prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

sabato 31 ottobre 2015

Notizia del giorno: ROMA, TRONCA COMMISSARIO. MARINO: "ACCOLTELLATO DA UN MANDANTE"


Ignazio Marino non è più sindaco di Roma. Ha perso la sua battaglia contro il Pd in uno scontro sanguinoso e drammatico. «Accoltellato da 26 nomi e cognomi, ma con un solo mandante» dice ormai da ex dopo avere appreso che i 19 consiglieri del Pd assieme ad altri 7 si erano dimessi decretando la sua fine. Finisce così l'agonia del governo Marino. E il Campidoglio si prepara ad accogliere il commissario Francesco Paolo Tronca, attualmente prefetto di Milano. Matteo Renzi intanto pensa già a girare pagina e assicura: «Marino non è vittima di una congiura di palazzo, ma un sindaco che ha perso il contatto con la sua città e la sua gente». Soprattutto ora per Renzi Marino è «una pagina chiusa». È finita così l'era dell'«irregolare» chirurgo alla guida della Città Eterna. Sfiduciato da parte della sua maggioranza aiutata da chi fino ad ieri è stato avversario tra gli scranni dell'Aula Giulio Cesare. Con i 19 del Pd si sono dimessi altri 7 consiglieri, di cui due della maggioranza (Centro democratico e Lista Civica Marino) e 5 dell'opposizione. Tra questi ultimi anche due della Lista Marchini, Alfio Marchini compreso, due della lista di Fitto Conservatori riformisti, uno del Pdl. M5S e Sel non hanno firmato le dimissioni. Ma il sindaco chirurgo non ci sta. Convoca nel tardo pomeriggio una conferenza a Palazzo Senatorio. Rivendica quanto fatto nel suo mandato. «Roma è tornata ad essere virtuosa. Abbiamo sbarrato le porte al malaffare, chiuso con Parentopoli» dice Marino che in questi mesi si è voluto cucire addosso il ruolo del sindaco della legalità, dell'anti-Mafia Capitale e che oggi però si scopre essere indagato nell'inchiesta sulle spese di rappresentanza - «È un atto dovuto per svolgere le indagini» taglia corto. Mandante. «Prendo atto che i consiglieri si sono sottomessi e dimessi per evitare un confronto pubblico». «Sono stato accoltellato da 26 nomi e cognomi ma da un unico mandante» il dardo avvelenato che scaglia verso il Nazareno. Il bersaglio il segretario Matteo Renzi con il quale, sottolinea l'ex primo cittadino, «nell'ultimo anno non ha avuto nessun rapporto». «Marino non è vittima di una congiura. Al Pd interessa Roma, non le ambizioni di un singolo, anche se sindaco» la replica di Renzi che invita a chiudere tutte le polemiche e a mettersi al lavoro. Inizia l'era Tronca. È Francesco Paolo Tronca, attuale prefetto di Milano, il commissario straordinario che guiderà la Capitale dopo la fine dell'amministrazione Marino. È lui l'uomo individuato per traghettare la Capitale nell'anno del Giubileo, dopo aver guidato la prefettura di Milano nel periodo dell'Expo. Un modello vincente che il governo a più riprese ha annunciato di voler esportare anche per l'organizzazione dell'Anno Santo. E la scelta di Tronca, secondo quanto di apprende da fonti del Viminale, va letta come un riconoscimento per il lavoro per Expo ed un auspicio affinchè quella esperienza positiva venga replicata in occasione del Giubileo. Non solo. Dopo le parole del presidente dell'Autorità Nazionale anti corruzione, Raffaele Cantone, che nei giorni scorsi aveva segnalato come, a differenza di Roma, Milano avesse gli anticorpi necessari, il profilo del nuovo commissario appare in linea con la volontà di potenziare le difese della Capitale contro il malaffare. Palermitano di nascita, 64 anni, il commissario che si insedierà in Campidoglio dovrà far fronte a una Roma ancora colpita da Mafia Capitale. E dovrà far si che «il Giubileo funzioni come Expo», ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano. Tronca sarà affiancato anche dal 'dream team' per il Giubileo coordinato dal prefetto di Roma Franco Gabrielli. Con la caduta di Ignazio Marino si aprirà ora, da qui a primavera quando i romani torneranno alle urne, la fase commissariale, quella che sarà chiamata alla sfida più difficile: far funzionare la città nei giorni più convulsi dell'Anno Santo, che aprirà il prossimo 8 dicembre e per il quale sono attese milioni di persone. Una fiumana che per dodici lunghi mesi si dovrà spostare agevolmente da una parte all'altra della Capitale, e che si andrà ad aggiungere ai romani nel premere su una rete già in sofferenza. Per questo nella mente del governo ci sarebbe l'idea di mettere in campo come superdelegato ai Trasporti Marco Rettighieri, direttore di Expo 2015 e già manager delle ferrovie. L'atto di dimissioni dei 26 consiglieri è stato inviato in serata alla Prefettura dal segretario generale del Campidoglio. Così è partito l'iter per la nomina del commissario. Gabrielli, poi, sarà il vero protagonista della gestione cittadina per il Giubileo, sebbene davanti alla parola 'superpoterì si schermisca: «Mi limito - ha detto solo qualche giorno fa - a coordinare i vari soggetti istituzionali per presentarci all'8 dicembre al meglio». Con lui, però, nel 'dream team' sognato da Matteo Renzi, dovrebbero collaborare tecnici di esperienza, e sono circolati i nomi dell'ormai ex assessore Alfonso Sabella (che però ha di recente affermato che da lunedì «tornerà a fare il magistrato»), del sovrintendente dell'Opera di Roma Carlo Fuortes e soprattutto del presidente del Coni Giovanni Malagò. Da parte sua non manca di lasciare trapelare la sua soddisfazione lo stesso Tronca che si dice «orgoglioso della fiducia accordata». «Affronterò - ha detto all'ANSA - l'incarico con il medesimo impegno e lo spirito di servizio con cui ho affrontato in questi due anni gli eventi del Semestre europeo, l'Asem e la preparazione e gestione dell'Esposizione universale»

Canzone del giorno: Laura Pausini - Ascolta Il Tuo Cuore


Almanacco di oggi 31 Ottobre 2015


S. ANTONINO di Milano
S. Quintino mart.
S. Alfonso
S. Gerardo vesc. di Potenza

"A fine di ogni mese valuta introiti e spese"
Gerardo
Etimologia: Dal germanico "Gairard" composto da "gazas", "lancia, giavellotto", e dall'aggettivo "hart", "forte", nel significato di "forte nel maneggiare la lancia", deriva questo personale, attestato in Germania a partire dal VII secolo, giunto poi in Italia nella forma latinizzata "Gherardus".
Carattere: Disimpegnato, gaudente e generoso cerca di migliorare la sua vita circondandosi di persone disposte ad osannarlo e portarlo in trionfo. Da giovane non dà importanza all'amore poi, con gli anni, recupera in fretta il tempo perso. E' pratico e attivo. Con gli altri, sa essere il mattacchione della serata, l'amico affettuoso che racconta storie interminabili.
Numero fortunato: 5
Sei gentile ed affabile con tutti ma, nello stesso tempo, sei molto attento a non rivelare mai del tutto i tuoi progetti. Hai una vita interessante, caratterizzata da molti viaggi e diversi rapporti affettivi. Nel lavoro riveli grande creatività ed originalità. In amore troverai chi è in grado di conquistarti per sempre, proprio quando meno te lo aspetti.
"Nel 1894, sale sul trono di Russia Nicola II, Zar di linea reazionaria. Durante la rivoluzione del 1917 sarà costretto ad abdicare. Arrestato in marzo, sarebbe stato poi giustiziato con tutta la famiglia."
John Keats - 1795
Bud Spencer - 1929
Amanda Sandrelli - 1964
Kim Rossi Stuart - 1969
Alimentazione
Fin dall'antichità si era sempre bevuto alla fonte come ancora oggi si usa fare nei Centri Termali. Solo in tempi moderni alcuni stabilimenti hanno iniziato ad imbottigliare le acque minerali adatte a curare certe affezioni, affinché i clienti, una volta tornati a casa, potessero continuare a servirsene. Negli anni Ottanta mettere a tavola la minerale era un lusso di poche famiglie: da prodotto curativo si era trasformata in un vero e proprio "status symbol". Ma i generalizzati fenomeni d'inquinamento delle acque dei pozzi e dei fiumi hanno costretto gli italiani, e non solo loro, a ricorrere all'acqua minerale per evitare possibili intossicazioni.

Giornata Mondiale dell'Alimentazione, OGM: azzerata la ricerca europea. In 10 anni da 127 a 8 progetti in campo sulle biotecnologie


Sono solo 8 i progetti di ricerca sulle biotecnologie in pieno campo proposti dai paesi dell’Unione Europea nel 2015, erano oltre 127 nel 2006 e circa il doppio a fine secolo scorso. Questo il dato allarmante sulla ricerca biotech in Europa che lancia ilPRRI, Public Research and Regulation Initiative, il coordinamento mondiale degli scienziati del settore pubblico che operano nella ricerca biotecnologica sulle piante, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione.

Tra il 2001 e il 2015 sono stati 19 i paesi UE che hanno presentato complessivamente 856 progetti di sperimentazione in campo. In testa la Spagna, il paese che detiene la maggioranza delle superfici coltivate a OGM nell’Unione Europea, con il 47% dei progetti. Seguono Francia, Germania, Svezia e Romania, mentre l’Italia da più di 10 anni non consente sperimentazioni in campo ma importa 4 milioni di tonellate di soia GM. A soffrirne sono i ricercatori del settore pubblico.

“Il crollo nel numero di sperimentazioni è frutto dell’opposizione di molti paesi UE alla coltivazione a cui si somma spesso una interpretazione arbitraria di una normativa già di per sé estremamente restrittiva” - ha dichiarato il Dott. Piero Morandini, ricercatore presso il Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano e membro del PRRI. 

“La campagna di delegittimazione che da anni colpisce l’opinione pubblica europea con informazioni distorte, prosegue Morandini, ha dato i suoi effetti: la ricerca sulle biotecnologie vegetali è azzerata e il settore pubblico occupa un ruolo marginale. Accogliamo con grande piacere l’appello di Paolo De Castro per un dibattito scientifico di altissimo livello”. 

“L’incapacità di sfruttare tutte le tecnologie disponibili per sviluppare nuove varietà vegetali ci causa la perdita di numerosi benefici, ci espone a maggiori danni ambientali e scoraggia la ricerca pubblica, proprio quella che più potrebbe contribuire a risolvere i problemi specifici dei vari paesi. Come ricercatori chiediamo che la gente giudichi solo dopo aver raccolto informazioni da sorgenti competenti” ha aggiunto Morandini. 

“Le organizzazioni agricole e i ricercatori del settore pubblico che partecipano al Farmer-Scientist Network chiedono di cambiare questa situazione di disinformazione. Una loro rappresentanza in visita oggi a Expo ha affisso all’albero del cibo nel padiglione di Slow Food messaggi a favore della ricerca scientifica sugli OGM. Un modo per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’azzeramento della ricerca biotech in agricoltura in Europa” ha concluso Morandini.



METEO


Santa Maria Capua Vetere CE
sabato 31 Ottobre 2015
Parzialmente nuvoloso
19°C 
Precipitazioni: 10%
Umidità: 67%
Vento: 26 km/h

DIFFERENT GARB UOMO


Divina Commedia: canto XV

Canto XV, ove tratta di quello medesimo girone e di quello medesimo cerchio; e qui sono puniti coloro che fanno forza ne la deitade, spregiando natura e sua bontade, sì come sono li soddomiti.


Ora cen porta l’un de’ duri margini;
e ’l fummo del ruscel di sopra aduggia,
sì che dal foco salva l’acqua e li argini. 3

Quali Fiamminghi tra Guizzante e Bruggia,
temendo ’l fiotto che ’nver’ lor s’avventa,
fanno lo schermo perché ’l mar si fuggia; 6

e quali Padoan lungo la Brenta,
per difender lor ville e lor castelli,
anzi che Carentana il caldo senta: 9

a tale imagine eran fatti quelli,
tutto che né sì alti né sì grossi,
qual che si fosse, lo maestro félli. 12

Già eravam da la selva rimossi
tanto, ch’i’ non avrei visto dov’era,
perch’io in dietro rivolto mi fossi, 15

quando incontrammo d’anime una schiera
che venian lungo l’argine, e ciascuna
ci riguardava come suol da sera 18

guardare uno altro sotto nuova luna;
e sì ver’ noi aguzzavan le ciglia
come ’l vecchio sartor fa ne la cruna. 21

Così adocchiato da cotal famiglia,
fui conosciuto da un, che mi prese
per lo lembo e gridò: "Qual maraviglia!". 24

E io, quando ’l suo braccio a me distese,
ficcaï li occhi per lo cotto aspetto,
sì che ’l viso abbrusciato non difese 27

la conoscenza süa al mio ’ntelletto;
e chinando la mano a la sua faccia,
rispuosi: "Siete voi qui, ser Brunetto?". 30

E quelli: "O figliuol mio, non ti dispiaccia
se Brunetto Latino un poco teco
ritorna ’n dietro e lascia andar la traccia". 33

I’ dissi lui: "Quanto posso, ven preco;
e se volete che con voi m’asseggia,
faròl, se piace a costui che vo seco". 36

"O figliuol", disse, "qual di questa greggia
s’arresta punto, giace poi cent’anni
sanz’arrostarsi quando ’l foco il feggia. 39

Però va oltre: i’ ti verrò a’ panni;
e poi rigiugnerò la mia masnada,
che va piangendo i suoi etterni danni". 42

Io non osava scender de la strada
per andar par di lui; ma ’l capo chino
tenea com’uom che reverente vada. 45

El cominciò: "Qual fortuna o destino
anzi l’ultimo dì qua giù ti mena?
e chi è questi che mostra ’l cammino?". 48

"Là sù di sopra, in la vita serena",
rispuos’io lui, "mi smarri’ in una valle,
avanti che l’età mia fosse piena. 51

Pur ier mattina le volsi le spalle:
questi m’apparve, tornand’ïo in quella,
e reducemi a ca per questo calle". 54

Ed elli a me: "Se tu segui tua stella,
non puoi fallire a glorïoso porto,
se ben m’accorsi ne la vita bella; 57

e s’io non fossi sì per tempo morto,
veggendo il cielo a te così benigno,
dato t’avrei a l’opera conforto. 60

Ma quello ingrato popolo maligno
che discese di Fiesole ab antico,
e tiene ancor del monte e del macigno, 63

ti si farà, per tuo ben far, nimico;
ed è ragion, ché tra li lazzi sorbi
si disconvien fruttare al dolce fico. 66

Vecchia fama nel mondo li chiama orbi;
gent’è avara, invidiosa e superba:
dai lor costumi fa che tu ti forbi. 69

La tua fortuna tanto onor ti serba,
che l’una parte e l’altra avranno fame
di te; ma lungi fia dal becco l’erba. 72

Faccian le bestie fiesolane strame
di lor medesme, e non tocchin la pianta,
s’alcuna surge ancora in lor letame, 75

in cui riviva la sementa santa
di que’ Roman che vi rimaser quando
fu fatto il nido di malizia tanta". 78

"Se fosse tutto pieno il mio dimando",
rispuos’io lui, "voi non sareste ancora
de l’umana natura posto in bando; 81

ché ’n la mente m’è fitta, e or m’accora,
la cara e buona imagine paterna
di voi quando nel mondo ad ora ad ora 84

m’insegnavate come l’uom s’etterna:
e quant’io l’abbia in grado, mentr’io vivo
convien che ne la mia lingua si scerna. 87

Ciò che narrate di mio corso scrivo,
e serbolo a chiosar con altro testo
a donna che saprà, s’a lei arrivo. 90

Tanto vogl’io che vi sia manifesto,
pur che mia coscïenza non mi garra,
ch’a la Fortuna, come vuol, son presto. 93

Non è nuova a li orecchi miei tal arra:
però giri Fortuna la sua rota
come le piace, e ’l villan la sua marra". 96

Lo mio maestro allora in su la gota
destra si volse in dietro e riguardommi;
poi disse: "Bene ascolta chi la nota". 99

Né per tanto di men parlando vommi
con ser Brunetto, e dimando chi sono
li suoi compagni più noti e più sommi. 102

Ed elli a me: "Saper d’alcuno è buono;
de li altri fia laudabile tacerci,
ché ’l tempo saria corto a tanto suono. 105

In somma sappi che tutti fur cherci
e litterati grandi e di gran fama,
d’un peccato medesmo al mondo lerci. 108

Priscian sen va con quella turba grama,
e Francesco d’Accorso anche; e vedervi,
s’avessi avuto di tal tigna brama, 111

colui potei che dal servo de’ servi
fu trasmutato d’Arno in Bacchiglione,
dove lasciò li mal protesi nervi. 114

Di più direi; ma ’l venire e ’l sermone
più lungo esser non può, però ch’i’ veggio
là surger nuovo fummo del sabbione. 117

Gente vien con la quale esser non deggio.
Sieti raccomandato il mio Tesoro,
nel qual io vivo ancora, e più non cheggio". 120

Poi si rivolse, e parve di coloro
che corrono a Verona il drappo verde
per la campagna; e parve di costoro 123

quelli che vince, non colui che perde.

San Wolfgang di Ratisbona Vescovo Patrono dei boscaioli


Volfango nasce a Pfulligen, in Svevia, intorno al 925. Figlio di una famiglia benestante ebbe un chierico come precettore dei primi anni; fu quindi allievo della famosa scuola dell'abbazia di Raichenau dove si distinse per talento e modestia sotto la guida di Stefano da Novara, illustre maestro dell'epoca.
Strinse, in questi anni, una duratura amicizia con Enrico, che successivamente divenne Vescovo di Treviri (Renania) e che fu decisivo nelle successive decisioni della sua vita. Durante gli studi, proseguiti poi a Würzburg, Volfango maturò una chiara vocazione monastica cui però non diede immediato seguito per le pressioni dell'amico Enrico che lo volle con sé a Treviri come decano del Capitolo.
Anche come insegnante Volfango si distinse, attirando molti  giovani chierici alle sue lezioni. Per tutta la durata del suo episcopato Enrico cercò di convincere Volfango ad assumere cariche pubbliche ed onorifiche ottenendo però sempre un rifiuto. Alla morte dell'amico Volfango si fece finalmente monaco scegliendo il monastero di Einsiedeln, noto per la rigidità con cui veniva applicata la regola benedettina; era il 964 e Volfango aveva circa quarant'anni.

Intorno al 970 il Vescovo Ulrico di Augusta lo ordinò sacerdote durante una visita al monastero. Dopo questo avvenimento, e a seguito di una visione, Volfango sentì un forte impulso a lasciare il convento e a dedicarsi all'evangelizzazione di quei grandi territori dell'Europa centrale che stavano, in quegli anni, entrando in contatto con il Cristianesimo, come la Boemia e la Pannonia (attuale Ungheria).

Come monaco errante ebbe scarso successo presso i Magiari e la sua missione portò pochissimi frutti. Non passò però inosservata al Vescovo Pellegrino, di Passavia, che, convocatolo, ne conobbe le grandi qualità e lo propose ad Ottone I per la nomina a Vescovo di Ratisbona. Con qualche resistenza nel 972 Volfango accettò di essere nominato Vescovo con un'autorità che copriva tutta la Boemia.

In qualità di Vescovo si distinse per una condotta di vita santa, frugale e saggia. Contro le abitudini del tempo, tese ad accumulare poteri temporali, prese due coraggiose decisioni che consentirono lo sviluppo del Cristianesimo nelle terre a lui affidate: rinunciò alla Boemia per erigerla come diocesi autonoma con sede a Praga e rinunciò al priorato di Raichenau. In entrambi i casi volle infatti che nuovi giovani pastori (il vescovo e il priore) fossero a più stretto contatto con il popolo loro affidato per meglio sostenerne la fede.

Quando nel 976 esplose una dura lotta tra Enrico il Litigioso e Ottone II, cui Volfango era fedele come legittimo Imperatore, si ritirò presso l'abbazia di Mondsee per poi rientrare a Ratisbona una volta terminato il conflitto.
Questo breve ritiro è all'origine di una leggenda che lo vuole, in quel periodo, eremita tra i boschi, cosa che in seguito lo farà ritenere patrono dei boscaioli.

