prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

giovedì 28 aprile 2016

San Luigi Maria Grignion di Montfort


Luigi Maria (al secolo, Louis-Marie) Grignion nasce il 31 gennaio 1673 a Montfort, non lontano da Rennes, primogenito di una famiglia numerosa. Il padre, Jean­ Baptiste, era avvocato; la madre, Jeanne Robert, aveva due fratelli sacerdoti.I primi anni di vita di Luigi Maria furono trascorsi in parte con i genitori a Montfort, in parte presso una nutrice e in una casa di famiglia nella campagna vici­na.

Nel 1684 il ragazzo venne mandato a Rennes e iscritto al collegio S. Tommaso Becket, tenuto dai Gesuiti. Qui egli trascorse otto anni di vita, dagli 11 ai 19 di età, ospite dello zio sacerdote Alain e alunno esterno del collegio.
A Parigi, Luigi Maria entrò nei seminari di S. Sulpizio. Per gli studi frequentava la vicina Sorbona, ma per l'alloggio vi erano diverse comunità, più o meno confortevoli, a seconda della retta che si era in grado di pagare. Aiutato da benefattori Montfort fu accolto prima in una comunità piuttosto povera, ma dignitosa. Dopo due anni, il fondatore e di­rettore morì e la comunità si sciolse. Montfort passò in un altro convitto, veramente povero, dove si soffriva la fame e il freddo, tanto che durante l'inverno egli si am­malò, finì in ospedale e rischiò di morire. Superata la malattia, riuscì infine a entrare nel seminario vero e proprio, dove rimase cinque anni, fino all'ordinazione sacerdotale.

Nel giugno del 1700 Grignion de Montfort venne ordinato sa­cerdote. La sua vita da prete fu breve, solo 16 an­ni, ma piuttosto tormentata. Uscito da S. Sulpi­zio, si recò a Nantes, in una specie di case del clero, deside­roso di dedicarsi alla predicazione delle missioni popolari. Vi si fermò circa un anno e svolse un po' di ministero, com­presa qualche missione, ma il ritmo di vita gli sembrò trop­po fiacco e alla prima occasione abbandonò la comunità.
Raccogliendo un invito, si recò a Poitiers, all'ospizio dei poveri, dove trovò un ambiente che sentiva più adatto al suo zelo di giovane prete. Emersero là le sue doti di organizzatore, sia per mettere ordine esterno, che a favore del bene delle anime.

A Poitiers incontrò Ma­ria Luisa Trichet, che sarà la prima delle Figlie della Sa­pienza, congregazione da lui fondata più tardi.Tornò a Parigi e per qualche mese ritentò l'espe­rienza tra i poveri del grande ospizio parigino. Nulla da fare: venne allontanato.
Era il 1703 e Luigi Maria non aveva ancora trovato la sua strada. Doveva stare tra i poveri? O predicare le missioni e fare catechi­smo nelle campagne? Pensò anche di farsi contemplativo, o di partire per le missioni estere.
A Parigi abitava in un povero locale, una specie di sot­toscala, dove pregava e meditava. Era vicino ad una comunità di Gesuiti, che lo aiutarono con l'amicizia e buoni consigli. Tornò a meditare sull'amore di Dio, sulla sofferenza e la Croce di Gesù Cristo. Nella primavera del 1704 egli riprese il cammino verso Poitiers, viaggiando a pie­di come faceva sempre. In quella città poté rimanere per due anni, dedicandosi alle missioni popolari e ottenendo buoni risultati, ma non mancarono incomprensioni e opposizioni e alla fine il vescovo lo licenziò dalla propria diocesi.

Di nuovo sbattuto tra le onde, Montfort non vedeva dove aggrapparsi. Decise allora di recarsi a Ro­ma, in pellegrinaggio di fede e per chiedere lumi al Papa. Clemente XI (Giovanni Francesco Albani, 1700-1721) lo ricevette il 6 giugno 1706 e lo confermò nella missione di evangelizzare il popolo, so­prattutto nelle campagne di Francia. Gli diede un manda­to speciale, nominandolo "missionario apostolico" e lo inviò a lavorare in comunione con i vescovi.
Per altri 5 anni, fino verso il 1711, Grignion de Montfort lavorò in diverse diocesi dell'ovest della Francia (Rennes, Saint‑Malò, Saint‑Brieuc, Nantes, Luçon, La Rochelle...). Predicò la missione al popolo, di parrocchia in parrocchia. Qua e là, in ricordo della missio­ne, erigeva una croce o un calvario, restaurava una chiesa, istituiva o ravvivava una confraternita del Rosario, o di Pe­nitenti. Componeva cantici che insegnava ai fedeli. I perio­di di predicazione erano alternati a momenti di ritiro per una ripresa fisica e spirituale. Dapprima, in Bretagna, collaborò con un gruppo di missionari guidati dal sacerdote Giovanni Leuduger, poi se ne separò e scelse lui stesso i propri collaboratori, sia sacerdoti gesuiti, cappuccini e do­menicani, sia laici reclutati in proprio. Già dal 1705 trovia­mo Maturino Rangeard, di Poitiers, che lo seguirà sempre; altri "fratelli" si aggiunsero più tardi, alcuni fecero i voti re­ligiosi, altri no: Nicola di Poitiers, Filippo di Nantes, Luigi di La Rochelle, Gabriele, Pietro, Giacomo. Essi aiutavano nelle missioni e facevano scuola ai ragazzi poveri.

Per trovare dei sacerdoti che volessero unirsi a lui in "compagnia di missionari", bisognò attendere gli ulti­mi anni. Nel 1715, Adriano Vatel, sacerdote formato a Parigi, era a La Rochelle in attesa di imbarcarsi per le mis­sioni lontane. Luigi Maria lo convinse a rimanere con lui. Nello stesso anno si aggiunse al missionario un altro sacerdote, Renato Mulot, che sarà poi il suo esecutore testamentario e continuerà l’opera delle missioni dopo la morte del Montfort. Da questi laici e sacerdoti nacque la “Compagnia di Maria”.

Gli ultimi anni di vita e di lavoro (1711‑1716) si svolsero ‑ salvo qualche breve parentesi ‑ nelle due diocesi di Luçon e di La Rochelle, dove Montfort era accettato e sostenuto dai rispettivi due vescovi. Pur continuando un lavoro di tipo missionario, egli si inserì maggiormente nei progetti di pastorale locale, promuovendo forme di apostolato più stabili.
Da Poitiers fece ve­nire le due postulanti religiose che aspettavano da anni: Maria Luisa Trichet e Caterina Brunet. Le fece entrare all'ospedale e affidò loro delle scuole; scrisse una Regola per queste prime “Figlie della Sapienza”. A La Rochelle impe­gnò pure i "fratelli" laici nel fare scuola in modo stabile. Si dedicò maggiormente a costituire la sua compagnia di missionari, anche se tra i collaboratori di quel momento erano solo alcuni che pensavano di legarsi a lui.

A La Rochelle il missionario lavorò molto anche in città e ottenne grandi successi tra il popolo. Nella chiesa dei Domenicani tenne diverse missioni di categoria (uomini, donne, militari). Il contatto con gli am­bienti domenicani contribuì a fargli intensificare la predi­cazione del Rosario e a promuoverne le confraternite.

La vita di Luigi Maria Grignion de Montfort si conclude il 28 aprile 1716, a Saint‑Laurent‑sur‑Sevre, in Vandea. Morì mentre predicava ancora una missione, indebolito dalle fatiche e vinto da una polmoni­te, a soli 43 anni; le sue ultime parole furono: “Invano mi tenti! Sono tra Gesù e Maria. Deo gratias et Mariae! Non peccherò più”.
Fu sepolto nella stessa chiesa parroc­chiale di Saint‑Laurent. Oggi sulla sua tomba è stata co­struita una nuova basilica, meta di pellegrinaggi dalla Vandea e da tutta la Francia. Il Beato Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005), il 19 set­tembre 1996, volle onorare, con una sua visita a Saint­-Laurent, il Santo che gli è stato di guida spirituale fin da­gli anni giovanili.

Luigi Maria Grignion di Montfort venne beatificato, il 22 gennaio 1888, da Pp Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Pecci, 1878-1903), e canonizzato, il 20 luglio 1947, dal Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958).

Le Congregazioni che ha dato alla Chiesa, la “Compagnia di Maria”, le “Figlie della Sapienza”e i “Fratelli di San Gabriele” (congregazione che si è sviluppata dal gruppo di Fratelli riuniti da San Luigi Maria), crescono e si propagano prima in Francia e poi in tutto il mondo. Esse continuano a testimoniare il carisma di San Luigi Maria, prolungando la sua missione, che è di stabilire il Regno di Dio, il Regno di Gesù per mezzo di Maria.
Per più di cent'anni Montfort rimase conosciuto so­lo nelle zone dove era vissuto. I suoi missionari continuarono a predicare al popolo, diffondendo la pratica della rinnovazione delle promesse battesimali e la consacrazione a Gesù per Maria. Nel 1842 venne ritro­vato un suo manoscritto che lo rese famoso in tutto il mondo, il è “Trattato della vera devozione a Maria”.L'idea centrale contenuta in questo libro è questa: come Gesù Cristo ha scelto Maria per venire al mondo e realizzare la nostra salvezza, così noi dobbiamo ricorrere a Maria e prenderla come modello per diventare pienamente conformi) a Gesù Cristo. Montfort propone quindi la tota­le consacrazione a Gesù per mezzo di Maria e spiega co­me vivere ogni giorno alla scuola di Maria per divenire copie viventi di Gesù Cristo.
Oltre al Trattato, Montfort ci ha lasciato altri scritti: i Cantici, con più di 20.000 versi; “L'Amore dell'e­terna Sapienza”, l'opera che ci parla dell'amore appassionato di Dio per noi, manifestato soprattutto in Gesù Cristo; il “Segreto di Maria”, sintesi del Trattato. Altre opere, rimaste spesso incompiute: una Lettera agli amici della Croce, la Preghiera infocata, il Segreto meraviglioso del S. Rosario, le Regoleper i suoi missionari e per le Fi­glie della Sapienza, lettere e appunti.

L’insegnamento spirituale di S. Luigi Maria Gri­gnion de Montfort è sentito oggi nella Chiesa come molto attuale. Nel documento del Concilio Vaticano II Lumen Gentium, il capitolo VIII, Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa, manifesta un chiaro in­flusso della dottrina monfortana. La spiritualità cristolo­gico‑mariana vissuta e insegnata da Montfort è recepita sempre più dal popolo di Dio: molte associazioni laicali, congregazioni religiose e movimenti si ispirano ad essa. Il Servo di Dio Giovanni Paolo II, nella sua enciclica Redemptoris Mater, ricorda esplicitamente Grignion de Montfort tra i "mae­stri e testimoni" della spiritualità mariana che la Chiesa intera è chiamata a vivere. 

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

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TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

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