Come avevamo promesso nei giorni scorsi riannodiamo il filo lungo del nostro racconto, ricco di storie e ricco di spunti, su quello che è stato il vero è proprio saccheggio del territorio cittadino, in spregio a tutte le norme generali e a quelle urbanistiche specifiche, riguardanti la città del foro
A sinistra Franco Biondi
S. MARIA C.V. – Allora, Biondi, dove eravamo rimasti?
Sicuramente eravamo rimasti alla questione del mulino Parisi, cioè a a quel parere positivo che spianava la strada alla concessione del permesso a costruire dall’allora dirigente del comune di S. Maria C.V., tornato in sella da 48 h.
Biondi aveva incrociato i nostri strali perché, secondo noi, un dirigente che si rispetti, e che vuole fare il suo lavoro nell’ossequio assoluto della legge, come qualche volta, nel caso in questione, non è capitato in considerazione di qualche vicissitudine giudiziaria che Biondi ha vissuto e sta ancora vivendo, non può accettare testimonianze storiche e certificati di residenza bensì deve al più attenersi a certificazioni del catasto, per ricostruirne formalmente il suo connotato storico di destinazione.
Avemmo modo di scrivere, e ribadiamo anche oggi, che la prevalente destinazione residenziale che è uno dei requisiti della norma richiamata da Biondi per l’aumento di volumetria dell’ex mulino Parisi, non sussiste per i metodi di calcolo piuttosto fantasiosi a suo tempo utilizzati dai tecnici di Pellino e non contestata dall’ufficio tecnico sempre targato Biondi.
L’altra grande questione su cui verificheremo la totale adesione ai principi irrinunciabili della legalità da parte di Biondi è quella relativa alla destinazione dell’area ex-Siemens.
Se da una parte, l’assessore Carmine Munno preme per conto dell’imprenditore Esposito e della cooperativa al consumo del cugino di Di Muro che ha intenzione di aprire un punto vendita nei capannoni che sono stati prima Siemens poi Finmek, dall’altra parte vi sarà CasertaCe a ribadire irriducibilmente che quella è un’area industriale, che fino a quando non sarà approvato un nuovo puk o fino a quando il consiglio comunale non si assumerà la responsabilità politica di approvare una variante al piano regolatore generale vigente, non potrà ospitare null’altro se non opifici industriali o artigianali.
E nessun valore può seriamente avere, in quello che sarebbe uno stravolgimento totale delle norme previste dal piano regolatore, la motivazione addotta da Esposito che ritiene che il silenzio dell’Amministrazione alla SCIA presentata possa aver assentito un cambio di destinazione.
Giusto per rinfrescargli la memoria poniamo una domanda a Biondi che arriva, diciamocela tutta, a S. Maria C.V., per fare un Siad, un piano commerciale che calzi a pennello sulle necessità speculative della solita e mai sazia pletora di palazzinari e di tecnici che attorno a loro ronzano: perché Biondi ha rilasciato una concessione edilizia per edificio commerciale in un terreno che fa parte di una lottizzazione industriale?
Se è vero che un edificio può far parte di un’area in cui risulta compatibili diverse tipologie di destinazione, è anche vero che quando la destinazione scelta è stata formalizzata attraverso un atto fondamentale e fondante di consiglio comunale, non ci si può più discostare, rendendo flessibile, quello che la legge considera rigido.
Perché Biondi si è preso la grandissima responsabilità di assentire a un cambio di destinazione quando avrebbe potuto dire tranquillamente al sindaco di portare in consiglio comunale la proposta, visto che quello resta l’unico organismo legittimato a variare la storia di quel terreno e dei capannoni che vi insistono e degli immobili che vi insistono sopra?
Altra domanda: Biondi ritiene che siano legittime le concessioni con cambio di destinazione rilasciate dal dirigente in aree oggetto di convenzioni di lottizzazioni?
E’ lecito ciò che qualche mese fa Di Tommaso e la giunta hanno fatto per l’Old Wild West, il supermercato di Melito e la palestra dentro all’area dei capannoni tribunalizi, targati Pellino?
Si tratta solo delle primissime domande che ci permettiamo di porre al neo-dirigente Biondi. Giusto per fargli capire che noi siamo qui a valutarlo in base alle scelte che farà, in base a quanto riterrà di volersi discostare dal rigore interpretativo delle norme urbanistiche generali e di quelle della città di S. Maria C. V.
Gianluigi Guarino
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