Insomma, nulla di nuovo sotto il cielo, quel patto, politicamente ribaldo, del “ribaltone” incrociava la benedizione degli imprenditori del mattone.
Il timore più che concreto che la prossima amministrazione non possa essere così compiacente, considerando che i vecchi interlocutori un minimo sputtanati, politicamente, lo sono, e ben difficilmente, pur rimanendo sicuramente a galla, grazie a un consenso clientelare frutto di anni e anni di utilizzo, diciamo così, improprio delle pubbliche risorse, riusciranno ancora ad essere utili e determinanti per i loro progetti. Questo spinge gli squali dell’economia del mattone sammaritana ad accelerare proprio in questi giorni, approfittando del fatto che il commissario prefettizio Pizzi poco conosce dell’origine di certe vicende e dell’eziologia di certe malattie.
Il tecnico sammaritano pare abbia già presentato un progetto al dirigente proveniente dal Comune di Caserta, Biondi, il quale, però, dato che il sottoscritto lo conosce benissimo, dato che al Comune di Caserta è stato, tutto sommato, il meno peggio di tutti, prima di dare il via libera ci penserà una trentina di volte e magari aspetterà la nuova Amministrazione per condividere con il livello quella che rappresenterebbe una responsabilità pesantissima, in considerazione delle vicende (come le vogliamo chiamare, “discutibili”?) che hanno riguardato questo storico manufatto. In poche parole, quello realizzato da Pellino, attraverso l’ingegnere Napoletano, è l’ennesimo tentativo di ottenere una concessione edilizia per l’area che fino a pochi mesi fa era occupata da quello che si conosceva comunemente come Mulino Parisi e che grazie ad uno stranissimo ma provvidenziale incendio (vedi foto) è stato raso al suolo zittendo così le voci che si erano innalzate a difesa dell’edificio in tufo , che seppur di non altissimo pregio, era rappresentativo nel suo genere .
Ma le voci di protesta non riguardavano solo la volontà di preservare le vecchie pietre ma erano soprattutto legate alla destinazione urbanistica dell’aria che secondo il PRG sammaritano vigente era destinata a strutture scolastiche , quindi “zona F” o comunemente di pubblica utilità.
Probabilmente , conoscendo gli usi e costui e la “giurisprudenza consolidata” dell’ufficio tecnico comunale sammaritano si tenterà di giustificare l’eventuale rilascio della concessione dicendo che il vincolo è decaduto e se così fosse già bisognerebbe chiedersi chi e perché non ha provveduto ad evitare tutto questo.
Ma anche in un simile caso l’area non diverrebbe automaticamente edificabile , o almeno non vi si potrebbe edificare con la stessa cubatura precedente (sarebbe il caso di ricordare che l’area ha una estensione di circa 12mila metri quadri) in quanto laddove anche fosse decaduto il vincolo, l’area diventerebbe zona bianca e cioè area la cui destinazione sarebbe da ridefinire nuovamente e non certo ad opera di un dirigente comunale così come è avvenuto per la costruzione Eurospin, questione per la quale l’ingegnere Napolitano qualche problemino l’ha dovuto affrontare, in qualità di referente politico locale che i proprietari della struttura commerciale avrebbero incontrato prima di riuscire ad ottenere la licenza edilizia e prima, secondo le accuse della Procura della Repubblica, di aver pagato i dirigenti regionali nei confronti dei quali è in corso un procedimento penale per le presunte tangenti intascate , pretese e ottenute per far rilasciare quella concessione in una area bianca appunto.
Chissà avrà pensato Pellino: vuoi vedere che se è andata bene ad Eurospin, che, al di là dei guai giudiziari, è lì vivo, vegeto e produce quattrini a cascata, può andare bene anche a me con l’area del mulino Parisi? D’altronde, se questo è un momento sfavorevole perché non c’è un’Amministrazione su cui Pellino, tutto sommato, aveva contato per avere copertura politica, può diventare un momento favorevole perché tutta la procedura possa dipanarsi a fari spenti, senza il problema di dover affrontare defatiganti discussioni in Consiglio comunale.
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