Nel 994, durante un viaggio pastorale lungo il Danubio, fu colto da una grave malattia. Sentendosi prossimo alla morte si fece trasportare nella vicina chiesa di Pupping dove si confessò, si comunicò e spirò ai piedi dell'altare la notte del 31 ottobre 994.
Le sue spoglie furono trasferite solennemente nel monastero si S. Emmerman per la sepoltura. Attualmente le sue reliquie riposano nella cattedrale di Ratisbona. Moltissimi i miracoli a lui attribuiti sulla sua tomba.

Venne canonizzato il 7 ottobre 1052 da S. Leone IX (Brunone dei Conti di Egisheim-Dagsburg, 1049-1054) durante una visita a Ratisbona (Regensburg) della quale Volfango era stato Vescovo.

Benché dotto e letterato e per lungo tempo insegnante non si conoscono scritti di S. Volfango; le parole che di lui si conoscono sono solo quelle tramandate dai suoi biografi. Decisiva e storicamente rilevabile è invece l'impronta che lasciò su quanti seguirono i suoi insegnamenti. L'imperatore Enrico II, che divenne a sua volta santo, fu educato in gioventù proprio da S. Volfango. Il suo discepolo prediletto, Tagino, divenne vescovo di Magdeburgo, mentre altri suoi tre condiscepoli lo divennero di Treviri, Liegi e Merseburgo. Un'altra sua discepola, Gisella, divenne moglie di Stefano I re di Ungheria anch'egli santo.

Significato del nome Volfango: «che va, cammina come il lupo» (tedesco).

Parola del giorno: 31 Ottobre 2015

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 11,1-2a.11-12.25-29. 
Io domando dunque: Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino.
Dio non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da principio. O non sapete forse ciò che dice la Scrittura, nel passo in cui Elia ricorre a Dio contro Israele?
Ora io domando: Forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai pagani, per suscitare la loro gelosia.
Se pertanto la loro caduta è stata ricchezza del mondo e il loro fallimento ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la loro partecipazione totale!
Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti.
Allora tutto Israele sarà salvato come sta scritto: Da Sion uscirà il liberatore, egli toglierà le empietà da Giacobbe.
Sarà questa la mia alleanza con loro quando distruggerò i loro peccati.
Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri,
perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!



Salmi 94(93),12-13a.14-15.17-18. 
Beato l'uomo che tu istruisci, Signore,
e che ammaestri nella tua legge,
per dargli riposo nei giorni di sventura.


Perché il Signore non respinge il suo popolo,
la sua eredità non la può abbandonare,
ma il giudizio si volgerà a giustizia,
la seguiranno tutti i retti di cuore.

Se il Signore non fosse il mio aiuto, in breve io abiterei nel regno del silenzio.
Quando dicevo: "Il mio piede vacilla",
la tua grazia, Signore, mi ha sostenuto.




Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 14,1.7-11. 
Un sabato Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo.
Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola:
«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te
e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto.
Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.
Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».


venerdì 30 ottobre 2015

RILEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA INTERNO18

Lo storico oppositore dell’attuale governo in carica e tra i promotori della mozione di sfiducia discussa in assise, Fabio Monaco ha «aperto una porta» alla fascia tricolore: «Al sindaco non rimane altro che fare un patto di fine mandato - ha sottolineato Monaco - onde evitare un commissariamento di certo deleterio per la città». Le dichiarazioni di Monaco hanno spiazzato l’intera opposizione cittadina.

PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

FINALMENTE - SOLDI SPESI BENE - CHIFAECHIDICE

Devoluzione del mutuo (già ottenuto) per
il rifacimento di piazza San Pietro
Importo finanziato:
€ 150.000,00

Notizia del giorno: Roma, Marino ritira le dimissioni Il Pd unito: "Una situazione penosa"


Ignazio Marino ritira le sue dimissioni da sindaco di Roma: "Pronto a confrontarmi con la mia maggioranza in Consiglio comunale, luogo sacro per la democrazia", ha detto. Slitta però la mossa delle dimissioni in massa. Riunione fiume del Pd e a quanto pare i 25 consiglieri necessari per far cadere la giunta non ci sono. Cinque assessori restano fedeli al sindaco.

Ignazio Marino ammette gli errori fatti ma vuole andare avanti e rivendica con orgoglio anche i risultati raggiunti, dal "risanamento dei debiti miliardari nel Comune e nelle aziende municipalizzate" al "ripristino della legalità". E lo fa nella lettera con cui ritira le proprie dimissioni: un appello alla sua maggioranza. Chiede di non "eludere il dibattito pubblico, con un confronto chiaro per spiegare alla città cosa sta accadendo e come vorremo andare avanti". L'atteso confronto nell'Aula consiliare.

"Sono stato eletto con il voto favorevole del 64 per cento delle romane e dei romani. Con un programma che ha fermato il consociativismo, ha fortemente voluto il risanamento dei debiti miliardari nel Comune e nelle aziende municipalizzate. Oggi la città può riprendere ad investire - rivendica Marino -. Mentre sono certo che il nostro operato abbia con fatica raggiunto l'obiettivo di ripristinare legalità e trasparenza dell'agire amministrativo, mi è chiaro che questo sforzo non è stato da solo sufficiente a garantire i necessari risultati di buon governo della città - la sua ammissione -. Pur rivendicando ogni atto e ogni scelta fatta in questi due anni e mezzo per cambiare Roma, non ho difficoltà ad ammettere alcuni errori. Costretto dalle difficoltà e dalla resistenza dei poteri che stavamo sfidando a lavorare giorno e notte per portare a risultato ognuna delle nostre scelte, ho dato l'impressione di non voler dialogare e di non voler condividere queste scelte con la città, che talvolta ha così ha percepito di subirle".

"Per il sacrale rispetto che si deve alla stessa Assemblea ed alle sue prerogative, espressioni della sovrana volontà popolare, ritengo di dover sospendere (nelle more della convocazione richiesta) le riunioni dell'organo di governo capitolino - spiega il sindaco - e di conseguenza di inibire momentaneamente gli effetti degli atti di conferimento delle deleghe assessorili, in attesa di verificare la sussistenza delle condizioni politico-amministrative che permettano la prosecuzione del mandato". 

Sette consiglieri si dimettono - Dopo l'annuncio di voler restare in campo, sono sette i componenti della giunta che hanno già detto di volersi dimettere. Il chirurgo dem per ora può contare ancora su cinque assessori: la fedelissima Alessandra Cattoi, Giovanni Caudo, Estella Marino, Francesca Danese, Marta Leonori. In ogni caso in giunta erano presenti quasi tutti. L'esecutivo di Roma ha dato il via libera a numerosi provvedimenti di rilievo: dalla sperimentazione della pedonalizzazione totale su via dei Fori Imperiali fino al "superamento definitivo dei residence" passando per una variazione di bilancio con circa 5 milioni per il sociale nei municipi. 

Orfini: "Pd unito, da domani nuovo inizio" - "Con senso di responsabilità nei confronti dei romani e di Roma che non merita il protrarsi di questa penosa attesa siamo uniti e determinati a dare alla Capitale da domani un nuovo inizio". Lo dichiarano Matteo Orfini e Fabrizio Panecaldo al termine della riunione convocata al Nazareno dopo il ritiro delle dimissioni di Marino.

"Inspiegabile Marino, è scorretto verso la città" - "Spiace che Ignazio Marino abbia vanificato uno sforzo comune per individuare soluzioni che avessero al centro la città e non i destini personali". Lo dichiarano il commissario Pd Matteo Orfini e il capogruppo in Campidoglio Fabrizio Panecaldo. "Così - aggiungono - non è stato, con un inspiegabile arbitrio e un'idea di Roma come di una proprietà privata, che non è giusta e corretta nei confronti dei cittadini".

Canzone del giorno: R. Murolo , (Totò) Malafemmena


Almanacco di oggi 30 Ottobre 2015


S. MASSIMO mart.
S. Saturnino patr. di Cagliari
S. Asterio vesc.
S. Germano vesc.

"Se non rischiara per mezzo dì, piove tutto il dì"
Germano
Etimologia: Si tratta di un antico "cognomen" in uso presso i romani, designante le popolazioni celtiche ed i loro discendenti già nel I secolo d.C. C'è invece chi vi legge la derivazione dall'illirico "gh'herm", "caldo". Ha avuto sempre una discreta diffusione, sin dall'Alto Medioevo.
Carattere: Considera il mondo una grande ruota in cui a volte si è aiutati dalla fortuna, in altre occorre determinazione per vincere le avversità della sorte. Inizia una storia d'amore solo quando è ispirato e convinto di aver trovato una donna con la D maiuscola, rassicurante ma anche combattiva. Lascia che ognuno esprima il proprio pensiero e riesce ad ottenere facili consensi alle sue idee perché le enuncia con amorevolezza.
Numero fortunato: 1
In passato hai forse dovuto sopportare privazioni e delusioni, ma, in compenso, hai imparato a reagire ed hai acquisito la capacità di comprendere gli altri, con i loro problemi, e di aiutarli quando ce n'è bisogno. Nel lavoro, che svolgi con grande impegno, sei apprezzato per le tue doti umane e la tua creatività. In amore sai dare molta tenerezza e devozione che verranno ricambiate dal partner.
"Il comportamento dell'apparato ecclesiastico suscitò una tale indignazione in un attento osservatore quale Martin Lutero da indurlo, il 31 ottobre 1517, ad affiggere nella chiesa di Wittenberg le famose 95 tesi sul valore delle indulgenze."
Cristoforo Colombo - 1451
Paul Valéry - 1871
Claude Lelouch - 1937
Diego Armando Maradona - 1960
Medicina
Il sonno non è sempre uguale dal principio alla fine, in altre parole non ha una struttura omogenea, ma può essere diviso in fasi, dette "Rem" e "non Rem", individuate nel 1952 dallo psicologo americano William Dement. La fase "Rem" (Rapid eye movement) del sonno, che dura il 25% del totale e si divide a sua volta in 4 fasi, è così denominata poiché gli occhi della persona addormentata effettuano dei rapidi movimenti e si verificano pure altri mutamenti fisiologici. In questa fase in cui fanno la loro comparsa i sogni, l'attività elettrica del cervello è simile a quella che si ha durante la veglia.

Storie e leggende del Tè


Nell’antica Cina, si parla di circa 5mila anni fa, quando l’imperatore Chen Nung, detto il mietitore, per l’azione di grande stimolo data all’agricoltura, era solito bere dell’acqua bollita, come usanza di buona igiene. Fiscali fino al punto di indicare anche l’anno dell’evento, i cinesi ci dicono che era il 2737 a.C. quando il grande capo, risposando all’ombra di una pianta di te selvatico, quando una foglia cadde nella sua acqua, ne scoprì in maniera fortuita il gradevole sapore e in seguito anche le salubri proprietà. 
In India si narra invece che Bodhidarma, figlio del re, giungendo in Cina in visita al Regno Wei del Nord, predicava il buddismo e la meditazione. Fu durante questo periodo di intensa vita spirituale che il principe indiano scoprì, sempre per caso, i benefici della pianta del tè: masticando alcune foglie riuscì a vincere il sonno e la stanchezza e a concentrarsi sulle sue pratiche meditative. Il viaggio del principe indiano è riportato dalle cronache e secondo le annotazioni storiche avvenne nel 543 d.C.

Quando si comincia a parlare di “consuetudine” di bere il tè, siamo ormai nella nostra era. Tre i principali modi di consumare la pianta e le sue foglie: bollito, sbattuto, infuso. Questo tre modi di preparazione del tè corrispondono a tre diverse epoche e a tre diverse dinastie: Tang, Sung e Ming. Nel IV secolo il tè si faceva essiccare e si formava dei panetti, per prepararlo se ne prendeva una parte dal panetto e si faceva bollire in acqua con sale, zenzero, buccia d’arancia e latte. Ancora oggi in Tibet c’è chi lo consuma secondo questa ricetta antichissima. Ma già nei secoli successivi scomparvero tutti gli ingredienti, rimase il sale. Il tè è entrato a far parte delle consuetudini dei dignitari di corte e viene pubblicata il primo trattato scientifico sulla pianta: siamo nell’VIII secolo, lo scritto s’intitola “Il Canone del Tè” e l’autore è Lu Wu. 

Durante la dinastia Sung il tè assume un’importanza enorme: è parte del tesoro imperiale, viene usato come moneta di scambio e mezzo di pagamento per l’acquisto di cavalli, viene regolamentato come monopolio di Stato. L’invasione Mongola e poi la dinastia Ming nel secolo XIII faranno scomparire il rituale di preparare il te secondo l’antica usanza, che però ritroviamo in Giappone dove sopravvive nella “Cerimonia del tè”. 

In Europa il tè arriva nel 1632 e nel 1657 viene servito per la prima volta nei caffè di Londra. Gli inglesi con il passare del tempo hanno trasformato la consuetudine in una vera e propria tradizione e hanno fatto del tè la bevanda nazionale. Dal Regno Unito il tè si diffuse poi in tutta Europa e anche negli Stati Uniti d’America, dove proprio un carico di tè fu all’origine della Rivoluzione Americana (1775-1783) chiamata anche Guerra d’Indipendenza, che comincia a Boston con la Rivolta del Tè.

METEO


Santa Maria Capua Vetere CE
venerdì 30 Ottobre 2015
Precipitazioni sparse
19°C
Precipitazioni: 40%
Umidità: 76%
Vento: 21 km/h

Fioretti di San Francesco: capitolo venti

D’una molto bella visione che vide uno frate giovane, il quale aveva in tanta abominazione la cappa, che era disposto di lasciar l’abito e uscire dell’Ordine. Un giovane molto nobile e delicato venne all’Ordine di san Francesco: il quale dopo alquanti dì, per instigazione del demonio, cominciò ad avere in tanta abbominazione l’abito che portava, che li parea portare un sacco vilissimo: avea orrore delle maniche, abbominava il cappuccio, e la lunghezza e la asprezza gli parea una soma incomportabile. E crescendo pure il dispiacere della Religione, egli finalmente si deliberò di lasciare l’abito e tornare al mondo, Avea costui già preso per usanza, secondo che gli avea insegnato il suo maestro, qualunque ora egli passava dinanzi allo altare del convento, nel quale si conservava il Corpo di Cristo, d’inginocchiarsi con gran riverenza, e trarsi il cappuccio, e colle braccia cancellate inchinarsi. Addivenne che la notte nella quale si dovea partire e uscire dell’Ordine, convenne che passasse dinanzi all’altare del convento; e passandovi, secondo l’usanza s’inginocchiò e fece riverenza. E subitamente fu ratto in ispirito, e fugli mostrata da Dio maravigliosa visione: imperocchè vide dinanzi a sè quasi moltitudine infinita di santi, a modo di processione, a due a due, vestiti di bellissimi e preziosi vestimenti di drappi, e la faccia loro e le mani risplendeano come il Sole, e andavano con canti e suoni d’Angeli, fra’ quali santi erano due più nobilmente vestiti e adorni che tutti gli altri; ed erano attorniati di tanta chiarezza che grandissimo stupore davano a chi gli riguardava; e quasi nel fine della processione, vide uno adornato di tanta gloria che parea cavaliere novello, più onorato che gli altri. Vedendo questo giovane la detta visione, si maravigliava e non sapea che quella processione si volesse dire, e non era ardito di domandare, e istava istupefatto per dolcezza. Ed essendo nientedimeno passata tutta la processione, costui pure prende ardire e corre dietro agli ultimi, e con gran timore gli domanda, dicendo: carissimi, io vi priego che vi piaccia di dirmi chi sono quelli così maravigliosi i quali sono in questa processione così venerabile. Rispondono costoro: Sappi, figliuolo, che noi siamo tutti frati minori li quali veniamo ora dalla gloria di paradiso. E così costui domanda: Chi sono quelli due che risplendono più che gli altri? Rispondono costoro: Questi sono san Francesco e sant’Antonio: e quest’ultimo che tu vedesti così onorato è un santo frate che morì nuovamente; il quale, perocchè valentemente combattè contro alle tentazioni, e perseverò insino alla fine, noi lo meniamo con trionfo alla gloria di paradiso, e questi vestimenti di drappo così belli, che noi portiamo, ci sono dati da Dio in iscambio delle aspre tuniche, le quali noi pazientemente portavamo nella Religione; e la gloriosa chiarità che tu vedi in noi ci è data da Dio per la umiltà e pazienza e per la santa povertà e obbedienza e castità, le quali noi servammo insino alla fine. E però, figliuolo, non ti sia duro portare il sacco della Religione così fruttuoso; perocchè, se col sacco di san Francesco per lo amore di Cristo tu disprezzerai il mondo e mortificherai la carne, e contro al demonio combatterai valentemente, tu avrai insieme con noi simile vestimento e chiarità di gloria. E dette queste parole, il giovane tornò in sè medesimo: e confortato dalla visione, cacciò da sè ogni tentazione, cognobbe la colpa sua dinanzi al guardiano e alli frati; e da indi innanzi desiderò l’asprezza della penitenza e de’ vestimenti, e finì la vita sua nell’Ordine in grande santitade.

Jean Louis David   Salone da parrucchiere Indirizzo: Via Alcide De Gasperi, 28, 81100 Caserta CE Telefono:0823 326764


Parola del giorno: 30 Ottobre 2015

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 9,1-5. 
Dico la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: 
ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. 
Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. 
Essi sono Israeliti e possiedono l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, 
i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen. 



Salmi 147,12-13.14-15.19-20. 
Glorifica il Signore, Gerusalemme, 
loda, Sion, il tuo Dio. 
Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, 
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. 

Egli ha messo pace nei tuoi confini 
e ti sazia con fior di frumento. 
Manda sulla terra la sua parola, 
il suo messaggio corre veloce. 

Annunzia a Giacobbe la sua parola, 
le sue leggi e i suoi decreti a Israele. 
Così non ha fatto con nessun altro popolo, 
non ha manifestato ad altri i suoi precetti. 





Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 14,1-6. 
Un sabato Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. 
Davanti a lui stava un idropico. 
Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: «E' lecito o no curare di sabato?». 
Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. 
Poi disse: «Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?». 
E non potevano rispondere nulla a queste parole. 

San Marciano di Siracusa Vescovo e martire

La data della sua celebrazione è variamente fissata, secondo le varie fonti che parlano di lui: in Occidente fu inserito per la prima volta nelMartirologio Romano al 14 giugno, dal celebre Cesare Baronio, nel XVII secolo; in Oriente, invece, la sua memoria era già conosciuta e veniva ricordato in alcuni libri il 30 ottobre e in altri il 31. Il Calendario marmoreo di Napoli lo riporta al 30 e in questa ultima data è inserito nell'ultimissima edizione del Martyrologium Romanum.

Le più antiche fonti che parlano di S. Marciano risalgono, comunque, al VII secolo e, quindi, risentono della mancanza di certezze storiche; si rifanno, infatti, a tradizioni locali.
Secondo esse Marciano fu discepolo di S. Pietro ad Antiochia (I sec.) e fu da lui inviato nel 39
in Sicilia a predicare il Vangelo.
Qui si fermò a Siracusa [secondo gli Atti degli Apostoli (At 28,12) in questo luogo passò anche S. Paolo, nel 61 d.C., ove sostò per tre giorni] dove operò molte conversioni, accompagnate da miracoli, finché non venne ucciso « da coloro che in quel tempo avevano indegnamente lo scettro del comando ».

Egli, infatti, riuscì a radunare nelle grotte Pelopie di Acradina i primi cristiani siracusani e l'improvvisa diffusione della religione cristiana allarmò il senato ed i giudei i quali, preoccupati della conversione di molti ebrei alla "nuova religione", fecero uccidere il vescovo nel 68 facendolo legare ad una colonna e lapidandolo.

È ritenuto il primo vescovo di Siracusa; le successive narrazioni non aggiungono niente di nuovo a quanto detto, anzi si contraddicono perché pongono la sua morte nel III secolo, se non più tardi, presentandolo arbitrariamente anche come un ottimo religioso e superiore di un monastero.
Anche qualche opera archeologica, come la cosiddetta Cripta di S. Marciano, presso il cimitero di S. Giovanni, non aiuta ad inquadrare meglio il periodo della sua esistenza e morte; infatti, a partire dal secolo XVII, si credeva che la Cripta di S. Marciano fosse stata costruita sul sepolcro del santo e nel contempo sul luogo della sua abitazione e predicazione, datandola quindi al I secolo, invece non è altro che un ipogeo funerario del IV secolo, trasformato in santuario cristiano nel periodo normanno

La più antica raffigurazione di S. Marciano è del secolo VIII-IX quindi del periodo bizantino e si trova nelle catacombe di S. Lucia.
È da aggiungere, che chi sa per quale via sono giunte a Gaeta, forse per mare, alcune reliquie di S. Marciano di Siracusa, che sono nella cripta o Soccorpo della cattedrale, insieme a quelle di altri sei santi.

S. Marciano è venerato come compatrono di Gaeta insieme a S. Erasmo e celebrati in questa città e diocesi il 2 giugno.

giovedì 29 ottobre 2015

Notizia del giorno: Tangenti su appalti, arrestato Dario Lo Bosco, presidente di Rfi


La polizia di Palermo ha arrestato tre funzionari pubblici accusati di concussione: in cella è finito anche il presidente di Rfi (Rete ferroviaria italiana), Dario Lo Bosco. Tutti sono accusati di aver intascato mazzette in relazione ad appalti pubblici. Due di loro avrebbero preteso tangenti da un imprenditore agrigentino per evitare intoppi nello svolgimento dei lavori su un appalto da 26 milioni bandito dal Corpo forestale della Regione Sicilia.

Tangenti su appalti, arrestato
Dario Lo Bosco, presidente di Rfi
Oltre a Lo Bosco, che è stato posto agli arresti domiciliari, sono stati arrestati (e anch'essi posti ai domiciliari) i funzionari del Corpo forestale Giuseppe Marranca e Giuseppe Quattrocchi.

Al centro dell'inchiesta due distinte vicende: quella che coinvolge i due forestali è relativa a un appalto per l'ammodernamento della rete di comunicazione via radio (Marranca avrebbe ricevuto una mazzetta di 149.500 euro e Quattrocchi da 90mila) ; l'altra, che riguarda Lo Bosco (che è anche presidente dell'Azienda siciliana trasporti e che avrebbe intascato una tangente di 58.650 euro), ha per oggetto l'acquisto di un sensore per il monitoraggio delle corse dei treni.

Nell'inchiesta è coinvolto anche un grosso imprenditore agrigentino, Massimo Campione, titolare di una società di costruzioni: fermato recentemente dalla polizia, è stato trovato in possesso di una lista di nomi, con accanto delle cifre: una sorta di libro mastro delle tangenti. L'imprenditore starebbe ora collaborando con gli inquirenti.

Canzone del giorno: A te - Lorenzo Jovanotti Cherubini


Almanacco di oggi 29 Ottobre 2015


S. NARCISSO vesc.
S. Berlinda
S. Donato vesc. di Cassiope
S. Fedele

"Dai sessanta in sù non si contan più"
Linda
Etimologia: Derivante dal tedesco "Linde", che significa "scudo di tiglio", è un troncamento del nome Teodolinda. La sua fortuna è iniziata nell'Ottocento grazie all'opera di Donizetti "Linda di Chamonix". Attualmente è un nome ampiamente diffuso in tutta Italia.
Carattere: E' sempre attenta ai bisogni degli altri, specialmente di coloro che soffrono, dando spesso tutta se stessa e quello che ha per alleviare la loro miseria. Può diventare una determinata ed abile donna d'affari, anche se vivrà il lavoro sempre con creatività e semplicità, senza andare in cerca del successo e della ricchezza. In campo sentimentale, è attratta dagli uomini protettivi, che sappiano rispettarla e soddisfare il suo bisogno di sentirsi amata.
Numero fortunato: 4
Hai un temperamento vivace che ti porta ad affrontare di petto e con impeto qualsiasi situazione. Nel lavoro brilli per spirito di indipendenza ed originalità; qualche volta devi affrontare situazioni conflittuali ma, quasi sempre, risulti vincente. In amore puoi contare su un rapporto importante e duraturo vivacizzato dalla tua esuberanza.
"6516, tante furono le coppie che si sposarono con un unico rito, celebrato da Sun Myung Moon, dell'Associazione del Santo Spirito. La cerimonia si svolse vicino Seul nel 1988. "
Edmund Halley - 1656
Fausto Leali - 1944
Richard Dreyfuss - 1947
Winona Ryder - 1971
Medicina
La Risonanza Magnetica è apparsa in medicina con l'effetto di un terremoto, in quanto fornisce immagini più nette e dettagliate di quelle ottenute con qualsiasi altro procedimento. Nel 1973 il fisico americano Paul Lauterbur propone per l'utilizzo nel campo della diagnosi una tecnica chiamata Risonanza Magnetica Nucleare (Rmn), la quale impiega una radiazione elettromagnetica di alta frequenza che provoca modifiche energetiche nelle cellule, ciò che permette di identificare la natura dei tessuti studiati. La prima immagine del corpo umano ottenuta in questo modo risale al 1977.

Salute: Wasabi: la radice che disinfetta e depura


Era già conosciuto nel decimo secolo all’epoca degli “shogun”, i governatori delle varie province del Giappone, che la consideravano una pianta dalle proprietà favolose, in particolare era utilizzata per proteggere i capi dal veleno.

Per sottolineare il valore di questa pianta, basta pensare che viene citata nel più antico libro di leggi del Giappone come moneta per pagare le tasse! 

Il Wasabi è una pianta molto pregiata, di essa si utilizza il rizoma, che si forma solo negli esemplari adulti, dopo 3-5 anni; inoltre è delicata e difficile da coltivare.

Esistono due varietà di Wasabia japonica: la daruma, più pregiata e dal colore più intenso e la mazuma, più chiara e piccante.

In Asia l’uso alimentare del rizoma fa parte della tradizione. Esso viene grattugiato con pettini finissimi per ricavare una polvere che può essere aggiunta a biscotti o snack. Mescolata con l'acqua crea la famosa pasta verde, dal caratteristico sapore piccante e dall’odore pungente e balsamico. Non a caso è soprannominato “namida” ovvero lacrime, perché stimolando il setto nasale, può favorire la lacrimazione.
La pasta di Wasabi viene aggiunta talvolta alla salsa di soia ed è proposta sempre come accompagnamento ai piatti tipici della cucina giapponese, come sushi e sashimi. Questi piatti tradizionali sono a base di pesce crudo, per cui l’abbinamento con questa potente salsa risulta indispensabile, non solo per il gusto ma in particolare, per disinfettare e prevenire eventuali intossicazioni alimentari. 

Come tutte le Brassicacee, il Wasabi contiene dei principi attivi, utili al nostro organismo, chiamati glucosinati. Questi, durante la masticazione, entrano in contatto con un enzima, la mirosina, presente nella stessa pianta, che in presenza di acqua, li elabora trasformandoli in isotiocinati, il vero principio attivo, quello responsabile dell’odore pungente. La cosa interessante è che il Wasabi è particolarmente ricco di isotiocinati rispetto ai suoi fratelli broccoli e cavoli!
Queste molecole hanno una marcata azione detossificante per il nostro organismo in quanto sono ricche di zolfo, minerale indispensabile per il buon funzionamento del fegato.
Gli isotiocinati favoriscono la rimozione delle tossine accumulate nel fegato, stimolando gli enzimi della fase 2.
Le tossine sono prodotte giornalmente dall'organismo come scarto dell'attività metabolica, derivando dall'alimentazione e dal catabolismo del rinnovamento delle strutture organiche. Finché il corpo riesce ad eliminare tutte le tossine che produce, nessun problema. Se però gli organi emuntori rallentano la loro attività, o aumenta la produzione tossinica a causa di stress, stile di vita, carenza di sonno, cattiva o eccessiva alimentazione, contatto con fonti esterne, come inquinanti, farmaci, conservanti e coloranti alimentari, allora predisponiamo il corpo alla malattia, compromettendo lo stato di benessere.
L’intossinazione dell’organismo può essere causa di mal di testa, stanchezza, nervosismo, ritenzione idrica, oltre che responsabile di digestione difficile, acne, dermatiti.

In questo contesto, il buon funzionamento del fegato è indispensabile. Esso è un organo filtro che, controllando continuamente il sangue, elabora le sostanze che ingeriamo, come cibo e farmaci, e quelle che produciamo, come ormoni e neurotrasmettitori.
La sua azione purificatrice si divide in due fasi controllate da enzimi, vitamine e minerali.
La prima fase è un processo che modifica le sostanze trasformandole in composti reattivi e tossici. In questo modo, il corpo le riconosce come prodotti da eliminare e possono entrare nella seconda fase, dove vengono rese idrosolubili, ovvero facili da allontanare tramite le urine.
Se il primo processo è di attivazione, questo secondo momento viene detto di detossificazione. È indispensabile che le due fasi siano precise e coordinate. Se la fase 1 è troppo veloce e la fase 2 lenta, non avviene il corretto stoccaggio delle tossine, che vengono messe in circolo e si possono accumulare in tessuti ed organi. Rendere questi momenti più efficaci e rapidi è importante. 
È proprio qui che entra in gioco il Wasabi, la spezia degli imperatori, attivando in particolare la fase di detossificazione!

Il Wasabi è fonte, oltre che di isotiocinati, anche di Vitamina C, B6, proteine, calcio, magnesio, potassio e manganese. 
Tutto ciò gli conferisce proprietà:
Detossinanti
Antisettiche e antibatteriche (indebolisce anche i batteri responsabili della carie ai denti)
Digestive
Antiossidanti e antinfiammatorie
Anticancerogene (in particolare gli isotiocinati sono importanti per prevenire tumori causati dagli ormoni, come quello al seno o alla prostata, grazie alla loro capacità di stimolare l’organismo ad eliminare l’eccesso ormonale. Inoltre sembrano capaci di bloccare la riproduzione delle cellule cancerogene e di indurle alla morte).
Fluidificanti (agisce come antiaggregante piastrinico, favorendo una buona circolazione) 
Inoltre innalza la soglia del dolore grazie ai principi attivi responsabili del gusto piccante.

Per la sinergia dei suoi principi attivi il Wasabi diventa un super alleato per aiutare il nostro corpo a liberarsi dalle tossine e sentirci così più leggeri e pieni di energia!

Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


cavalli

cavalli

BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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1. MODELLO ISEE

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1) CONSULENZA E ASSISTENZA LEGALE

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1. INVALIDITA’ CIVILE

2. ACCOMPAGNAMENTO

3. PENSIONI INPS – INPDAP

4. INFORTUNI SUL LAVORO

5. DISOCCUPAZIONE

6. RECUPERO CONTRIBUTI

7. MEDICINA LEGALE

8. LAVORO

9. FAMIGLIA

10. COLF E BADANTI

11. PRESTAZIONI ASSISTENZIALI

12. PREVIDENZA COMPLEMENTARE

13. IMMIGRAZIONE

STUDIO TECNICO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA, PRATICHE CATASTALI ED URBANISTICHE, ARCHITETTURA PER INTERNI




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CANZONE DI ANTOINE: QUALUNQUE COSA FAI TI TIRANO LE PIETRE.....

FINALMENTE!!

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Studio Legale

LAVORI PUBBLICI

PUBBLICHIAMO LE FOTO DELLE OPERE PUBBLICHE PER LE QUALI INIZIERANNO PRESTO I LAVORI .SALVO RITARDI DOVUTI ALLA SCELLERATA AZIONE DI SFIDUCIA CHE COMPORTERA' AUMENTO DI COSTI E PERDITE DI FINANZIAMENTI

RECUPERO STRUTTURALE E FUNZIONALE DELL' EDIFICIO DELLE SCUOLE ELEMENTARI "PRINCIPE DI PIEMONTE"

IMPORTO FINANZIAMENTO

euro 2.330.ooo,oo

SCUOLA PRINCIPE DI PIEMONTE

SCUOLA PRINCIPE DI PIEMONTE

LAVORI PUBBLICI

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RISTRUTTURAZIONE E AMMODERNAMENTO DEL PLESSO SCOLASTICO RIONE IACP

IMPORTO FINANZIAMENTO

EURO 700.000,00

IACP

IACP

lavori pubblici

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RIFACIMENTO PIAZZA SAN PIETRO

IMPORTO FINANZIATO:

euro 150.000,00

piazza San Pietro

piazza San Pietro

lavori pubblici

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PROGRAMMA DI RECUPERO URBANO COMPARTO C1 NORD OVEST – RIONE IACP

IMPORTO INTERVENTO:

euro 1.502.373,12

IACP

IACP

lavori pubblici

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REALIZZAZIONE DI UN CAMPO SPORTIVO POLIVALENTE COPERTO IN VIA GIOTTO – RIONE IACP

IMPORTO DEL FINANZIAMENTO :

euro 512.000

iacp

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arco adriano

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RESTAURO CONSERVATIVO DELL’ARCO ADRIANO. SISTEMAZIONE DEL TRATTO DI VIA APPIA TRA ANFITEATRO ED ARCO ADRIANO

RICHIESTA FINANZIAMENTO

Euro 2.470.698,58

arco adriano

arco adriano

villetta l.sturzo

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PROGETTO PER LA VILLETTA TEMPO LIBERO ALLA VIA L. STURZO

RICHIESTA DI FINANZIAMENTO:

euro 127.000,00

villetta l. sturzo

villetta l. sturzo

asilo nido

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PROGETTO DI ASILI NIDO PER BAMBINI DA 0 A 36 MESI IN VIA ALBANA 107

TOTALE DEL FINANZIAMENTO:

euro 699.438,18

asilo nido

asilo nido

PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

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