prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

sabato 4 agosto 2018


(La bella estate- Cesare Pavese)


Con questa frase, Cesare Pavese, chiude una delle sue opere più intense.
Il libro ha come fulcro l’ attività frenetica, interiore, di Gina, una ragazza che sta vivendo l’ estate della sua giovinezza, alla scoperta del mondo al di fuori del lavoro e della casa, ove è padrona incontrastata vivendo sola con un fratello che lavora di notte.
Il suo essere bambina finisce, non iniziando a frequentare i locali notturni in collina o a passeggiare per le vie solitarie di Torino alle prime luci dell’ alba, ma quando incontra Amelia. La primavera si conclude, e c’è una piena fioritura che la conduce alla stagione più intensa ed indimenticabile della sua vita, l’ estate.
Amelia è creata ed usata dall’ autore come un rito di passaggio. La guida necessaria affichè Gina impari a conoscere il nuovo mondo in cui con la crescita è catapultata. Ed proprio ad Amelia a cui la ragazza si affida, e da lei si fa condurre alla scoperta di tutto ciò che comporta essere adulti.
La narrazione inizia e vive nell’ arco della breve stagione estiva torinese. I giovani salgono sulle colline per cercare riparo dal caldo e per divertirsi. Il ballare e il bere tutti assieme è un richiamo della coralità propria di Pavese.In Gina, la protagonista, rivive lo stesso autore. Al contrario dei suoi amici, lei è combattuta tra il desiderio che la festa non abbia mai fine per paura di ritrovarsi sola, e la voglia di solitudine per esplorare il suo mondo interiore. Dentro di lei qualcosa sta cambiando, il mutamento è nell’ aria, e lo percepisce appena, troppo intenta e ingorda del mondo che la circonda.
Sarà proprio Amelia a farle scoprire il cambiamento che sta avvenendo, e l’ accompagnerrà, come Virgilio guidò Dante nell’ Inferno, attraverso la scoperta dell’ età adulta, mettendola in guardia dai pericoli in cui questa stessa trascina la fanciulla.
Gina entra nel mondo di Amelia, fatto di artisti che vivono in soffitte malandate e colme di quadri, passando dal suo a quello della donna, compiendo la sua iniziazione. Abbandonare i suoi vecchi amici ed i suoi pensieri di fanciulla sarà un passo imprescindibile, affichè l’ estate della sua vita inizi veramente.
Muteranno i suoi sentimenti, e lei finalmente riuscirà a capirli, lasciandosi completamente trasportare da questi, inconscia di segnare una tappa obbligata della crescita interiore e fisica.
L’ amore per Guido, però, è più adolescenziale che maturo. E’ un turbinio di emozioni che la lascerà senza respiro e segnerà per sempre la sua vita. Da passionale, il sentimento da lei provato, si trasformerà in una quasi ossessione che non le permette di pensare ad altro se non a lui, fino a provare una gelosia folle anche degli stessi quadri che egli dipinge, sino poi per bruciare in un’ amara delusione che l’ aiuterà a crescere, ed ad odiare, per un istante, la sua stessa guida, Amelia, incolpandola di averla portata in un mondo altro dal suo ed averla abbadonata in mano agli adulti senza le giuste armi per difendersi.
Il desiderio di Gina di imitare Amelia, che tanto critica all’ inizio dell’ opera, pur di piacere maggiormente a Guido porterà l’ estate alla fine, catapultandola in un autunno frenetico per gestire il lavoro, la casa che divide con un fratello che la percepisce senza capirla, e Guido, chiuso in una soffitta, che comprende, ma non desidera un sentimento tanto forte, troppo preso dalla sua arte a lei tanto estranea.
L’ inverno, col suo arrivo, segna una tappa fondamentale e allo stesso tempo critica. Gina sente il peso delle esperienze vissute durante l’ estate, e il suo amore per Guido si trasfroma in qualcosa di ossessivo. Ha sempre la necessità di essergli vicino, e vieni a patti col suo pudore, posando nuda, come Amelia, per lui. La vergogna, e il senso di nudità interiore, la mettono in ridicolo di fronte alle persone a lei più care. Scappando per il disprezzo di se stessa si rende conto di girare senza meta per una Torino innevata e, a parer suo, vuota. Desidera incontrare qualcuno perchè questi veda la sofferenza sul suo volto, desidera che il suo dolore sia palese e palpabile per tutti. Non deve passare inosservato. Le pare lontano il tempo in cui era veramente felice, e le sembra impossibile che l’ estate possa tornare, non dopo un inverno che l’ ha spogliata e ridicolizzata.
Inizia così un’ attesa che a lei sembra interminabile. Vuole che o Guido o Amelia si presentino alla sua porta, per il mero gusto di rifiutarli e farli soffrire e averne una profonda soddisfazione.Quando l’ occasione si presenterà,inaspettata, ma lei reagirà in maniera totalmente diversa. Si lascerà condurre nuovamente da Amelia, aspettando che l’ inverno finisca.
