prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

martedì 29 novembre 2016

 
« Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna » Gv 6,68











 
                    

Martedì 29 Novembre 2016

S. Francesco Antonio Fasani, sac. O.F.M. Conv. (1681-1742)

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ò
San Francesco Antonio Fasani
Sacerdote O.F.M. Conv.

F
rancesco Antonio Fasani, chiamato dai lucerini familiarmente Padre Maestro, nasce a Lucera, il 6 agosto 1681, da umili e modesti lavoratori : Giuseppe Fasani e Isabella Della Monica. Battezzato il 10 agosto con i nomi di Donato Antonio Giovanni Nicolò, era chiamato da tutti, familiarmente, Giovanniello.

Quando era ancora piccolo, il padre morì e sua madre Isabella, fu costretta a risposarsi con Francesco Farinacci, anch’egli un buon cristiano come il defunto Giuseppe. Giovanniello entrò molto giovane nell’Ordine di S. Francesco, tra i Minori Conventuali del convento di Lucera e vi rifulse per innocenza di vita, spirito di penitenza e povertà, ardore serafico e zelo apostolico, sì da sembrare un “S. Francesco Redivivo”.

Il 23 agosto 1695 entrò nel noviziato dei Frati Minori Conventuali di Monte S. Angelo, prese il nome di Francesco Antonio e il 23 agosto 1696 vi emise la professione solenne.
Il giovane frate Francesco Antonio completò gli studi umanistici e frequentò i corsi filosofici nei seminari della sua Provincia religiosa. Successivamente iniziò i corsi di teologia nello Studio di Agnone, lì proseguì nello Studio Generale di Assisi presso la Tomba di S. Francesco, dove ricevette l'ordinazione sacerdotale l’11 settembre 1705; e sempre in Assisi frequentò pure il corso teologico accademico fino al 1707.

Il tirocinio degli studi, espletato con impegno e con vivo desiderio di assimilare il valore salvifico dei misteri della fede, lo resero profondo in filosofia e dotto in teologia, come attesterà ai Processi Canonici Antonio Lucci, Vescovo di Bovino, che era stato suo condiscepolo ed emulo nell'esercizio delle virtù religiose. Nel contempo attraverso una intensa formazione spirituale, coadiuvata da illuminati maestri di spirito, progrediva nella vita di unione con Dio configurandosi al Signore nella consacrazione religiosa e nel carisma sacerdotale.

Dal 1707 fino alla morte, per trentacinque anni continui, visse a Lucera rendendo splendida testimonianza di vita evangelica e di zelante ministero pastorale: per questo ammirato dai fedeli di Lucera, di tutta la Daunia e del Molise. Nell'ambito del suo Ordine Francescano ricoprì uffici di particolare responsabilità. Valente lettore di filosofia scolastica e stimato maestro dei giovani novizi e professi, diede notevole impulso alla formazione spirituale e dottrinale dei confratelli.

Nel 1709 conseguì la laurea in teologia, e da allora il Padre Fasani venne comunemente chiamato con l'appellativo di Padre Maestro, titolo che ancora oggi gli viene attribuito a Lucera. Esercitò con carità e saggezza gli uffici di superiore locale e provinciale dimostrandosi efficace animatore della vita religiosa dei confratelli.

Scrisse alcune operette predicabili, tra cui un Quaresimale, un Mariale, una esposizione al Pater e al Magnificat, e vari Sermoni di cui alcuni in lingua latina. Suo principale intendimento nel predicare era quello di farsi capire da tutti, come nella sua modestia era solito dire; la sua catechesi, tipicamente francescana, era rivolta di preferenza all'umile popolo verso cui si sentiva particolarmente attratto.
Inesauribile fu la sua carità verso i poveri e sofferenti; fra le varie iniziative, promosse la simpatica usanza di raccogliere e distribuire pacchi-dono ai poveri in occasione del S. Natale. Ma il suo zelo e la sua carità sacerdotale rifulsero in modo singolarissimo nell'assistenza ai carcerati e ai condannati che accompagnava personalmente fino al luogo del supplizio per confortarne gli estremi momenti.

Fu devotissimo dell'Immacolata Concezione: alle anime che egli dirigeva era solito inculcare gli atti di ossequio alla Madonna e la meditazione delle sue virtù. Anche oggi è oggetto di particolare venerazione, nella chiesa di S. Francesco, la bella statua dell'Immacolata che fece venire da Napoli; il popolo canta tuttora la canzone mariana da lui composta.

Muore a Lucera il 29 novembre 1742, il primo giorno della novena dell'Immacolata.
Dopo la morte, per oltre due secoli, continuò a rimanere nell’ombra, conosciuto ed amato solo dai suoi compaesani che godevano, di generazione in generazione, del suo aiuto e della sua potente protezione.

Fu beatificato dal Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958) il 15 aprile 1951. Il 13 aprile 1986, all’interno della Basilica di S. Pietro, San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005) canonizzó Francesco Antonio Fasani e, dopo un anno dalla canonizzazione, il 25 maggio 1987, si recò in pellegrinaggio in Puglia e si fermò a Lucera per venerare il corpo del Padre Maestro.

Dal 2001, la vecchia Chiesa di S. Francesco è divenuta il Santuario di S. Francesco Antonio Fasani, dove ogni anno migliaia di devoti si recano ai piedi dell’altare ad onorare il Padre Maestro.

Significato del nome Francesco : “uomo libero” (antico tedesco).
Significato del nome Antonio : “nato prima” o “che fa fronte ai suoi avversari” (greco).

Per approfondimenti:


Fonti principali: santiebeati.it; vatican.va; wikipedia.org (“RIV./gpm”).


Preghiera al Padre Maestro

O San Francesco Antonio Fasani, tu che sei stato l’innamorato della Vergine Immacolata, insegnaci a guardare con occhio puro e casto le bellezze del creato, a conformare la nostra vita alla tua per piacere al Padre celeste e alla Madre di Gesù e Madre nostra.

Tu amico di ogni uomo e soprattutto dei più miseri e bisognosi, fa che anche noi sappiamo vedere nel volto di ogni fratello il Cristo umile, povero e amico di tutti.

In un mondo lacerato da rancori, guerre e divisioni di ogni genere, insegnaci ad essere testimoni e messaggeri di pace, gioia e bene. Amen!

Pater, Ave e Gloria.
A CURA DI GENN DS 

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


cavalli

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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE