Ho già raccontato della disavventura capitata al sindaco Giudicianni che è stato il primo sindaco ad essere stato spernacchiato all’interno di una manifestazione religiosa che dura da 240 anni, ma la mia è stata una cronaca parziale che ha descritto solo la prima parte della processione; non avevo avuto notizie della seconda parte che ho appreso dalla penna dell’ottimo Antonio Tagliacozzi sulla Gazzetta di Caserta. La seconda parte, vale a dire il ritorno della processione nella Chiesa madre e quindi il volo del quadro della Vergine Assunta in Cielo verso il campanile, come vuole il rituale, prima dell’incendio di quest’ultimo, è stato interrotto da un guasto tecnico di trazione. Nell’immaginario questo è il secondo segnale negativo che per i fedelissimi sta a dimostrare tutta l’avversità della Madonna per il sindaco e la condotta di don Antonio che si è lasciato convincere e per quieto vivere ha abbozzato. Sappiamo tutti che non poteva fare diversamente, e conserva tutto il nostro affetto, ma mi pare di sentirla la nostra Vergine protettrice che si rivolge a don Antonio rimproverandolo: “Neh don Antò ma a chi me purtate? Chisto nun dice na verità manco quanne ‘lle spie che or’è. Vabbé il Padre Nostro predica che dobbiamo perdonare tutti, ma chist’ è n’esagerazione. Io pure debbo rendere conto, che gli dico quando salgo sopra, che ci hanno preso a pernacchi? In fondo pure Lui scacciò i mercanti dal tempio. Lo so lo so, il colpevole mi ha gia chiesto perdono e mi ha giurato che non ce l’aveva con me, ma i nostri fedeli sono rimasti colpiti, non s’era mai vista una cosa del genere. Togliamo quest’abitudine, negli ultimi anni me ne fosse capitato uno buono! Prima Iodice con
Santa Maria Capua Vetere “Festa dell’Assunta” Ultimo Atto (speriamo!)
Mi raccontano che nel finale, vale a dire nella serata dei fuochi in aria che come da copione permettono ai fuochisti di gareggiare tra loro inventando, nel cielo buio fantastici disegni e colori surreali che trasmettono allegria e voglia di vivere, in p.zza 1° Ottobre, dopo la prima performance è calato il silenzio. La folla in attesa, dopo aver aspettato un ragionevole lasso di tempo, si è allontanata delusa, ancora una volta, e non facendo mancare manifestazioni rumorose(leggi fischi e pernacchi) a testimonianza del proprio dissenso. Qualcuno ha detto: come si fa a chiudere il vecchio con il nuovo? Ecco, nell’immaginario Sammaritano questo è il terzo segnale che la città ha ricevuto per farci ricordare che la processione è una cosa seria e non può ospitare chiunque. Una manifestazione civile/religiosa deve difendere la sua sacralità e la sua spiritualità evitando coloro che “salmeggiano sugli altari e scorreggiano in sacrestia” e deve altresì scoraggiare i “pirana pavoneggianti” che amano godere dei riflettori del palcoscenico ferragostano. Al comitato dei festeggiamenti dobbiamo dire che nonostante “l’aiuto” dato loro da quei consiglieri comunali che l’UDC definì “indegni perpetui” hanno fatto più di quanto ci si aspettava, un grazie a loro, al presidente Don Francesco Pappadia ed un affettuoso abbraccio al nostro
Don Antonio Pagano.
In attesa della resurrezione
Monsignor Perrelli
Nessun commento:
Posta un commento