prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

mercoledì 6 febbraio 2013

PUBBLICHIAMO LA SECONDA PUNTATA DELLA STORIA DI CAPUA ANTICA, L'ATTUALE SANTA MARIA, PERCHE' NON TUTTI LA CONOSCONO



Dopo la guerra sociale diverse colonie vi dedussero i Ro­mani: quella di C. Gracco è ancor dubbio se fosse stata con­dotta ad effetto, stimasi che la prima fu quella guidatavi da M. Bruto, padre dell' uccisore di Cesare, nel 668 di Roma, la quale liberando Capua dalla dura condizione di prefettu­ra le arrecò sorte più tollerabile. Dopo breve tempo nel 672 di Roma altra ne sopravenne di veterani, dedottevi da L. Silla, dopo che ebbe trionfato di Norbano presso il Tifata. Più nobile e copiosa colonia vi dedusse Giulio Cesare nel 695 quattro anni dopo che indarno avea tentato fondarvela il tribuno P. Rullo. E di tre altri accrescimenti la rafforzava Ottavio, il I. dopo aver superato Bruto e Cassio a Filippi; il II. dopo aver vinto Pompeo e Lepido; il III. dopo aver debellato M. Antonio ad Azio.
Quest' ultima volta la colonia ebbe nome di Augusta, epi­teto che con gli altri di Giulia Felice leggesi nel celebre marmo rinvenuto nell' anfiteatro Campano.
Vuolsi che il perimetro dell' antica Capua fosse quasi sei miglia, e che ricettasse nel suo seno non meno di 300,000 abitanti, bastande il dire che poi semplici giuochi nudrì non meno di 40,000 gladiatori, come scrive il principe della la-una eloquenza (Cic. ad Att. XIV, 7 ). Dagli avanzi delle mura deducesi che essa non solo occupava lo spazio , ovo ora sorge S. Maria ed il villaggio di S. Pietro, ma porzione del terreno dove ora sono i villaggi di Savignano, Morcone, S. Andrea, le Curti, S. Prisco e la contrada detta Tirone.
Da sette grandi porte uscivano altrettante vie, le quali menavano a diverse parti della Campania. 1°. La Casilinese rivolgevasi verso Casilino, e per essa passava l'Appia. 2." La Fluviale riguardava il Volturno (4) e conduceva al tempio di Diana onde dicevasi ancora Tifatina, e per essa passava la via Gabinia. 3." La porta di Giove che menava al tempio sii questa divinità posto sul Tifata, detta ancora Acquaria, perché era di costo al famoso acquedotto che dal Taburno conduceva la famosa acqua Giutia. 4.a L' Albana, che mercé dell'Appia menava dritto alla città di Galazia. 5.° L'Atellana, che menava ad Atella. 6." La Cumana a Cuma. 7." La Liter­nina o Marittima che menava a Literno. Nella parte interna tre vie erano celebratissime, la Seplasia, centro di delicatezza o di voluttà, 1' Albana e la Cumana. Ebbe Capua, come Roma, il suo Campidoglio eretto forse dalla colonia dedotta­vi da Cesare, ma consacrato da Tiberio, e che pare che si ergesse ove oggidì è il quartiere della Torre. Presso questo Campidoglio fu il tempio di Giove Tonante di tanta magni­ficenza che ne furono tratte 50 e più colonne per abbellirne la chiesa di S. Vincenzo al Volturno nella nuova Capua. Di fronte al Campidoglio fu un arco magnifico rovinato nel 1661. Diana Capitolina, Giove Terminale, la Fortuna, Marte, Venere Felice, Cerere, Nettuno, Pallade, la Vittoria, Bacco, Nemesi, Iside, Serapide, -Augusto, Castore e Polluce, Mercurio, Lucina, ecc. v'ebbero tempii ed altari. Le monete di bronzo di Capua ci presentano i tipi di Giove, Giunone, Pallade, Cerere, Apollo, Diana ed Ercole; e quelle di argen­to il capo di Giove laureato e l'aquila che stringe il fulmi­ne, con la leggenda osca retrograda.
Una rarissima moneta porta sul dritto Ercole e sul rovescio il suo figlio Te­lefo nudrito dalla cerva, che nelle genealogie mitiche è det­to padre di Tirreno (1). Nell'anfiteatro Campano, pochi anni or sono fu scoperto una specie di calendario sacro, che ri­corda in Capua ferie e lustrazioni pagane l'anno 387 dell'era volgare. Rendevano splendida questa nobilissima metropoli molti pubblici edificii, siccome le Curie, i Circhi, il Foro, dei nobili e quello del popolo, il Teatro, l'Anfiteatro, le Ter­me etc., e fu tanto e tale il trasporto dei Capuani per ogni maniera di spettacoli, che inventarono il modo di riparare i teatri dal calore del sole, dal vento e dalle piogge. (Vai. Max. II. — Amm. Mar. XIV).
Ma il più grande e memorabile edifizio fu l'Anfiteatro, le cui reliquie recano ancora meraviglia dopo tante rovine. I settantotto archi che ancor si noverano, con le due porte maggiori danno una circonferenza di 1780 palmi, e la sua altezza agguaglia quasi quella dell' anfiteatro Flavio, di Ro­ma, che era alto 474 palmi. Credesi che fosse stato capace di 80,000 spettatori.
Chi visita quelle grandi rovine non può non ricordare i generosi spiriti di Spartaco, la grandezza dei popolo campa­no, i crudeli spettacoli del paganesimo, e la divina parola, che gridò pace e fraternità fra gli uomini. I conti Longobar­di e poscia i Saraceni mutarono l'anfiteatro in fortezza; e dai più si opina che la voce Verolasci, Virolasci, Vrelasci, con la quale si denomina oggidì dal volgo l' anfiteatro, derivi da Berolasì o Berelasi, nome datogli verso il IX secolo in co­mune con la distrutta Capua, ed originato per avventura dall’arabo Bir-al-as, che suona rocca rotonda, castello munito (1).
Nella cronaca di Mauringo narrandosi della disfatta data da Ludovico II. di Francia e da Landulfo di Capua ai Saraceni (dopo l'anno 868) è detto: Landulph adiutus est eum contra
Agarenas et emulos suos, quos profligavit in Suessulu et Vero­lasu. Il Mazzocchi opina che tal voce derivi dal tedesco, par­lato dai Longobardi, e che significa città vecchia.
Se queste cose 'rammentano taluni dei più nobili edifizii di Capua, la tradizione e la storia hanno perpetuato le sue ricchezze ed i lussureggianti costumi dei suoi abitatori, che ricordano una seconda Sibari. Devastata dai Vandali nel 455, ritenne tuttavolta il primato fra le città della regione; essen­do stata sede del Consolare che la governava, fra'quali si ha memoria di un Postumio Lampadio, lodato come salvatore della patria e restauratore delle fontane, del Foro e delle vie della città. Incendiata e distrutta nell' anno 840 da'Sara­ceni, che favorivano le partì di Radelchi principe di Bene­vento, si spicciolò in più borghi, dei quali il più considere­vole, ch'era presso l'anfiteatro, si chiamò di Berolasi e poscia di S. Maria dei Suri; dalla Chiesa e dal Borgo, che intorno vi crebbe, e che si disse .così balla famiglia di tal nome, di cui è memoria nei marmi (2) e non dal miracolo fatto dalla Vergine di guarire dalla lebbra con la leccatura dei surici o sorci un re o imperatore, che si trovò di passaggio ad invocarla.


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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


cavalli

cavalli

BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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SERVIZIO CAF PRESSO LA NOSTRA SEDE IN C.SO ALDO MORO N.73 AVETE A DISPOSIZIONE UNA SERIE DI SERVIZI UTILI:

1. MODELLO ISEE

2. MODELLO ISEEU

3. BONUS E RIDUZIONE CANONE

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5. MODELLO RED

6. MODELLO 730

7. MODELLO 740

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11. MODELLO UNICO

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RECUPERO STRUTTURALE E FUNZIONALE DELL' EDIFICIO DELLE SCUOLE ELEMENTARI "PRINCIPE DI PIEMONTE"

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SCUOLA PRINCIPE DI PIEMONTE

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PROGRAMMA DI RECUPERO URBANO COMPARTO C1 NORD OVEST – RIONE IACP

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REALIZZAZIONE DI UN CAMPO SPORTIVO POLIVALENTE COPERTO IN VIA GIOTTO – RIONE IACP

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TOTALE DEL FINANZIAMENTO:

euro 699.438,18

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE