prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

martedì 16 febbraio 2016

Beato Giuseppe Allamano


Giuseppe Allamano nasce a Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco) il 21 gennaio 1851. Castelnuovo è terra di personaggi e santi. Nel 1811 vi nacque S. Giuseppe Cafasso, il formatore del clero torinese, definito da Pp Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939) "la perla del clero italiano". Sua sorella Maria Anna è la mamma di Giuseppe Allamano. Cinque anni più tardi venne alla luce in frazione Becchi un'altra eccelsa figura: S. Giovanni Bosco. A ridosso della piazza centrale del paese c'è la casa natale di un altro personaggio: il Cardinale Giovanni Cagliero, pioniere delle missioni salesiane in Patagonia. A sette chilometri da Castelnuovo si affaccia, sulla cima di un colle, Piovà Massaia: è il paese natale di Guglielmo Massaia, il grande evangelizzatore dell'Etiopia dell'ottocento. Vicino a Castelnuovo c’è pure Riva di Chieri, dove nacque S. Domenico Savio.

Quarto di cinque figli, Giuseppe Allamano perse il padre quando aveva appena tre anni e la conduzione della famiglia pesò sulle spalle della mamma. Animata da grande carità verso i poveri, donna forte e di grande fede, ebbe sul figlio l'influsso che mamma Margherita esercitò su Don Bosco. Due donne che evidenziano il valore dell'educazione familiare.

Undicenne, Giuseppe Allamano approda a Torino per entrare nell'oratorio di Don Bosco dove vi compie gli studi ginnasiali, sotto la guida del santo educatore, al quale - confessa - rivela tutto. Don Bosco, a sua volta, vede in lui la stoffa di un ottimo salesiano e lo esorta a diventarlo. Ma Giuseppe non si sente chiamato per quella strada. E al termine degli studi lascia l'oratorio insalutato ospite. “Me l'hai fatta grossa! ”, gli dirà più tardi Don Bosco.

Tornato a casa continua a studiare e matura la definitiva decisione: entrare in seminario per essere sacerdote della diocesi torinese. I fratelli pongono qualche resistenza, invitandolo ad attendere. Ma egli risolve definitivamente la questione, dicendo: “Il Signore mi chiama oggi. Non so se mi chiamerà tra due o tre anni! ”. Ed entra in seminario.

Il 20 settembre 1873, a 22 anni, viene ordinato sacerdote diocesano di Torino. Assistente ed in seguito direttore spirituale del Seminario; nel 1880 viene nominato rettore del Santuario della Consolata.

Nel 1882 riapre il Convitto Ecclesiastico e negli anni successivi avvia importanti opere di ristrutturazione del Santuario.
Nel 1898 redige il primo bollettino del Santuario, uno strumento all'avanguardia per la fine dell'800.

Il 29 gennaio 1901 fonda l'Istituto Missioni Consolata che nel 1902 avvierà le sue attività di apostolato con la partenza per il Kenya dei primi quattro missionari: due sacerdoti e due coadiutori.L'anno successivo, per rispondere alle necessità della missione keniota ed in collaborazione con Giuseppe Benedetto Cottolengo, vengono inviate delle suore vincenzine.

Vista la necessità della presenza femminile nell'opera di apostolato, nel 1910, fonda l’istituto Suore Missionarie della Consolata.  Per comprendere la profonda spiritualità missionaria di Giuseppe Allamano sono preziosi i suoi scritti e notoriamente certe frasi fra le quali :     
“Prima santi poi missionari » - “Come Missionari poi, dovete essere non solo santi, ma santi in modo superlativo. Non bastano tutte le altre doti per fare un Missionario! Ci vuole santità, grande santità. I miracoli si ottengono non tanto con la scienza, quanto piuttosto con la santità”- “Ecco, o miei cari, la santità che io vorrei da voi: non miracoli ma far tutto bene.”
-“I Santi sono santi non perché abbiano fatto dei miracoli, ma perché bene omnia fecerunt”.
-“Il bene fa poco rumore: il molto rumore fa poco bene. Il bene va fatto bene e senza rumore”.

Lui sente però che sull’evangelizzazione bisogna scuotere l’intera Chiesa per cui, nel 1912, con l’adesione di altri capi di istituti missionari, denuncia a S. Pio X (Giuseppe Melchiorre Sarto, 1903-1914) l’ignoranza dei fedeli sulla missione, per l’insensibilità diffusa nella gerarchia.
Chiede al Papa di intervenire contro questo stato di cose ed in particolare propone di istituire una giornata missionaria annuale, "con obbligo d’una predicazione intorno al dovere e ai modi di propagare la fede".
Declinano le forze di S. Pio X, scoppia la guerra nei Balcani...l’audace proposta cade. Ma non per sempre: Pp Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939) realizzerà l’idea di Giuseppe Allamano, istituendo, il 14 aprile 1926, la Giornata Missionaria Mondiale.
Lui è già morto, l’idea ha camminato. E altre cammineranno dopo, come i suoi missionari e missionarie (oltre duemila a fine XX secolo, in 25 Paesi di quattro Continenti).

Giuseppe Allamano si spegne a Torino il 16 febbraio 1926; la sua salma ora è conservata e venerata nella Casa Madre dei Missionari della Consolata, a Torino.

San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005) lo ha proclamato Beato il 7 ottobre 1990, in Piazza S. Pietro a Roma.

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

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BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

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