prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

giovedì 17 giugno 2010

Sembra che Gianpinocchio stia tentando di attingere alla sua gallina dalle uova d'oro : la STU per ingraziarsi la procura e evitare che si svegli








Proponiamo un articolo scritto da Gianluigi Guarino su Casertace e replicato il 3 febbraio 2009, in occasione di una ennesima visitina delle forze dell'Ordine all'UTC che chiesero la documentazione riguardante la "famigerata" Società di Trasformazione Urbana sammaritana . E' particolarmente interessante e farà capire a chi ancora non lo avesse compreso cosa lega Giudicianni , Castaldo , Campochiaro ,Iodice ........................................................




Carabinieri in Comune per la Stu, questo Casertace scrisse in agosto (LA PRIMA PUNTATA DELL'INCHIESTA): La ricostruzione delle vicende della Società di Trasformazione Urbana, nata per una intuizione di Campochiaro e di Mazzotti. L'avvento di Tartarone, la dilazione del conferimento in 99 anni. Il ruolo di Giudicianni e Castaldo,adepto dell'Opus Dei


Carabinieri in Comune per prendere visione e acqusire copia degli atti amministrativi riguardanti i rapporti tra il Comune di Santa Maria Capua Vetere e la Società di Trasformazione Urbana, creatura che per anni ha unito intenti, atti e ambizioni dell'ex sindaco Enzo Iodice, del suo mentore tecnico Maurizio Mazzotti e dei due padroni del vapore di oggi: il sindaco Giudicianni e il suo vice Castaldo. Un filo rosso tutt'altro che sottile che unisce le vite e funzioni di chi ha gestito i destini della città negli ultimi dodici anni, riducendo, in pratica, queste esperienze a fattor comune. In occasione di questo sviluppo di indagine, www.casertace.it ripropone le due puntate della sua inchiesta sulla Stu di Santa Maria, pubblicate ad agosto scorso.

g.g.



LA PRIMA PUNTATA DELL'INCHIESTA


E meno male che l’acronimo è Stu e non Sti.

Perché l’esclamazione attinta dal tardo-romanesco coatto (‘Stì….!!!) sarebbe venuta fuori quasi d’emblée, tentando irresistibilmente chi scrive, davanti a questa storia che ha prodotto mezzo quintale di carte tra documenti, delibere, atti costitutivi, statuti, un bel malloppo di gratifiche dirette e indirette per gli uomini e le donne presenti nei Cda e zero risultati ad appannaggio della collettività, dei cittadini di Santa Maria Capua Vetere. Invece, ci dobbiamo accontentare del fonema Stu, il quale meno si adatta al licenzioso gioco di parole, ma che, calato nella realtà di Santa Maria Capua Vetere, cioè in quella autentica franchigia della politica invisibile e dei dissennati sprechi che da questa derivano, diventa l’ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, di quale considerazione la “para…politica” cittadina e i sedicenti amministratori gemmati dalla medesima hanno della res publica, abbacinati come sono dalla sostenibilissima leggerezza dell’essere qualcuno o alcuni al comando di qualcosa nel momento topico, che dalle parti di palazzo Lucarelli è stato sempre quello in cui c’era da programmare una lottizzazione, una colata di cemento o, in maniera ancor più confortevole, in cui c’era da realizzare un investimento che si andava a risolvere in una bella sfilza di incarichi e di consulenze e sul nulla realizzato.



