Un cono, ma dico, perché proprio un cono?
Vi prego, signori, un po’ di stile!
Cinque dicembre. L’avvento è ormai iniziato da una settimana e ogni città addobba le proprie strade. Si respira aria di Natale, di regali, di dolci mangiati davanti ad un camino. Fa freddo, ma il pensiero di vacanze e di festa scalda il cuore. Sarebbe una terribile ingiustizia, però, parlare di Natale senza nominarne il simbolo per eccellenza, che da secoli unisce le famiglie ed è la gioia di ogni bambino: l’albero di Natale. Ogni famiglia si appresta ad addobbare casa e a prepararla per l’imminente festività. E come per le famiglie, anche per una città un albero può essere motivo di gioia e felicità.
Anche il nostro comune, per quanto piccolo, vanta un’illustre tradizione in questo senso. Ogni anno, infatti, meravigliosi alberi dominano la nostra città. Basti pensare, senza andare poi così indietro nel tempo, al magnifico esemplare che l’anno scorso si trovava davanti alla villa comunale. Poco più di due metri di albero, se albero si può chiamare un esile fusto con meno di dieci rinsecchiti rametti, riempiva di felicità, o forse di riso, il volto dei passanti. Per non parlare di quei quattro fili di luci, ognuno di un colore diverso, che scendevano verticalmente dalla sommità della sventurata pianticella. Ma dico io, già l’albero è quello che è, almeno si poteva fare qualcosa di carino con le decorazioni. Quale disturbo dava avvolgere come si deve le luci intorno a quell’abominio? Cosa costava poi trovare quattro fili di luci dello stesso colore? Ma forse sono state perse le luci? Perfino la povera creatura cadde due volte solo per protesta! Ma se non volete ascoltare lei, ascoltare almeno le risate dei cittadini! Per non parlare del fatto che le luminarie furono attaccate senza aver fatto richiesta alla rete dell’Enel che poi le staccò, lasciando la nostra città senza illuminazione natalizia.
Dovettero, infatti, attaccarle ad un generatore per illuminare la scura notte sammaritana.
Allora si pensò che non si sarebbe potuti scendere più in basso, che Santa Maria non avrebbe più visto una creatura così aberrante. E invece, signore e signori, abbiamo sbagliato tutti!
Provate un po’ uscire una domenica mattina con la famiglia, con gli amici per trascorrere una piacevole mattinata all’aria aperta. State piacevolmente passeggiando per il corso quando vi si presenta alla vista un oggetto abbastanza inquietante proprio al centro dello spiazzo antistante la villa. “Cosa mai sarà?” Vi chiederete da lontano, ignorando quello che di lì a poco vedrete. Più vi avvicinate più si schiariscono i contorni di un cono bianco. Ebbene si, un cono bianco con una stella sopra. Ora vi chiederete : “Cosa ci fa un cono bianco proprio davanti alla villa?”

Nelle intenzioni originarie avrebbe dovuto essere una specie di albero di Natale stilizzato. Si, lo so, lascia basiti! Appena la struttura portante fu montata, tutti pensavano che fosse una cosa strana, ma che alla fine, in confronto a quello dell’anno scorso, fosse accettabile. Poi hanno iniziato a rivestirlo con una cosa bianca vergognosa. Avvicinandosi poi si nota che il rivestimento è fatto da tanti piccoli rettangoli di plastica bianca attaccati su un tendone che poi è stato avvolto intorno al cono. Ma erano solo a metà dell’opera. Il cono, infatti, poggia su una struttura cubica che dovrebbe essere, se si possiede molta, ma molta immaginazione, un vaso. O almeno così pensava chi, all’inizio, lo aveva visto scoperto. Comunque, poiché avanzava un po’ di telone bianco, qualcuno ha pensato bene di usarlo per coprire il cubo, ma aveva fatto male i conti. Solo due delle quattro facce rimaste vuote, infatti, sono state coperte. Ad ogni modo, son passati oltre ed hanno montato una fitta rete di lucine che nessuno mai ha visto accese. Evidentemente hanno trovato quelle perse l’anno scorso e vogliono utilizzarle tutte ora. Chissà quanta luce sprigioneranno… forse riusciremo ad attirare perfino gli alieni questa volta! Una volta ultimata questa operazione hanno lasciato tutto così e chi ha montato quell’orrore se ne è andato, lasciando due povere facce del cubo ancora spoglie. Poverine! Ma non temete, qualcuno di buona volontà ha pensato bene di coprirle con un lenzuolo! Ma per favore, abbiate pietà di noi poveri cittadini! Smettetela di turbare la già deturpata estetica della città!
Insomma, l’anno scorso quel povero albero è stato deriso da tutti e avevamo sperato di non dover mai sopportare un simile scempio, ma quest’anno si sono proprio superati! Ora dovremmo sorbirci fino a gennaio una sottospecie di enorme paralume ai limiti della decenza. Se l’anno scorso l’alberello ispirava prima risate e poi pietà, quest’anno solo disgusto e ribrezzo.L’unica cosa che resta da dire, cari miei, è che se prima avevamo toccato il fondo, ora abbiamo imbracciato una pala e ci siamo messi a scavare!
Un passante più volte disgustato
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