“Questa volta il sindaco è spacciato. Una condanna non gli’e la toglie nessuno!”, esclamò il sostituto procuratore Antonio, sorseggiando un cappuccino una domenica mattina in un bar di Piazza Bovio. “Cosa ha combinato mai, di così grave?” gli chiese il suo amico l’avv. Perelati, che era seduto accanto a lui. “Associazione a delinquere, corruzione, estorsione”. “Antonio, siamo alle solite, non puoi lanciare il sasso e poi nascondere la mano. Che diamine ha fatto il sindaco?”. “Leggiti questo”, ed il sostituto procuratore gli passò la fotocopia di un’ordinanza di chiusura inchiesta. L’avv. Perelati inforcò gli occhiali, lesse le prime due righe, e poi scoppiò a ridere “le prime ammissioni sulla vicenda Eurospinaci”. “Sono iniziati i primi interrogatori e sono venuti fuori i primi nomi, c’è un ecclesiastico, un abate di Montemaggiore,un napoletano, un assessore di S. Maria Maggiore, e un imprenditore del pesce, tale Francesco Cacace”. L’avv. Perelati con il suo solito piglio, non si scompose, ma continuò a stuzzicare l’amico sostituto procuratore, anche per la malformazione professionale di trent’anni di attività e, subito gli disse “non puoi accostare questi al sindaco, come fai, ci vorrebbero delle prove schiaccianti”. “Ci sono, ci sono” disse l’amico sostituto procuratore e iniziò a spiegare il teorema della Procura all’avv. Perelati, il quale man mano che ascoltava cambiava colore del viso, non riusciva a stare fermo sulla sedia e alla fine della spiegazione del teorema, l’avv. Perelati esclamò ”Questa non è politica, è un’organizzazione affaristica e dedita alla corruzione!”. L’avv. Perelati si girò verso il sostituto procuratore portandosi sul limite della sedia, mentre con le due mani si appoggiava ai braccioli per tenersi in bilico disse: “Vediamo se ho capito bene; un dipendente Enel compra un terreno agricolo per 40000,00 Euro, fanno una conferenza di servizi e trasformano in edificabile il terreno modificando l’uscita del casello autostradale per favorire la costruzione dell’Eurospinaci, il dipendente Enel incassa 800000.00 euro, l’abate di Montemaggiore, prende una mazzetta e la distribuisce con altruismo francescano a questo signore napoletano, all’assessore Camposcuro, all’imprenditore Cacace. Quindi il sindaco non poteva non sapere, e il dirigente dell’ufficio tecnico…”. A questo punto il sostituto procuratore lo interruppe “Il nome non è ancora venuto fuori, ma è questione di tempo perché c’è un’altra inchiesta partita dalle dichiarazioni di un pentito, un certo Totonno Pell ‘e uant che parla del sindaco e del dirigente dell’ufficio tecnico …”. L’avv. Perelati a questo punto lo bloccò “A quale amministrazione si riferisce il teorema?” “Probabilmente a quella condotta da Chiodice e Mazzietto.” “Gesù - affermò l’avv. Perelati - questa è una bomba all’idrogeno, qui ci sarà una reazione a catena perché uno chiamerà in causa l’altro”. “Hai capito bene - affermò il sostituto procuratore interrompendolo - la bomba sta arrivando dal pentito perché questo parla del dirigente Mazzietto per una nuova speculazione dove il proprietario del terreno è sempre il dipendente Enel”. L’avv. Perelati incominciò a sorseggiare il caffè e, con lo sguardo rivolto verso il Teatro Garibaldi, per un attimo restò in silenzio, le ultime parole del sostituto procuratore lo avevano colpito in modo particolare e continuò a pensare “Un dipendente Enel, ha uno stipendio da fame, come può pensare, organizzare e versare 200000.00 euro per costruire su terreni agricoli?” Si voltò di scatto verso il sostituto e prima che potesse porgli la domanda, non poté non notare un sorriso beffardo come se già la conoscesse “Ma allora qui c’è anche la criminalità organizzata!” “Lo sapevo che ci saresti arrivato - lo riprese il sostituto procuratore - nessuno ti trasforma i terreni agricoli in edificabili senza queste organizzazioni e tutto al di sopra dei cittadini”. L’avv. Perelati si alzò, gli allungò la mano per salutarlo e disse “Oggi non sarà una domenica tranquilla, quello che mi hai detto è estremamente pericoloso, si rischia la vita” e si allontanò con il cuore in gola".
I fatti sono immaginari e non hanno attinenza con la realtà e non possono trovare riscontro in una realtà giudiziaria, anche se la realtà a volte è molto più fantasiosa e imprevedibile degli uomini e delle loro menti.
Avv. Michele D’Abrosca
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