Cesare Pavese descrive Gina come una canna al vento, incapace quasi di controllare il suo destino. Si lascia trasportare senza volontà, rimpiangendo poi di non aver saputo trattenere tra le dita quell’ estate che l’ ha trasformata e resa, a suo dire, più addentra della vita adulta .
Con Amelia, l’ autore, descrivere una donna che ha abbandonato, per esigenze e volontà, troppo presto la sua primavera, gettandosi senza pensare in un’ estate eterna, che neanche la malattia sembra poter far terminare. Niente può fermare la frenetica corsa di vita in cui Amelia si è lanciata, senza pensare al futuro e senza rimpianti per il passato, avida di presente. Il suo essere egoista, tanto da non preservare gli estrenei dalla sua malattia, appare come un modo di sopravvivere. Nonostante il suo carattere altalenante, non risulta un personaggio sgradevole. E’ una donna che delusa dai ricordi di una precedente estate ride in faccia alla vita, reinventandosi di stagione in stagione, accompagnata da un rumoroso vivere che le impedisce di soffrire.
I personaggi secondari, come Rosa, la vicina di Gina, vivono a cavallo tra la primavera e l’ estate, godendo della serenità della prima, e giocando ad assaggiare ingordamente della seconda, senza mai lasciare però che l’ inverno rovini ciò di cui hanno goduto.
Il fratello di Gina, Severino, appare come una comparsa inconsapevole delle stagioni, dedito al suo lavoro, e a cercare di capire una sorella che muta sotto il suo sguardo, ma che lui non sà aiutare, perchè incapace lui stesso di vivere, abbrutito da un lavoro necessario per sopravvivere, ma che non gli consente di percepire come cambi il mondo attorno a lui. Gli accenni del suo personaggio mostrano una solitudine interiore ed una tristezza, chiusa in un mutismo raramente interrotto, propria dei personaggi maschili di Pavese. Lo stesso Guido, con Gina, raramente converserà, se non per denigrarla dell’ essere ancora una bambina.
Questa è una delle paure più grandi di Gina, trovarsi in un eterno limbo tra la primavera e l’ estate. Lei si diverte come un’ adulta, lasciandosi guidare, ma ha pensieri di una fanciulla, come il desiderare che gli altri capiscano i suoi dolori e che la compatiscano. Si trasforma, spesso, e senza mai progredire, senza imparare dalle esperienze precedenti, avida com’è di vita. Ma per quanto lei lo desideri, non può rimanere per sempre l’ estate, e il passaggio da una stagione all’ altra sembra un modo crudele per toglierle ciò che ama, e non un naturale corso degli eventi.
Gina odia il cambiamento repentino dell’ inverno, stagione del suo dolore, vorrebbe cristallizzare i momenti pieni dell’ estate, per vivere in un tempo fermo ed immutabile.
Sarà nuovamente Amelia a salvarla, e Gina le si affiderà ancora, pronta ad abbandonare l’ incertezza dei suoi pensieri e dei vecchi rancori, per iniziare una nuova stagione della sua vita.
Cesare Pavese in quest’ opera richiama molti concetti fondamentali della cultura classica. La coralità dei personaggi secondari, che agiscono e si muovono all’ unisono, compiendo tutti le medesime azioni, e vivendo in un sottofondo rassicurante, per alcuni, ma eterno. Il senso di vergogna sfaccettato in tanti piccoli e grandi momenti, dall’ essere in imbarazzo per un’ amica troppo semplice ed operaia, alla grande vergogna di posare nuda di fronte all’ uomo che ama. Sarà proprio la vergogna uno dei fili conduttori del racconto. Ognuno dei personaggi la proverà, e tenterà, di superararla, alcuni con successo.
Con le sue parole Pavese descrive l’ illusione di un’ estate, che per quanta meravigliosa, deve finire lasciando posto al resto della vita, che non può che essere affrontata se non con la consapevolezza che quel momento non potrà tornare. E allora ci si abbandona, e ci si lascia guidare da qualcuno che ha imparato a sopravvivere.
Città di Santa Maria Capua Vetere, lì 4 Agosto 2018

Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando FUSCO

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


cavalli

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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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SERVIZIO CAF PRESSO LA NOSTRA SEDE IN C.SO ALDO MORO N.73 AVETE A DISPOSIZIONE UNA SERIE DI SERVIZI UTILI:

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TOTALE DEL FINANZIAMENTO:

euro 699.438,18

asilo nido

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE