2016) furono nominati dal Sindaco Mirra gli assessori l’avv. Nicola Leone e Rosida Baia, entrambi  militanti politici della sinistra sammaritana.
Qualche cittadino sammaritano diceva:...il Sindaco Mirra durante la campagna elettorale prendeva le distanze con la  politica di sinistra (PD) dirottandosi su un progetto politico del CIVISMO e poi ha nominato assessori in Giunta comunale della sinistra sammaritana ?
E c’è da dire che non è finita qui ! Durante questi quattro anni di amministrazione e fino ad oggi, in consiglio comunale  risulterebbe una maggioranza politica composta da alcuni consiglieri comunali della Lega, di Forza Italia e da un consigliere comunale del PD che ricopre anche la carica di consigliere provinciale a Caserta, dove il PD sammaritano risulterebbe all’opposizione con i consiglieri comunali Pappadia e Di Nardo.
Insomma una maggioranza guidata dal Sindaco Mirra senza un orientamento politico di sinistra ovvero di destra e quindi senza una coerente linea politica.
Poi sussiste una compagine di consiglieri comunali della  minoranza ormai STANCA della poco sensibilità dei consiglieri della maggioranza sulle interrogazioni e proposte sottoposte in consiglio comunale in questi quattro anni di amministrazione, che alla fine di ogni attività politica sembrerebbe di non raggiungere nessun risultato per la collettività.
Quindi, una maggioranza indifferente e silente senza un vero confronto costruttivo e fattivo per una celere soluzione sulle problematiche delle città e dei cittadini ( vedi l’ultima vicenda del Campo Sorbo). 


Santa Maria Capua Vetere, lì 24 aprile 2020


Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco




Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


cavalli

cavalli

BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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PROGRAMMA DI RECUPERO URBANO COMPARTO C1 NORD OVEST – RIONE IACP

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REALIZZAZIONE DI UN CAMPO SPORTIVO POLIVALENTE COPERTO IN VIA GIOTTO – RIONE IACP

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RESTAURO CONSERVATIVO DELL’ARCO ADRIANO. SISTEMAZIONE DEL TRATTO DI VIA APPIA TRA ANFITEATRO ED ARCO ADRIANO

RICHIESTA FINANZIAMENTO

Euro 2.470.698,58

arco adriano

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RICHIESTA DI FINANZIAMENTO:

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PROGETTO DI ASILI NIDO PER BAMBINI DA 0 A 36 MESI IN VIA ALBANA 107

TOTALE DEL FINANZIAMENTO:

euro 699.438,18

asilo nido

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE