prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

martedì 3 agosto 2010

"Diamo voce alla gente comune"


"Quante voci polemiche sono pronte a levarsi ,oggi, contro l’elezione diretta dei Sindaci, dimenticando che essa fu, a suo tempo, introdotta da un Referendum che ci portò a scegliere tra il sistema elettorale proporzionale vigente e quello maggioritario, salutato come il “nuovo” , la riforma per eccellenza. Chi, al tempo, contrastò l’americanismo imperante della “legge truffa” fu definito tout court un “dinosauro”. Si ritenne, cioè, che il tanto agognato arricchimento democratico e l’eliminazione del regime dei partiti potesse essere attuato con plebisciti. L’effetto, però, facilmente prevedibile, è stato l’elezione di Sindaci generati da estemporanee aggregazione di voti e destinati a non avere nessuna continuità di rapporto con la base che li elegge, la quale, a sua volta, non è dotata di nessuna forma di comunica¬zione interna; nessuna struttura. In questo modo il Sindaco, si trasforma in un autocrate con¬trollato dai gruppi di pressione più forti. E’ il trionfo della personalizzazione.


Se qualcuno, però, in questo momento domandasse a me , proporzionalista convinto, se era meglio il sistema elettorale precedente , gli risponderei di no. La clientela politica, che era il fenomeno contro cui si era costruita, dopo la caduta del fascismo, la democrazia fondata sui partiti, ritornò , con il passare degli anni, in forme più vistose in quanto fu il partito stesso che consentì di mascherarla sotto l'aspetto della militanza. I danni provocati dalla partitocrazia sono stati , per tanto tempo, sotto gli occhi di tutti e da tutti additati con disprezzo. Si creò una doppia struttura di potere: la struttura istituzionale e quella parallela costituita dai partiti che si proposero come alternativa alle istituzioni.

E’ inutile far finta di dimenticare che la clientela è forte ( in tutte le salse elettorali) soprattutto nelle Istituzioni locali: è lì che il nesso tra il consigliere,1'assessore e il suo gruppo elettorale si fa sentire con più forza, è lì che si sperimenta l’accorpamento temporaneo e instabile di clientele diverse che permette l'annodarsi e lo snodarsi delle maggioranze, tanto più facilmente se si tratta di maggioranze gover¬nate da un solo partito o, in alternativa, da un autocrate, perché in tal caso le clientele sono ancora più sicure di poter condurre senza rischi i propri affari.

Allora il problema non sono le riforme elettorali / istituzionali.

E’ ormai da molto tempo che l’ oggetto della politica si è ridotto alla descrizione della città ideale, retta da un insieme di leggi, fondate sull'uso corretto della ragione e del territorio ( Platone già ne auspicava l’avvento nel 370 a. C. circa). Gli amministrati ( a partire dalla democrazia ateniese) si trovano, quindi, a dibattersi tra due fuochi: da una parte il governance che non manca, ogni giorno, di propinarci la lista della spesa delle cose realizzate, dall’altra l’opposizione sempre pronta ad indicare ciò che si poteva fare e, al contrario, non è stato concretizzato.

L'idea dominante in entrambi gli schieramenti ( che si legittimano a vicenda come la figura reale e quella riflessa in uno specchio) è che la virtù democratica per eccellenza risieda nella decisione e non, come dovrebbe essere , nell'esercizio della libertà da parte dei dominati che, pertanto, assumono la funzione di “parco buoi” interpellati solo in prossimità di scadenze elettorali e successivamente allontanati con fastidio da ogni processo decisionale.

“La democrazia- (diceva Fuocault)- non esiste solo in base al diritto di nascita, o di censo, dei cittadini, ma in nome del coraggio ( e aggiungerei dell’opportunità) dei singoli di dire ciò che pensano sulla cosa pubblica. Questo coraggio è l’unica garanzia per mantenere l'uguaglianza tra i cittadini.”

Domandiamoci quanti dei nostri rappresentanti Istituzionali a livello Comunale, che ora vorrebbero addirittura proporre , partendo dalle città , una nuova riforma contro l’elezione diretta dei Sindaci si sono ,poi, battuti nei Comuni per obiettivi più alla loro portata come le delibere di iniziativa popolare proposte da libere associazioni di cittadini. Quanti Consiglieri Comunali si sono accorti che l’Istituto Referendario previsto illo tempore dagli Statuti delle città giace tuttora senza un Regolamento d’attuazione e, pertanto, senza ali con cui volare?

Se una decisione esiste, essa è quella di chi dice la verità al potere e non si sottrae ai rischi che questo comporta, manifesta la sua singolare esteriorità rispetto alla politica, l’ irriducibile posizione critica di un uomo, o di una donna, rispetto al governo dello Stato. Dovrebbe essere questo l’obiettivo di ogni democrazia , contribuire a far crescere questo coraggio che si esprime nell'atto con il quale il singolo (e non più soltanto il «politico»-“il professionista rinomato”- “lo studioso” ecc. ) prende posizione rispetto alla propria comunità con lo scopo non di governare meglio , ma di trasformare la maniera di vivere sua e dei soggetti che gli sono intorno".
Gerardo D'Amore

di Gerado D'Amore

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


cavalli

cavalli

BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO MARIA DI MURO

BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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REALIZZAZIONE DI UN CAMPO SPORTIVO POLIVALENTE COPERTO IN VIA GIOTTO – RIONE IACP

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TOTALE DEL FINANZIAMENTO:

euro 699.438,18

asilo nido

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE