Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo,
ai santi e fedeli fratelli in Cristo dimoranti in Colossi grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro!
Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi,
per le notizie ricevute della vostra fede in Cristo Gesù, e della carità che avete verso tutti i santi,
in vista della speranza che vi attende nei cieli. Di questa speranza voi avete già udito l'annunzio dalla parola di verità del vangelo
che è giunto a voi, come pure in tutto il mondo fruttifica e si sviluppa; così anche fra voi dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità,
che avete appresa da Epafra, nostro caro compagno nel ministero; egli ci supplisce come un fedele ministro di Cristo,
e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.
Salmi 52(51),10.11.
Io invece come olivo verdeggiante nella casa di Dio. Mi abbandono alla fedeltà di Dio ora e per sempre.
Voglio renderti grazie in eterno per quanto hai operato; spero nel tuo nome, perché è buono, davanti ai tuoi fedeli.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 4,38-44.
In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.
Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.
Da molti uscivano demòni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro.
Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Guglielmo di Saint-Thierry (ca 1085-1148), monaco benedettino poi cistercense
Orazioni meditative, IV, 155
Là dove non si può dimorare, e dove si può andare avanti soltanto dopo aver sciolto i legami degli intralci carnali…, là dove Colui che è, senza dubbio non si lascia vedere così come è, ma dove tuttavia lo si sente dire: “Io sono colui che sono!”. Là, occorre ancora coprirsi il volto per non guardare il Signore faccia a faccia, ma ci si deve esercitare a prestare ascolto, nell'umiltà dell'ubbidienza, per distinguere ciò che Dio dice nel profondo del cuore.
Intanto, Signore, “nascondimi nel segreto della tua tenda” nel giorno della sventura; “nascondimi nel segreto del tuo volto, lontano dalla rissa delle lingue” (Sal 27,5; 31,21); perché hai messo su di me il tuo giogo così dolce e il tuo carico così leggero (Mt 11,30). E quando mi fai sentire la distanza fra il tuo servizio e quello di questo mondo, con la tua voce tenera e dolce mi chiedi se è più gradevole servire te, il Dio vivente, o gli dei stranieri (cfr 2Cr 12,8). Allora, adoro quella mano che pesa su di me… e ti dico: “Mi hanno dominato così a lungo, altri padroni diversi da te! Voglio appartenere solo a te, accolgo il tuo giogo, non mi pesa, perché il tuo braccio mi solleva!”
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