prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

mercoledì 20 gennaio 2016

San Sebastiano, Martire

Se le notizie storiche su S. Sebastiano sono poche, la diffusione del suo culto, invece, esiste da millenni ed è tuttora vivo: ben tre Comuni d’Italia portano il suo nome e tanti altri, fra cui Roma, lo venerano come patrono o compatrono.
Informazioni e leggende sulla vita di S. Sebastiano sono narrate nella “Legenda Aurea” di Jacopo da Voragine ed in particolare nella “Passio Sancti Sebastiani” (Passione di S. Sebastiano) di un monaco del IV sec., Arnobio il Giovane.
I dati storici certi sono : il più antico calendario della chiesa di Roma, la “Depositio martyrum” risalente al 354, che lo ricorda il 20 gennaio, ed il “commento al salmo 118” di S. Ambrogio (340-397), dove dice che Sebastiano era di origine milanese e si era trasferito a Roma, ma non dà spiegazioni circa il motivo.

In effetti Sebastiano parte per Roma ove la persecuzione, contro i cristiani, era diventata violenta e feroce. Questa fu la causa determinante del viaggio verso la capitale: assistere i cristiani, proteggerli e soprattutto impedire le abiure. Sebastiano temeva che i cristiani, atterriti dai tormenti e dalle persecuzioni, per sfuggire alla morte, rinnegassero quel Cristo e quella fede che con tanto slancio avevano abbracciata.
Ma prima di toccare la tappa gloriosa e finale del suo mortale cammino, Sebastiano, per un tempo abbastanza lungo, guidò la conquista missionaria dei cristiani arruolandosi nell’esercito imperiale per poter esercitare più facilmente, sotto l’emblema della milizia, il suo fecondo apostolato di fede. Per la sua cultura, per la sua gentilezza, per la sua bontà, Sebastiano, seppur ancora giovane, raggiunse i massimi gradi, della gerarchia militare, che gli permisero di occupare il posto di comandante della Prima Corte della Guardia Pretoriana, sotto l’impero di Diocleziano e Massimiano che lo stimarono e lo amarono senza nutrire alcun sospetto sulla sua appartenenza alla fede cristiana.

Nell’anno 287 la persecuzione di Diocleziano infierì sempre più contro la Chiesa, che fu costretta a ritirarsi nel silenzio delle catacombe, mentre i suoi figli innocenti venivano portati nell’Arena del Colosseo per essere lacerati dalle fiere e per essere arsi vivi.Sebastiano, di fronte a tale barbarico sterminio, non riuscì a tacere e  a nascondere la sua fede in Cristo e cominciò ad operare allo scoperto.

Un vile cortigiano, di nome Torquato, lo accusò e denunziò, come cristiano, all’imperatore Diocleziano che, non credendo a quelle parole, chiamò Sebastiano per testimoniare. Questi, nemico dell’ipocrisia e da vero soldato di Gesù Cristo, confessò la sua fede. Per questa nobile e franca dichiarazione, Diocleziano inveisce, lo accusa di tradimento e di ingratitudine; Sebastiano, quindi, malgrado le sue virtù morali e civili, viene condannato a morte.

Condotto nel boschetto sacro ad Adone, sul Palatino, e legato ad un tronco d’albero, Sebastiano diviene il bersaglio delle frecce. L’iconografia cristiana, la letteratura e la tradizione popolare di ogni tempo rappresentano S. Sebastiano giovanissimo e trafitto da poche frecce: nelle braccia, nel petto, alle gambe; è come se gli esecutori, i suoi stessi soldati che lo amavano, avessero tentato di risparmiarlo, mentre gli “Atti” della sua passione confermano che fu trafitto da tanti dardi da poter essere paragonato ad un riccio.
Considerato morto, fu abbandonato sul campo. Era notte avanzata quando la pietosa Irene giunse sul luogo del martirio per portare via il corpo e dargli onorata sepoltura nelle catacombe ma, con grande stupore, constatò che Sebastiano era ancora vivo. Lo fece quindi portare da alcuni servi nel palazzo imperiale dove ella abitava e qui, aiutata dal prete Policarpo, curò le terribili ferite così che Sebastiano, in pochissimo tempo, si ristabilì.
Tuttavia, Sebastiano aveva ormai votato la propria vita a Dio e così, un giorno, presentatosi a Diocleziano, gli gridò : “Diocleziano, sono un uomo uscito dalla tomba per avvertirti che si avvicina il tempo della vendetta! Tu hai bagnato questa città col sangue dei servi di Dio e la sua collera poserà grave su di te: morrai di morte violenta e Dio darà alla sua Chiesa un imperatore secondo il suo cuore. Pentiti mentre è tempo e domanda perdono a Dio!”. Un profondo silenzio, rotto soltanto dalla proclamazione della condanna a morte, seguì queste parole. Come si usava, solo per gli schiavi, Sebastiano fu flagellato a morte e annegato; il suo corpo fu gettato nella cloaca che passa sotto la via dei Trionfi, presso l’arco di Costantino: era il 20 gennaio del 304.

Gli “Atti” narrano che Sebastiano apparve alla matrona romana Lucina alla quale chiese di essere sepolto nel sacro recinto, presso le spoglie di Pietro e Paolo, dopo averle indicato il luogo dove il suo corpo era rimasto impigliato. Lucina ritrovò, con l’aiuto dei cristiani, il corpo di S. Sebastiano e lo seppellì, con tutti gli onori, nel cimitero ad Catacumbas, meta di venerazione in ogni tempo.

Nel IV sec. fu costruita una basilica chiamata “Ecclesia Apostolorum” e tale titolo rimase fino al IX sec., quando prevalse la denominazione di Basilica di S. Sebastiano (sull’Appia antica).
Le sue reliquie, sistemate in una cripta sotto la basilica, furono divise durante il pontificato di Pp Eugenio II (824-827) il quale ne mandò una parte alla chiesa di S. Medardo di Soissons, il 13 ott. 826; il suo successore,  Pp Gregorio IV (827-844), fece traslare il resto del corpo nell’oratorio di S. Gregorio sul colle Vaticano e inserire il capo in un prezioso reliquiario che Pp Leone IV (847-855) trasferì nella Basilica dei Santi Quattro Coronati, dove tuttora è venerato. Gli altri resti del santo rimasero nella Basilica Vaticana fino al 1218, quando Pp Onorio III (Cencio Savelli, 1216-1227) ai monaci cistercensi, custodi della Basilica di S. Sebastiano, il ritorno delle reliquie, risistemate nell’antica cripta; nel XVII sec. l’urna venne posta in una cappella della nuova chiesa, sotto la mensa dell’altare, dove si trovano tuttora.

Per il suo fulgido esempio, la gioventù di Azione Cattolica lo ha prescelto come modello di vita. È inoltre patrono dei Vigili Urbani d’Italia; degli arcieri e archibugieri, tappezzieri, fabbricanti di aghi e di molte corporazioni che abbiano a che fare con oggetti a punta simili alle frecce.

È venerato in Sicilia fin dal 1575, anno in cui infuriò la peste, e in molte città veniva invocato contro la terribile epidemia.
Ad Acireale è particolarmente venerato perché, durante la seconda guerra mondiale, sotto la minaccia di un bombardamento, gli Acesi fecero voto affinché la città non fosse bombardata e così fu.S. Sebastiano, assieme a S. Venera, è patrono di Acireale che il 20 gennaio gli dedica una festa.
Significato del nome Sebastiano : “venerabile” (greco). 

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

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BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

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