LA TRASFORMAZIONE URBANA? UNO SCAVO SEMI ABBANDONATO


Ma torniamo al buffo acronimo e proviamo ad andare per gradi: a Santa Maria Capua Vetere non sono mai mancati i politici e soprattutto i tecnocrati dotati della capacità di fiutare da mille miglia le operazioni buone per muovere un bel po’ di quattrini. E così, quando nel 1997, il professore Bassanini, che pensava, evidentemente di vivere nel paese dei balocchi e non in Italia, decise che ai sindaci e alle Amministrazioni comunali andassero forniti strumenti più flessibili e, soprattutto, più veloci per cambiare la faccia e soprattutto, per cambiare le prospettive di sviluppo delle proprie città, qualcuno, dal pensiero lesto, fiutò subito l’affare. La norma istitutiva delle Stu, che, allo spirare del ventesimo rigo di questo articolo, andiamo finalmente a disvelare nella sua pomposa e velleitaria definizione, è datata 1997 ed era contenuta nella famosa legge del ministro Bassanini, primo governo Prodi, precisamente la numero 127, la quale riconosceva ai Comuni la possibilità di costituire delle società di capitale denominate, appunto, Società di Trasformazione Urbana, finalizzate a “progettare e realizzare interventi di trasformazione urbana in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti”. Queste società venivano promosse, appunto, dai Comuni. Potevano parteciparvi anche Province, Regioni e soci privati, senza il vincolo della proprietà pubblica maggioritaria. Per non allungarvi la barba, sintetizziamo: a differenza degli strumenti in vigore fino ad allora (le società miste), che rispondevano alla pratica e semplice esigenza di realizzare un dato progetto, le STU nacquero con lo scopo specifico di trasformare una realtà esistente: bonificare un sito inquinato, riconvertire aree in cui siano presenti insediamenti produttivi in disuso, creare nuove opportunità occupazionali ed economiche in sostituzione delle attività cessate, migliorare la vivibilità e la viabilità di zone gravate da grandi infrastrutture. Si trattava e si tratta ancora, in altri termini, di risolvere un problema complesso, di dare una nuova identità a un territorio. E infine, ultimo obiettivo da citare della Bassanini, dato che casca a fagiolo nel caso di Santa Maria Capua Vetere, di eliminare il degrado urbanistico e sociale derivante da uno stato di abbandono. Ora, nella Santa Maria dei paradossi kafkiani potrà pure succedere tra qualche anno che si costituisca un’altra Stu con l’obiettivo di eliminare il degrado urbanistico provocato dalla prima Stu. Una battuta? Bene, allora guardatevi le foto, che pubblichiamo a margine di questo articolo. Vi accorgerete che in dieci anni, ripetiamo, in dieci anni, che sono ben 120 mesi, la Stu di Santa Maria Capua Vetere ha prodotto solamente la miseria o - ci si conceda - lo schifìo di uno scavo nella zona di via Danimarca, dove, secondo il progetto, dovrebbe nascere, indovinate cosa? …..Ma naturalmente un centro commerciale, idea di grande pregio socio – culturale e, soprattutto, originalissima da queste parti, dove l’imprenditore Enzo Natale si sveglia uno giorno sì e l’altro pure con l’idea fissa di costruire un mega discount di qua e un parco dei consumi e dell’intrattenimento di là, come se i sammaritani fossero stati colpiti da improvviso benessere e potessero consentirsi il lusso gaudente e pelandrone di trascorrere tre quarti della loro esistenza saltimbeccando tra una vetrina e l’altra, ovviamente non facendosi mai mancare una puntatina al Bingo, cioè “al gioiello di famiglia”, che aprirebbe un separé in ogni centro commerciale.

Ma l’avessero almeno fatto ‘sto centro commerciale, qualcuno avrebbe potuto dire: meglio questo che niente. E invece, béccati il niente, caro sammaritano che continui a fare lo smemorato, il leggero e l’allegrone quando entri nella cabina elettorale! In dieci anni è stato scavato un buco, cosa che se l’appurano Stella e Rizzo ci dedicano almeno un paio di capitoli della loro saga letteraria, del loro lavacro dell’autosputtanamento nazionale sulla vergognosa dissipazione delle pubbliche risorse.

Se è vero che il terreno di via Danimarca è di proprietà comunale, è anche vero che una stima giurata, datata 9 settembre 2002 e firmata dall’architetto Rosaria Rita Truglio, ha stabilito, dopo che la professionista incontrò più di un problema nell’ufficio tecnico del Comune per venire a capo di documenti e planimetrie, che quel terreno vale esattamente 2 milioni 480mila euro, che in pratica sono il risultato, come è scritto nella relazione del perito che abbiamo avuto la possibilità di leggere con attenzione, al pari di molti altri documenti, della moltiplicazione tra la superficie complessiva di 13mila 178 metri quadri e i 188 euro, costituenti il valore per ognuno di questi metri quadri. Questi 2 milioni e mezzo di euro, spicciolo più, spicciolo meno, rappresentano il conferimento da parte della città di Santa Maria Capua Vetere, socio di maggioranza al 51 per cento. E l’altro 49 per cento? Tenetevi forte, sta per arrivare il bello della storia, che ora possiamo popolare dei suoi attori protagonisti, dei comprimari, di nani, ballerine e mezze calzette.

IN PRINCIPIO FU….CAMPOCHIARO

Abbandonando subito la licenziosa tentazione di operare citazioni dell’Antico Testamento, la modesta bibliografia della vicenda Stu ci conduce a una delibera di Consiglio comunale del 5 novembre 1998. Tutti presenti gli assessori attorno al sindaco Enzo Iodice. Da Silvio Miele a Massimilano Rendina, da Enrico Monaco a Maria Luisa Chirico, da Silvio Lugnano a Giuseppe Munno. Nasce, in pratica, la Stu. O meglio, passa la proposta di costituzione di una Stu. Santa Maria è uno dei primi Comuni in Italia a subdorare che l’operazione può essere conveniente. Non a caso, a un anno dall’entrata in vigore della legge 127, da queste parti si approvano già le delibere. Si è sempre pensato e si pensa ancora che il padre, l’artefice dell’intera operazione sia stato l’immancabile “ingegnere”, che nell’antonomasia locale, è uno e uno solo: Maurizio Mazzotti, per anni capo dell’area tecnica del Comune, oggi svernato a Caserta, vero deus ex machina di tutto quello che di concreto in termini di lavori pubblici e anche privati si è mosso durante gli anni del regno di Enzo Iodice. In effetti, la relazione da cui tutto nasce e che la giunta formalmente approva, reca proprio la firma di Mazzotti. Ma leggendo con attenzione il corpo dell’atto deliberativo, ti accorgi che in questa saga esistono padri materiali, ma anche padri spirituali. Dice il sindaco: …”Considerato che il consigliere comunale Giovanni Campochiaro, sensibile per mestiere (sic!), per cultura e per vocazione ai problemi del mondo produttivo meridionale, ha spronato, esercitando meritoria azione di stimolo, il Settore Tecnico Comunale, ad approfondire l’argomento delle Stu e ad elaborare una relazione – proposta da sottoporre agli organi politici dell’Ente, ipotizzando la possibilità di indirizzare detta società alla realizzazione e gestione, almeno in prima istanza, dei cosiddetti D-Pip, al fine di tentare di conferire un assetto organico al complesso sistema di realizzazione assistita di attività artigianali, commerciali ed industriali, stimolandone lo sviluppo e la crescita.” Prima sorpresa documentale e sotoriografica, dunque: non fu Mazzotti, magari stimolato dal suo amico di sempre Raucci, a indirizzare il Comune verso la costituzione della Stu, ma fu Campochiaro a chiudersi in una stanza con Mazzotti e a fargli capire che la Società di Trasformazione Urbana avrebbe dato uno slancio nuovo e possente all’economia produttiva della città.

TARTARONE, IL “MARADONA DEL MATTONE”, PIU’ FURBO DI CATONE

Tenete bene in mente questo nome e questo cognome: Domenico Tartarone, nato a Giugliano il 30 ottobre del 1955, residente a Villaricca. Cinque anni di differenza, ma il 30 ottobre sono il giorno e il mese in cui è nato Diego Armando Maradona, profeta del calcio di ogni tempo. Beh, nel suo piccolo, si può, dire che anche Domenico Tartarone ha maradoneggiato, districandosi con mille e ubriacanti dribbling nel dedalo complesso delle “sette chiese”, quelle che un imprenditore, quasi obbligatoriamente, era costretto a girare se voleva combinare qualcosa nella città del Foro. La serpentina più riuscita l’ha realizzata ai danni non di uno qualsiasi, ma di un vero mastino degli affari, quel Carlo Catone, il re dell’autotrasporto e della logistica, che certo non è uno che ha l’anello al naso. Catone ed Enzo Iodice, con gli ovvi, immancabili e irrinunciabili buoni uffici di Maurizio Mazzotti, erano riusciti a trovare l’intesa: la Stu si sarebbe imperniata sull’impegno diretto di Catone, che in quattro e quattr’otto mise in piedi un raggruppamento di imprese che, agli albori del terzo millennio, risposero al bando pubblico del Comune con una formale istanza nella quale si dichiaravano disponibili a sottoscrivere una quota variante dal 48 al 49 per cento del capitale della Stu. Il raggruppamento era capeggiato dalla società Centro Commerciale Tre C, amministrata da Castrese Catone, figlio di Carlo, dalla Ideal Costruzione Srl, rappresentata da Baldassarre Topo, anche lui di Villaricca, dalla Immobiliare Caor, una società direttamente amministrata da Carlo Catone e, dulcis in fundo, da due imprese di Domenico Tartarone: la Davide srl – studi di architettura, con sede ad Aprilia in provincia di Latina e dalla Borgo Montepugliano Sas di Domenico Tartarone & C. con sede a Napoli, attiva, a quanto pare, nella gestione di attività turistico – alberghiere. Detto, fatto, come scriverebbe una mia valorosa collega. In alto i calici, la Stu è decollata seppur tra mille imbarazzi politici, dato che il matrimonio tra il sindaco Iodice e Catone finiva, giocoforza, per coinvolgere anche il consigliere regionale di Forza Italia Paolo Romano, che di Carlo Catone era ed è il genero e di Castrese Catone era ed è il cognato. Ma tant’è: quelli erano i tempi – altro che Veltrusconi - di un dialogo, e che dialogo!, ante litteram tra centrodestra e centrosinistra, con Nicola Cosentino che a Santa Maria chiudeva l’affare del decennio affittando al tribunale gli appartamenti di famiglia in via Santagata, dove ancora oggi sono accampate (e l'uso di questo participio non è metaforico, vedere per credere), le stanze delle sezioni civile e lavoro. Ma siccome non tutte le ciambelle riescono col buco, quella della premiata ditta Iodice – Catone, a differenza di quella Iodice – Cosentino, si bruciò in forno. Anche perché quella lenza del sindaco si accorse che in quel raggruppamento di imprese c’era un talento nascosto ancor inespresso in queste zone: quello di Domenico Tartarone, appunto. Tra i due scoccò la scintilla. Le ménage a deux spesso si trasformava in un ménage a trois. “Il triangolo sì”: Iodice e Mazzotti l’avevano considerato eccome. Ed ecco che Domenico Tartarone da Villaricca diventa un protagonista dello sviluppo cittadino. Oddio, le sue potenzialità si vedono, più che nella Stu, nella rapida opera di edificazione di quello che, ormai, è conosciuto in città come l’alveare: una sequenza impressionante di appartamenti messi uno affianco all’altro, uno sopra all’altro, nella zona di piazza Padre Pio. Qualcuno, agli albori di questa ambiziosissima operazione speculativa, osò obiettare che da quelle parti fossero affiorate delle vestigia della città che fu seconda solo a Roma (“Altera Roma”, la definì Cicerone, non un pincopalla qualsiasi). Fu zittito senza remissioni dalla Sovrintendenza ai Beni Archeologici, che proprio a Santa Maria ha una sorta di sezione staccata presieduta da una, a quanto pare, molto amica di Iodice e Mazzotti. “Roba di poco poco, solo paccottiglia”, sentenziò l'esperta. E vai Tartarone!!! L’alveare, quello sì che è un esempio di architettura post moderna, la quintessenza dell'anti loft: una persona incasellata ogni metro cubo. Un prodigio che neppure a Calcutta sono stati in grado di riprodurre.


RATE PIU’ COMODE DI QUELLE DI UN'AUTO

Per intanto, la progressione delle procedure costitutive della Stu seguiva un percorso direttamente proporzionale alla progressione in altezza di quella orrenda torre di Babele appostata ai fianchi del fraticello di Pietrelcina. Ma mentre il cemento materializzava questa schifezza in tutta la sua mastodontica invadenza, la Stu materializzava solo cataste di carte e riunioni sul sesso degli angeli. Tartarone era diventato il cocco di casa. Al punto che la convenzione la quale sancì e formalizzò i rapporti tra Amministrazione comunale e Stu, di cui la stessa Amministrazione deteneva e detiene il 51 % delle quote, si materializzò un prodigioso caso di disponibilità da parte di un ente pubblico nei confronti di un soggetto privato: i 2 milioni 450 mila euro e rotti che Tartarone dovrà scucire quale importo di sottoscrizione del suo 49% in relazione ai 2 milioni 480mila euro già messi dal Comune con il terreno valutato in questi termini dal perito del tribunale, saranno dilazionati in 99 anni di rate. E ogni rata annuale – sì, avete capito bene, annuale – sarà di 25mila euro, in pratica circa 2mila euro al mese. A Tartarone, dunque, entrare nei giochi che contano a Santa Maria, inserirsi in un contesto che gli ha consentito anche di realizzare a latere l’operazione stramiliardari dell’ alveare, costa, almeno per quello che è ufficiale e che si sa, la miseria di 2mila euro al mese. In pratica la rata di una buona auto, meno della rata di un mutuo per acquistare una casa di modeste dimensioni. Rizzo e Stella, per pietà, se ci siete, battete un colpo. Ed è così, dunque, che prese la luce, come ci indica il titolo I dello statuto, la Società di Trasformazione Urbana “Capua Antica Innova Spa, con durata fino al 31 dicembre 2.070, data che, visti i risultati, conseguiti fino ad ora, potrebbe segnare il definitivo approdo a un’utilizzazione stabile dello scavo di via Danimarca, che sarebbe l’ideale per accogliere l’atterraggio in verticale di navicelle intergalattiche, che per il 2070, considerati gli ultimi, clamorosi avvistamenti avvenuti in Inghilterra, potrebbero scegliere, come a suo tempo avvenne per le truppe di Annibale, proprio “Capua Vetere” per i loro ozi neo coloniali.

Capua Antica Innova. Più innovazione di così!!!


IL COMMERCIALISTA DELL'OPUS DEI E RAGIONIERE FERROVIERE

Non si sa e, probabilmente, non sapremo mai se l’attuale vicesindaco di Santa Maria Capua Vetere, Castaldo, a quale rango appartenga all’interno dell’Opus dei, la potentissima istituzione fondata da Josemaria Escrivà, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2002, unica ad aver ottenuto il rango di prelatura personale, che, in parole povere, significa uno status di autonomia senza uguali nella chiesa cattolica, dato che i suoi adepti rispondono a un prelato e questi, a sua volta, risponde solo al papa e a nessun altro. Gli elenchi sono, infatti, gelosamente secretati nella sontuosa roccaforte romana di via Veneto. A occhio e croce Castaldo potrebbe essere un socio cooperatore, ma anche un non socio con lo speciale status di sostenitore o di simpatizzate, lo stesso ricoperto, ad esempio, dal presidente del Consiglio Berlusconi o da uno dei suoi predecessori, Massimo D’Alema. E non sappiamo neppure se i riferimenti di Castaldo stanno a Napoli, dove Opus dei fa rima con il medico Raffaele Calabrò, ex assessore regionale, ritornato in auge alle ultime elezioni e che potrebbe anche essere il candidato alla presidenza della Regione in quota Pdl, oppure a Roma. Fatto sta che Castaldo, nell’area dell'Opus Dei, è entrato e questo vuol dire che non è certo l’ultimo arrivato. Appartenere all’Opus Dei significa, in effetti, avere la possibilità di relazionarsi al mondo della grande finanza e della grande imprenditoria, tessendo relazioni con grandi banche e grandi potentati economici. E in questo ingranaggio non si entra facilmente. Bisogna avere quattrini o potere, altrimenti nisba. Ora, se è vero che Castaldo non è una primissima fila tra gli adepti di Escrivà, è vero pure che molto dello stile Opus dei si riconosce nelle azioni e nelle operazioni messe in atto dal commercialista, che, negli ultimi dieci anni, ha lavorato molto sotto traccia, dedicandosi a un suo particolarissimo apostolato: la ricerca di talenti nascosti da iscrivere, magari, se non direttamente all’Opus Dei, alla missione perseguita dalla prelatura e cioè la promozione di quello “spirito di mortificazione che - come si legge nel pensiero di Escrivà - deve ispirare la vita professionale di ogni giorno in funzione di una chiamata universale alla santità.” Ora, che Castaldo arrivi alla santità appare un progetto velleitario, ma sicuramente il commercialista è stato, di sicuro, apostolo quando ha scoperto dentro una divisa delle ferrovie dello Stato un talento da utilizzare per ben altra causa rispetto a quella di un grigio tran tran di obliteratore di biglietti. E così che è nato e si è sviluppato il rapporto tra Castaldo e Giancarlo Giudicianni, ragioniere e ferroviere, che, allo stesso modo di Cenerentola, pure lui ha trovato il suo principe azzurro che lo ha fatto entrare nell’empireo di quelli che contano. E tra quelli che contavano e contano ancora, a Santa Maria, c’era e c’è Giovanni Campochiaro, legato da tempo a Castaldo, che gli ha curato un bel po’ di cosette anche nella intricata questione della Campelli, la conceria di rione Sant’Andrea, attraversata da alterne vicissitudini, che, ancora oggi, non hanno avuto un epilogo chiarissimo e nella cui società, al tempo controllata dalla famiglia Campochiaro, Castaldo era titolare di un posto nel collegio dei sindaci. Anche Campochiaro si accorse che Giudicianni era uno sveglio e, dato che c’era da nominare il presidente della Stu, pensò, ovviamente dopo essersi consultato con Castaldo, che fosse proprio Giudicianni l’uomo giusto. E così avvenne. In questi anni Giudicianni ha guidato la società, che, invece di produrre opere, è diventata una sorta di vivaio, di allevamento per politici, professionisti e imprenditori in carriera: Giudicianni è, infatti, diventato sindaco, ancora una volta su indicazione di Campochiaro; Castaldo, il quale ricorda bene che a Santa Maria hanno contato sempre i vicesindaci e non i sindaci, si è appollaiato sulla poltrona di vicario, Tartatone ha realizzato un dei più imponenti business degli ultimi vent’anni con la costruzione dell’alveare di piazza Padre Pio.

martedì 3 febbraio 2009 Gianluigi Guarino

Nessun commento:

Posta un commento

Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


cavalli

cavalli

BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

CAF

SERVIZIO CAF PRESSO LA NOSTRA SEDE IN C.SO ALDO MORO N.73 AVETE A DISPOSIZIONE UNA SERIE DI SERVIZI UTILI:

1. MODELLO ISEE

2. MODELLO ISEEU

3. BONUS E RIDUZIONE CANONE

4. TELECOM, GAS, ENERGIA, ACQUA

5. MODELLO RED

6. MODELLO 730

7. MODELLO 740

8. MODELLO ICI

9. ASSEGNI PER NUCLEO FAMILIARE

10. ASSEGNI DI MATERNITA’

11. MODELLO UNICO

12. ICRIC, ICLAV, ACCAS/PS

13. SOCIAL CARD

14. SUCCESSIONI

15. TRASMISSIONE TELEMATICA

16. CONTRATTI DI AFFITTO

17. MODELLO EAS



SERVIZI PROFESSIONALI:

1) CONSULENZA E ASSISTENZA LEGALE

2) CONSULENZA FINANZIARIA

3) CONSULENZA AZIENDALE

4) PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA

5) PRATICHE CATASTALI

6) ESECUZIONI E LAVORI CHIAVI IN MANO



SERVIZIO PATRONATO:

1. INVALIDITA’ CIVILE

2. ACCOMPAGNAMENTO

3. PENSIONI INPS – INPDAP

4. INFORTUNI SUL LAVORO

5. DISOCCUPAZIONE

6. RECUPERO CONTRIBUTI

7. MEDICINA LEGALE

8. LAVORO

9. FAMIGLIA

10. COLF E BADANTI

11. PRESTAZIONI ASSISTENZIALI

12. PREVIDENZA COMPLEMENTARE

13. IMMIGRAZIONE

STUDIO TECNICO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA, PRATICHE CATASTALI ED URBANISTICHE, ARCHITETTURA PER INTERNI




ascolta la riscossa della città

CANZONE DI ANTOINE: QUALUNQUE COSA FAI TI TIRANO LE PIETRE.....

FINALMENTE!!

FINALMENTE!!
Clicca sull' immagine

Studio Legale

LAVORI PUBBLICI

PUBBLICHIAMO LE FOTO DELLE OPERE PUBBLICHE PER LE QUALI INIZIERANNO PRESTO I LAVORI .SALVO RITARDI DOVUTI ALLA SCELLERATA AZIONE DI SFIDUCIA CHE COMPORTERA' AUMENTO DI COSTI E PERDITE DI FINANZIAMENTI

RECUPERO STRUTTURALE E FUNZIONALE DELL' EDIFICIO DELLE SCUOLE ELEMENTARI "PRINCIPE DI PIEMONTE"

IMPORTO FINANZIAMENTO

euro 2.330.ooo,oo

SCUOLA PRINCIPE DI PIEMONTE

SCUOLA PRINCIPE DI PIEMONTE

LAVORI PUBBLICI

PUBBLICHIAMO LE FOTO DELLE OPERE PUBBLICHE PER LE QUALI INIZIERANNO PRESTO I LAVORI .SALVO RITARDI DOVUTI ALLA SCELLERATA AZIONE DI SFIDUCIA CHE COMPORTERA' AUMENTO DI COSTI E PERDITE DI FINANZIAMENTI

RISTRUTTURAZIONE E AMMODERNAMENTO DEL PLESSO SCOLASTICO RIONE IACP

IMPORTO FINANZIAMENTO

EURO 700.000,00

IACP

IACP

lavori pubblici

PUBBLICHIAMO LE FOTO DELLE OPERE PUBBLICHE PER LE QUALI INIZIERANNO PRESTO I LAVORI SALVO RITARDI DOVUTI ALLA SCELLERATA AZIONE DI SFIDUCIA CHE COMPORTERA' AUMENTO DI COSTI E PERDITE DI FINANZIAMENTI

RIFACIMENTO PIAZZA SAN PIETRO

IMPORTO FINANZIATO:

euro 150.000,00

piazza San Pietro

piazza San Pietro

lavori pubblici

PUBBLICHIAMO LE FOTO DELLE OPERE PUBBLICHE PER LE QUALI INIZIERANNO PRESTO I LAVORI SALVO RITARDI DOVUTI ALLA SCELLERATA AZIONE DI SFIDUCIA CHE COMPORTERA' AUMENTO DI COSTI E PERDITE DI FINANZIAMENTI

PROGRAMMA DI RECUPERO URBANO COMPARTO C1 NORD OVEST – RIONE IACP

IMPORTO INTERVENTO:

euro 1.502.373,12

IACP

IACP

lavori pubblici

PUBBLICHIAMO LE FOTO DELLE OPERE PUBBLICHE PER LE QUALI INIZIERANNO PRESTO I LAVORI .SALVO RITARDI DOVUTI ALLA SCELLERATA AZIONE DI SFIDUCIA CHE COMPORTERA' AUMENTO DI COSTI E PERDITE DI FINANZIAMENTI

REALIZZAZIONE DI UN CAMPO SPORTIVO POLIVALENTE COPERTO IN VIA GIOTTO – RIONE IACP

IMPORTO DEL FINANZIAMENTO :

euro 512.000

iacp

iacp

arco adriano

PUBBLICHIAMO LE FOTO DELLE OPERE PUBBLICHE PER LE QUALI INIZIERANNO PRESTO I LAVORI .SALVO RITARDI DOVUTI ALLA SCELLERATA AZIONE DI SFIDUCIA CHE COMPORTERA' AUMENTO DI COSTI E PERDITE DI FINANZIAMENTI

RESTAURO CONSERVATIVO DELL’ARCO ADRIANO. SISTEMAZIONE DEL TRATTO DI VIA APPIA TRA ANFITEATRO ED ARCO ADRIANO

RICHIESTA FINANZIAMENTO

Euro 2.470.698,58

arco adriano

arco adriano

villetta l.sturzo

PUBBLICHIAMO LE FOTO DELLE OPERE PUBBLICHE PER LE QUALI INIZIERANNO PRESTO I LAVORI .SALVO RITARDI DOVUTI ALLA SCELLERATA AZIONE DI SFIDUCIA CHE COMPORTERA' AUMENTO DI COSTI E PERDITE DI FINANZIAMENTI

PROGETTO PER LA VILLETTA TEMPO LIBERO ALLA VIA L. STURZO

RICHIESTA DI FINANZIAMENTO:

euro 127.000,00

villetta l. sturzo

villetta l. sturzo

asilo nido

PUBBLICHIAMO LE FOTO DELLE OPERE PUBBLICHE PER LE QUALI INIZIERANNO PRESTO I LAVORI .SALVO RITARDI DOVUTI ALLA SCELLERATA AZIONE DI SFIDUCIA CHE COMPORTERA' AUMENTO DI COSTI E PERDITE DI FINANZIAMENTI

PROGETTO DI ASILI NIDO PER BAMBINI DA 0 A 36 MESI IN VIA ALBANA 107

TOTALE DEL FINANZIAMENTO:

euro 699.438,18

asilo nido

asilo nido

PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE