prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

venerdì 6 maggio 2016

San Pierre Nolasque Sacerdote e fondatore


Pietro Nolasque nasce verso il 1182-1189 a Mas-Saintes-Puelles, nella regione Linguadoca (F), da una nobile famiglia. In quel periodo, nel sud della Francia imperversava l’eresia degli Albigesi e probabilmente per sottrarsi all’influsso di quella sètta, sui vent’anni, dopo la morte dei genitori, Pietro vendette i suoi beni e si trasferì a Barcellona. Allora circa la metà della penisola iberica era sotto il dominio degli arabi musulmani, che durante gli scontri armati catturavano i cristiani per farne degli schiavi. Pietro, trasformatosi in mercante per insinuarsi facilmente tra i maomettani, decise di dedicarsi al riscatto di quei poveri prigionieri.  

Nell’esercizio della sua attività di commerciante scopre la schiavitù dei cristiani in terra musulmana. Da allora, dedicherà la sua vita e utilizzerà i suoi beni per restituire ad essi  la libertà. Già in questo si manifesta la sua prossima missione carismatica nella chiesa e nella società.

Mosso a compassione dalla sofferenza degli schiavi, radunò alcuni suoi compagni che, facendoli partecipi delle sue inquietudini, con un distacco giovanile ammirevole, si spogliarono dei propri beni dandoli tutti per la redenzione: “Perseverando prima di tutto nella preghiera a Dio, si dedicarono poi ogni giorno a raccogliere elemosine dai fedeli pietosi, nella provincia della Catalogna e nel Regno di Aragona per portare a termine l’opera santissima della redenzione. E questo si fece così perché ogni anno si realizzassero per mezzo del santo uomo e i suoi  compagni non piccole liberazioni e redenzioni... Tutte queste cose accaddero nell’anno 1203”.

La professione di mercante di Pietro Nolasco fu di grande utilità per questo gruppo di redentori in questo primo periodo, poiché i mercanti avevano facile accesso ai paesi musulmani, erano conosciuti e, durante secoli, essi furono quasi gli unici intermediari per il riscatto dei cristiani in terra di mori e dei mori in terra di cristiani. Questo gruppo di compagni di Pietro Nolasco era formato solo da laici che, “avevano gran devozione a Cristo che ci ha redenti col suo sangue prezioso”. Questo indica la nota caratteristica della spiritualità del gruppo: la devozione e la sequela di Cristo Redentore.

Dopo quindici anni di ammirevole attività nella redenzione dei cristiani schiavi, Pietro Nolasco e i suoi compagni vedevano con preoccupazione che, giorno dopo giorno, aumentava il numero degli schiavi. Il coraggioso leader, pieno di solida ed insieme equilibrata devozione a Cristo e alla sua Madre benedetta, non si sentì spaventato di fronte alla grandezza della missione iniziata e la sua piccolezza personale. Nella sua fervorosa preghiera cercò l’ispirazione divina per continuare l’opera di Dio iniziata da lui.

In questa circostanza, la notte del 1° al 2 agosto del 1218, avvenne un intervento speciale di Maria Santissima nella vita di Pietro Nolasco: una soprendente esperienza mariana che illuminò la sua intelligenza e mosse la sua volontà per trasformare il suo gruppo di laici redentori in un Ordine religioso redentore.

Compiuti gli adempimenti fondamentali, il 10 agosto 1218, portò a compimento, con grande solennità, la fondazione dell’Ordine religioso redentore degli schiavi nell’altare maggiore della cattedrale della Santa Croce di Barcellona, eretto sopra la tomba di santa Eulalia. Il vescovo Berenguer de Palou consegnò a Pietro Nolasco e ai suoi compagni la Regola di sant’Agostino, come norma di vita comune e, dinanzi a lui, i primi mercedari emisero la professione religiosa; il re Giacomo 1 di Aragona costituì il nuovo Ordine, istituzione riconosciuta dal diritto civile del suo regno.

La finalità dell'“Ordine della B.V.M. della Mercede” della redenzione degli schiavi è “visitare e liberare i cristiani che si trovano in schiavitù e in potere dei saraceni o di altri nemici della nostra Legge... per la quale opera di mercede o misericordia... tutti i frati di quest’Ordine, come figli di vera obbedienza, siano gioiosamente disposti a dare la propria vita, se fosse necessario, come Gesù Cristo la diede per noi” (Prime Costituzioni dell’Ordine del 1272).

La novità che Pietro Nolasco introduce nella sua opera redentrice si esprime in: la raccolta delle elemosine tra i fedeli cristiani con il fine di portarle nella terra dei mori per riscattare i cristiani schiavi che si trovano in loro potere. Ogni frate, in forza della sua professione, si convertiva in un autentico elemosiniere della redenzione; e dove non c’erano frati, costituiva confraternite, convocava i fedeli riunendoli nella Confraternita della elemosina degli schiavi.
Quando veniva meno il denaro, il redentore era obbligato a darsi in ostaggio e esposto a dar la vita allo scopo di liberare lo schiavo.

Pietro Nolasco sollecitò alla Sede Apostolica la confermazione della sua opera redentrice. Il papa Gregorio IX, il 17 gennaio del 1235 a Perugia, con la bolla Devotionis vestrae incorporò canonicamente il nuovo Ordine alla Chiesa universale.

Mentre era in vita il santo Fondatore, l’Ordine giunse a contare 100 frati e 18 conventi, sparsi nel regno di Aragona e nel sud della Francia. Le bolle Relisiosam vitam eligentibus (1245) e Si iuxta sapientis (1246) del papa Innocenzo IV contribuiscono a farsi un’idea di come era valorizzata e apprezzata a Roma l’opera di Pietro Nolasco “procuratore dell’elemosina degli schiavi”.

Oltre agli schiavi redenti da Pietro Nolasco e dai suoi campagni prima della fondazione dell’Ordine, nel periodo dalla sua istituzione fino alla morte del fondatore, furono riscattati 3.920 schiavi.

La fama delle imprese del Nolasco giunse alla corte di S. Luigi IX, re di Francia, il quale manifestò il desiderio di vederlo. Quando verso il 1243 egli fece un viaggio in Linguadoca, il Nolasco andò a visitarlo. Il sovrano gli comunicò i suoi disegni per la liberazione dei cristiani di Terra Santa; lo invitò a prendere parte alla prossima crociata, ma mentre il nostro santo stava facendo i preparativi per la partenza, fu colto da una grave malattia. Dovette limitare la sua cooperazione alla preghiera e allo scambio di lettere.

Aggravandosi il male, volle ricevere tutti i sacramenti. Chiamò quindi i suoi religiosi attorno al suo letto e disse loro: “Ho due grazie da chiedervi: l'una che mi perdoniate il cattivo esempio e la negligenza nel governo dell'Ordine; l'altra che eleggiate al mio posto un generale perché possa morire con il merito dell'ubbidienza”. Gli fu concessa l'ultima soddisfazione.

Muore nella notte del Natale 1256 dopo aver detto il versetto 9 del salmo 110: “Il Signore mandò a riscattare il suo popolo”.

Il 19 giugno del 1655, il suo nome fu introdotto nel Martirologio Romano. Papa Alessandro VII (Fabio Chigi, 1655-1667), l’11 giugno del 1664, estese il suo culto a tutta la Chiesa.

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


cavalli

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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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SERVIZIO CAF PRESSO LA NOSTRA SEDE IN C.SO ALDO MORO N.73 AVETE A DISPOSIZIONE UNA SERIE DI SERVIZI UTILI:

1. MODELLO ISEE

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PROGRAMMA DI RECUPERO URBANO COMPARTO C1 NORD OVEST – RIONE IACP

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REALIZZAZIONE DI UN CAMPO SPORTIVO POLIVALENTE COPERTO IN VIA GIOTTO – RIONE IACP

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TOTALE DEL FINANZIAMENTO:

euro 699.438,18

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE