Certamente parliamo di un nosocomio con una lunga e nobile tradizione con reparti e medici che per anni sono stati punto di riferimento a livello provinciale e campano.
Stiamo assistendo al progressivo depauperamento di ogni risorsa umana dell’ospedale con medici e reparti che vengono interamente o parzialmente trasferiti in altri nosocomi come ad esempio la ginecologia e l’ostetricia ad Aversa.
E’ difficile continuare a sperare in politici che abbiano veramente interesse a salvare questo ospedale, in quanto bisognerebbe prevedere una modifica del piano sanitario regionale che attualmente posiziona in altre località i D.E.A. di II livello.
Resta il fatto che reparti con un’alta produttività sono ormai senza figure dirigenziali e i posti vacanti non vengono né occupati per concorso, né per incarico, lasciando i medici in una situazione di totale incertezza sul loro futuro professionale.
Per non parlare di reparti con due posti letto o addirittura nessuno ove si esplica solo attività ambulatoriale o di day surgery.
Se non verrà modificata a livello regionale la dislocazione dei D.E.A., non sarà possibile mantenere nel nostro ospedale branche di alta specializzazione come l’U.T.I.C., che è certamente un punto di riferimento per tutti i cardiopatici della nostra provincia.
Un’ultima domanda mi pongo: Riusciremo a salvare il nostro amato ospedale dal rischio di vederlo ridotto ad una struttura poliambulatoriale?
Se ciò non dovesse accadere, presso l’ospedale sarà possibile espletare solamente attività diagnostica o di prevenzione e tutti noi sammaritani saremo costretti a recarci in altre strutture dislocate nella provincia.
Speriamo che la nuova amministrazione comunale voglia intervenire con più determinazione nella difesa del diritto dei cittadini sammaritani ad una adeguata assistenza sanitaria.
Omero Simone
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