“La tutela del tribunale civile e, naturalmente, dell’intero foro sammaritano è tra le grandi priorità della nostra città. Anche se, purtroppo, devo dire che questa Amministrazione Comunale e le precedenti non hanno fatto e non sta facendo molto per la sua salvaguardia!”.
Pensieri e parole, queste, dell’avvocato Pasquale Mercone fino a poco tempo fa storico esponente della Democrazia Cristiana di cui, in provincia di Caserta, sin da giovanissimo ha ricoperto prestigiose cariche.
“A dire il vero, non ho mai creduto che fosse stato indispensabile spostare il Tribunale civile dalla sede di piazza della Resistenza ai locali di via Santagata- spiega lo stesso noto professionista forense- in quanto per i civilisti e i magistrati sarebbe stato , addirittura, meglio celebrare le cause tra i corridoi dell’edificio vicino le Poste centrali che in alcune aule di via Santagata. Ma le mie perplessità sono anche di altra natura: non so dire, con esattezza, quanto siano costati i fitti decennali nella sede attuale del Civile; né tantomeno quanto sia stato speso per la manutenzione ordinarioa di quei locali in uffici giudiziari. Ma è facile immaginare che con i soldi spesi si sarebbe potuto comprare quei locali ed esserne oggi i proprietari evitando, tra l’altro, anche la figuraccia di uno sfratto per morosità che dovrebbe diventare eseguito il 31 gennaio del prossimo anno. Ma, ritornando alle origini dell’accaduto, alla sede di via Santagata sarebbero stati di gran lunga preferibili alcuni edifici storici del centro sammaritano che erano già disponibili all’epoca come Palazzo Cappabianca , l’ex Casa comunale sempre in piazza della Resistenza o come la caserma Mario Fiore a cui- oggi- potremmo aggiungere Palazzo Melzi o l’ex Palazzo del Fascio che è stato sede per tanti anni del Commissariato di Pubblica Sicurezza. Comunque sia, va, allo stesso tempo, rimarcato come il trasferimento del tribunale civile dal cuore dell’Antica Capua abbia comportato solo danni alla città: danni all’immagine della stessa, danni alle attività commerciali e danni per gli stessi operatori del diritto. Sarebbe, dunque, molto preferibile che il Civile venisse ricollocato nel centro storico della nostra Santa Maria Capua Vetere”.
Il futuro, però, resta una incognita. Poche settimane fa, infatti, si è appreso dalla stampa che i costruttori Coppola hanno avanzato la disponibilità di accogliere gli uffici giudiziari in alcuni loro fabbricati ubicati nella città capoluogo di provincia; mentre la maggioranza consiliare ha bocciata una mozione- inoltrata dalle consigliere Emilia Borgia e Maria Limardi- finalizzata a una seduta consiliare aperta con un solo punto all’ordine del giorno: il futuro del tribunale.
“Sono anni e anni che la città di Caserta tenta di appropriarsi del foro sammaritano- chiosa l’avvocato Pasquale Mercone- ma se finora ciò non è avvenuto è perché- nel corso dei decenni- abbiamo avuto politici del calibro del senatore Giacinto Bosco o di Nicola Di Muro che hanno difeso la città da questa scellerata ipotesi di trasferimento altrove. Oggi, purtroppo, devo dire amaramente che i tempi sono cambiati. Ma cambiati in peggio. E siamo alle prese con una classe dirigenziale che non solo fa da argine contro le mire casertane ma che, addirittura, in qualche suo esponente potrebbe essere accondiscendente verso una situazione del genere che rappresenterebbe l’ennesimo schiaffo in faccia ai sammaritani. Detto questo, non mi meraviglia neanche più di tanto che la maggioranza consiliare abbia bocciato la mozione in questione. E questo per due buoni motivi. Da un lato, infatti, significava ammettere il fallimento dell’Amministrazione Comunale per il futuro del Foro dopo che il sindaco Giudicianni, finanche contro l’evidenza dei fatti, non voleva ammettere il provvedimento di sfratto. Dall’altro canto, poi, significava riconoscere un ruolo e una funzione alla brava avvocato Borgia dopo che essa stessa compulsata dal Sindaco in persona si rifiutò di occuparsi- per la maggioranza- delle questioni forensi legate alla sede rifiutando, in tal modo, un prestigioso incarico di grande visibilità.”
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