prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

mercoledì 23 maggio 2018

                                 Strage di Capaci


sabato 23 maggio 1992 (26 anni fa)

Strage di Capaci«A questa città vorrei dire: gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini». Una sorta di testamento spirituale che Giovanni Falcone lascia alla sua Palermo e a chiunque scelga di offrire le proprie gambe a quelle idee, per cui lui ha speso tutta una vita. La feroce vendetta della mafia non riuscirà a cancellare il suo alto esempio di difensore della legalità e di umile servitore dello Stato.


La sensazione di essere tra i principali bersagli della criminalità organizzata non ha mai abbandonato il giudice palermitano, da quando nel dicembre 1987 era arrivato a sentenza il primo maxiprocesso a "Cosa Nostra", che aveva portato alla condanna di 360 imputati, tra affiliati e pericolosi boss latitanti. Un risultato ottenuto con anni di indagini condotte da lui e dagli altri componenti del pool antimafia.



A fare terra bruciata attorno a lui non è solo la mafia, bensì gli stessi ambienti giudiziari, che contestano i suoi metodi e la sua condotta con i testimoni di giustizia. Sospetti e calunnie che lo fanno sentire sempre più isolato e vulnerabile rispetto ai pericoli in agguato. Il primo viene messo in atto nella sua villa all'Addaura, presso Mondello, il 20 giugno del 1989, quando un agente della scorta rinviene sugli scogli un borsone con cinquantotto candelotti di dinamite.



Il clima di isolamento dei colleghi, unito alle pressioni delle istituzioni centrali preoccupate della sua incolumità, lo convincono nel 1991 ad allontanarsi dalla Sicilia e ad accettare l’incarico di dirigere la sezione Affari Penali del ministero di Grazia e Giustizia, presieduto da Claudio Martelli. Con quest'ultimo s'impegna a portare a termine un progetto che ha a cuore da tempo: la Superprocura antimafia



L'idea di un coordinamento nazionale tra le procure impegnate nella lotta a "Cosa Nostra" spacca la magistratura tra favorevoli e contrari (tra questi il caro amico Paolo Borsellino), ma mette d'accordo quelli dall'altra parte della barricata, che vedono ormai in Falcone un nemico da abbattere. Su ordine del capo della cupola, al secolo Totò Riina, viene progettato, per il febbraio del 1992, un blitz armato a Roma contro il magistrato e il ministro Martelli, concepito anche per mandare un forte segnale allo Stato. 



Il progetto viene rimandato perché nel frattempo maturano i presupposti per un altro assassinio: quello del deputato DC Salvo Lima, ucciso il 12 marzo 1992. Poco più di due mesi dopo si materializza un disegno criminale, tra i più efferati della storia repubblicana. Sabato 23 maggio alle 17.40, Falcone e la moglie, Francesca Morvillo, atterrano all'aeroporto palermitano di Punta Raisi. Da qui proseguono a bordo di tre Fiat Croma blindate, su una delle quali si mette alla guida lo stesso magistrato con accanto la moglie, scortata dalle altre due con dentro sei agenti.



Pochi minuti dopo aver imboccato l'autostrada A29, nelle vicinanze dell'uscita di Capaci, una mano assassina aziona con un radiocomando a distanza 500 chilogrammi di esplosivo, nascosti in un tombino dell’autostrada. Le lancette dell'orologio segnano le 17,56 quando l'istituto di Geofisica registra la tremenda esplosione. Un quarto d'ora dopo arrivano i primi soccorsi e lo scenario che si trovano davanti è agghiacciante: l'asfalto non c'è più e al suo posto c'è una voragine larga trenta metri e profonda otto, che racchiude un ammasso confuso di macerie, lamiere e corpi.



Catapultata a cinque metri di distanza c'è l'auto di testa della scorta, con dentro i corpi senza vita degli agenti Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani. Viene trovata spezzata in due l'auto con la coppia che, ancora in vita, viene trasportata d'urgenza all'Ospedale civico di Palermo. Qui dopo quasi due ore di agonia si spegne Falcone e tre ore più tardi sua moglie Francesca. Se la cavano con ferite e traumi gli altri tre agenti e alcune persone che si sono trovate a passare in quei tragici istanti.



La notizia rimbalza sui TG nazionali e un senso di profondo sgomento attraversò tutto il paese. Allo sconforto di aver perso un simbolo della lotta a Cosa Nostra subentra la rabbia verso i politici, espressa soprattutto ai funerali per le vittime di Capaci, tenutisi nel duomo di Palermo e ai quali partecipa anche il neoeletto presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. Una cerimonia commossa rimasta impressa nella memoria collettiva in particolare per il messaggio della vedova Schifani rivolto ai mafiosi.



Un'intercettazione telefonica metterà subito gli inquirenti sulla buona strada, nella ricerca di mandanti ed esecutori, individuati in Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano e Totò Riina (gli ultimi due catturati rispettivamente nel 1993 e nel 2006). Nel 2012 sarà arrestato il pescatore Cosimo D'Amato, con l'accusa di aver procurato il tritolo utilizzato per la detonazione, ricavandolo da ordigni bellici della Seconda guerra mondiale recuperati sui fondali marini della Sicilia.


Santa Maria Capua Vetere, lì 23 Maggio 2018

Portavoce La Freccia nel Fianco
Ferdinando Fusco




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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


cavalli

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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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euro 699.438,18

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE