prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

mercoledì 6 giugno 2018


ANTICA CAPUA - CITTA' DI SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE)

La nascita dell’ Antica Capua(dal latino Capua Veteres)avvenne nel IX secolo a.c ma secondo storici come Vellaio Partecolo e Cantone, nasce tra il 471 a.c e l’800 a.c. Durante l’età del Ferro, il territorio campano fu abitato da popoli a carattere villanoviano. L’area interessata della cultura villanoviana non era solo Capua, ma anche altre parti della Campania come Pontecagnano e Salerno e parti d’Italia come la regione emiliana-romagnola. Una delle caratteristiche principale dei popoli a carattere villanoviano che ritroviamo nell’ Antica Capua, è il rito funerario della “Cremazione” a cui si aggiunge l’utilizzo del “Vaso Bionico” che faceva da contenitore delle ceneri e accanto ad esso,veniva deposto il “Corredo Funerario” che era nient’altro che un’insieme di oggetti di uso quotidiano,ornamenti personali,armi,finimenti equini,strumenti e utensili,ma anche vasellame di ceramica e bronzo. Le comunità villanoviane inizialmente erano dedite all’agricoltura intensa e all’allevamento,ma progressivamente si specializzarono nell’arte della metallurgia e nella produzione della ceramica che a loro volta generarono ricchezze, favorendo la stratificazione sociale,determinando l’emergere del ceto aristocratico che promoveva e controllava i rapporti commerciali con le altre città dell’entroterra campano e le coste colonizzate successivamente dai Greci. Le comunità villanoviane vivevano in villaggi di capanne costruite in pali di legno,pareti intonacate in argilla e tetti fatti di canne intrecciate su travi inclinate. Tra i popoli insediatisi nella penisola italiana tra il I e II millennio a.c ci furono gli Etruschi, i Greci e i Cartaginesi. I Cartaginesi e i Greci si insediarono nelle isole e nel Sud Italia dove fondarono rispettivamente la Magna Grecia e l’Impero Cartaginese,invece per quanto riguarda gli Etruschi sono un popolo di origine incerte che sbarcarono in Italia nel VII secolo a.c in cui formano la loro patria cioè l’Etruria(odierna Toscana) e presero coscienza della loro personalità,lingua,e autonomia rispetto alle altre civiltà che popolavano l’Italia in quell’epoca. Gli Etruschi piano pano conquistarono arrivando fino in Campania dove venne formata Capua dalla fusione dei vari villaggi villanoviani a cui diedero una spinta urbanistica notevole essendo che la civiltà etrusca che piano piano si andò ad affermare,era derivante da quella villanoviana. Gli Etruschi aumentarono la loro forza politica,sociale e culturale e la loro società era una società molto organizzata sia socialmente che politicamente anche se alcuni aspetti discutibili e poi conteneva un bagaglio culturale e tecnologico elevatissimo. La donna a differenza della società romana e greca, partecipava alla vita sociale e politica della città avendo un ruolo di privilegio. Seppur era molto organizzata politicamente e socialmente,aveva anche dei limiti perchè nonostante tutto questa evoluzione di civiltà,esisteva il modello “dodecopoli” che era un modello di 12 città-stato che erano unite formalmente sotto il profilo economico,militare e religioso ma praticamente non era così,si facevano la guerra per conquistare altri territori e questo fu l’aspetto più importante e incisivo della fine della civiltà etrusca. In Campania Capua divenne la Capitale della dodecopoli etrusca,ricca di materie prime tra cui il ferro. Gli Etruschi con le colonie greche convivevano avendo rapporti commerciali, ma nel 525 a.c si videro chiusi i collegamenti con l’Etruria perchè i Latini piano piano invasero Roma diventando la maggioranza facendo decadere la monarchia etrusca e questo fu il motivo per attaccare Cuma che era un porto ben organizzato. L’attacco degli Etruschi doveva essere un attacco combinato sia da terra che da mare ma i Cumani vennero a conoscenza di questa strategia e chiesero l’aiuto a Gerone tiranno di Siracusa che mandò subito una flotta. I siracusani fecero uso delll’effetto sorpresa che funzionò perchè gli etruschi non ne sapevano niente e ci fu una battaglia navale sanguinosa che si concluse con la vittoria dei siracusani scoraggiando l’esercito di terra,a ritornare nella propria patria. Gli Etruschi in seguito alla cacciata di Tarquinio il Superbo(ultimo Re di Roma) da Roma,alla sconfitta contro i Siracusani-Greci ,tentò con Lord di Porsenna,Re Etrusco di Chiusi, di riprendersi Roma ma la battaglia di Aricia del 506 a.c,(città latina) fallì per via dell’alleanza tra i Latini che avevano al quel tempo con Roma e Cuma.Questo segnò la fine della civiltà etrusca da cui Roma inizia ad avere potere,iniziando l’espansione. Tra Sanniti e Romani ci furono piccoli contatti terminati con un trattato del 354 a.c che consisteva nel non espandere il proprio dominio oltre il fiume Liri. I Sanniti rispettarono sto patto per più di 10 anni rafforzando la loro presenza nei territori campani,la cui area anche se non compresa nel trattato,si trovava al di sotto del fiume Liri. Roma d’altro canto iniziò avere paura per il controllo sannita che loro detenevano ma un avvenimento permise loro di oltrepassare il fiume Liri senza infangare il patto. Era l’anno 343 a.c in cui i Sanniti entrarono in contatto con i Sidicini che popolava il territorio di Teanum che a sua volta era una zona cruciale alle loro mire espansionistiche e in più era la via naturale di penetrazione verso la Campania settentrionale. I Sidicini allarmati,chiesero l’aiuto ai Campani a cui i Sanniti non piacque e ingaggiarono una guerra contro i Campani che si concluse con la conquista di Capua e del suo immenso territorio. I Campani chiesero aiuto a Roma,ma Roma non potè tradire il patto stipulato con i Sanniti ma il Senato trovò uno stratagemma che consisteva nel dare la cittadinanza romana senza diritto di voto cioè “la civitas sine suffragio” ai capuani che accettarono. Roma al quel punto,non potè che non mandare un esercito in difesa di Capua che sfociò subito in una guerra che durò due anni. I Sanniti vinsero facendo ripiegare le forze nemiche con una straordinaria audacia concludendosi la prima guerra sannitica.I Sanniti e Romani al termine della prima guerra sannitica,si resero conto che la questione doveva essere risolta in altro modo visti i numerosi attacchi delle popolazioni italiche,quindi ripristinarono il trattato del 354 a.c apportando alcune modifiche che portarono la Campania Settentrionale sotto l’influenza romana lasciando ai Sanniti la terra dei Sadicini e le via d’accesso per la Campania. Questo ripristinato trattato permise a Roma di reprimere le rivolte latine-etrusche così da non combattere su più fronti. La ratifica del trattato successivamente diminuiva l’influenza sannita,compromessa dalla sfera d’influenza romana che piano piano si diffondeva sfociando in altre due guerre contro i sanniti che sancirono la vittoria dei Romani e da precisare che durante la seconda guerra punica ci fu la costruzione della Via Appia da Roma fino a Capua nel 312 a.c. Un secolo più tardi ci fu lo scontro terribile con Annibale in cui Roma rischia di capitolare più volte. Annibale grande condottiero,iniziò ad attaccare Sagunto,in Spagna,alleata di Roma,andò in Gallia dove trovò molti popoli che si allearono(Roma aveva conquistato una parte della Gallia dopo la prima guerra punica a cui poi si prese la Sicilia,Sardegna e Corsica che diventarono province romane),attraversò le alpi non sono con gli uomini ma anche con elefanti di cui ne morirono molti,ma Annibale da grande condottiero seppe rianimare gli animi e proseguire. Superò le Alpi,colse vittorie brillanti a Ticino(218 a.c), Trasimeno(217 a.c) e a Canne(216 a.c) dove colse una strepitosa vittoria uccidendo 30mila soldati romani su 50.000.Dopo la straordinaria vittoria di Canne che mise Roma in una condizione di svantaggio,Annibale rifiuta di attaccare Roma,poichè sta venendo l’inverno quindi decide di approdare a Capua. Capua al quel tempo era la seconda città più importante dopo Roma il quale aveva una sua magistratura,una sua lingua,un governo oligarchico il quale con Roma prosperò tant’è che venne soprannominata “Altera Roma” cioè “L’altra Roma” definita da Cicerone, ma Capua,dopo la sconfitta romana di Canne,perse la fiducia nella protezione di Roma,quindi alla vista di Annibale si schierò con esso siglando un alleanza. Annibale costruì il suo accampamento sul Monte Tifata,nei pressi di Castel Morrone e l’inverno lo passò godendosi gli svaghi,i piaceri e le donne. Roma ottenne l’ubbidienza delle città ribelli tra cui Capua impostando una tattica di logoramento che risultò efficace sia perchè i rinforzi chiesti da Annibale non arrivarono mai perchè Roma c’è lo impediva e sia perchè Annibale e il suo esercito era diventato molle. Questo periodo viene nominato gli “Ozi di Capua”. Roma mandò tre eserciti che assediarono Capua,Annibale cercò di difenderla ma venne sconfitto,quindi provò ad andare a Roma nel tentativo di dissuadere i Romani nel continuarla ad assediarla ma il tentativo fallì,quindi si ritirò nella penisola Salentina. Dopo un lungo assedio Roma conquista Capua,saccheggiandola,facendoci perdere l’indipendenza che aveva prima,riducendola ad un governo composto da pretori militari. Capua fu ridotta ad un semplice magazzino cioè un “ager publicus” ma nel 61 a.c riprese a fiorire come centro culturale e per la produzione di vasi di bronzo e terracotta. Si ritiene che dopo la battaglia di Azio,una colonia di Augusto di 20.000 uomini si insediò a Capua che costruì l’anfiteatro campano che poteva ospitare circa 40-45.000 spettatori. In questo anfiteatro che fu il modello per costruire l’Anfiteatro Flavio di Roma,ci fu la rivolta di Spartaco,un trace che aveva prestato servizio nell’esercito romano ma diventato disertore per via del suo rifiuto nel combattere contro il suo stesso popolo. Si lamentava delle condizioni di schiavitù in cui era tenuto lui e i suoi compagni di cella dal proprietario Lentulo Batiato. Spartaco con la sua rivolta fece tremare Roma ma infine Roma vinse con astuzia. A Capua l’anfiteatro fu restaurato e curato con l’aggiunta di vasi e colonne dal divo Adriano e Pio,che erano due imperatori. Anche Capua fu fornita di un acquedotto di età augustea di cui oggi ne rimangono solo piccoli resti e successivamente l’Imperatore Adriano,fece costruire l’Arco Felice perchè l’Imperatore faceva molti viaggi a Capua per la bellezza di Capua e delle campagne vicine. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente,Capua venne invasa dai visigoti,si riprese sotto dominazione ostrogota ma nel 841 venne saccheggiata dai saraceni che dopo la distruzione,la popolazione s rifugiò a Casilium,un antico porto romano che si trovava su un’ansa del fiume Volturno e da lì venne costituita la nuova Capua. Infine nel XVIII gli insediamenti indipendenti che si erano dislocati qualche secolo prima nell’Antica Capua si fusero insieme al borgo di S.Maria Maggiore frazione della “Nuova Capua” che divenne comune autonomo dal 1861 cambiando nome in Santa Maria Capua Vetere.


Santa Maria Capua Vetere, lì 6 Giugno 2018

Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


cavalli

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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE