Il pubblico ufficiale che, attraverso degli artifici, si appropria di somme di denaro, commette i reati di peculato e di truffa.
Se, perciò, un dirigente comunale, aumentandosi lo stipendio, si appropria di somme di denaro della pubblica amministrazione in modo illecito, risponderà dei sopra citati reati.
Se, poi, l’INPS (ente preposto ad erogare la pensione ) avvisa il sindaco e gli uffici competenti del comune presso il quale quel dirigente lavorava, che costui per anni ha illegittimamente percepito delle somme a titolo di stipendio e costoro, facendo ‘orecchie da mercante’, non intervengono nei suoi confronti per richiedere la restituzione del maltolto, essi, è chiaro rispondono, quantomeno, di omissione in atti d’ufficio.
Se, poi, l’assessore alle finanze ed al bilancio di quello stesso comune, emette una nota scritta con la quale si chiede all’ex dirigente comunale di restituire le somme percepite illegittimamente, vi è la prova del peculato e della truffa.
Se quello stesso dirigente, ormai in pensione, sia, attualmente, per esempio, un consigliere in forza alla maggioranza del governo cittadino e lo stesso giorno in cui riceve la nota scritta dall’assessore al bilancio ed alle finanze (con la quale gli si intima di reintegrare le casse comunali dei soldi percepiti in modo truffaldino) chieda ed ottenga dal sindaco in carica il ‘defenestramento’ di quello stesso assessore, c’è poco da discutere, sussiste il reato di associazione per delinquere (il sindaco non può mandare a casa l’assessore, solo per aiutare il consigliere comunale di maggioranza – al quale ha già fatto il favore di assumere il figlio nei vigili urbani - a ritardare il versamento delle somme illegittimamente percepite ).
Se, poi, per giunta, questi avvenimenti sono pubblicizzati da più di un anno da un giornale locale che ogni settimana distribuisce più di 3000 copie e la magistratura non interviene nemmeno per lo sfizio di sapere cosa effettivamente stia succedendo all’interno della casa comunale, si deve pensare che poca voglia ci sia di scoperchiare le tante magagne di una delle tante amministrazioni di centro sinistra targate Bassolino.
Più passa il tempo e più viene voglia di dare ragione a Berlusconi: i magistrati fanno a gara a proteggere i politici di centro sinistra e usano tutte le strategie possibili per provocare danni al centro destra.
La paradossale situazione in cui vive la città del foro (centinaia sono le denuncie contro i pubblici amministratori locali chiuse nei cassetti dei pubblici ministeri) ricalca in maniera esemplare quella a carattere nazionale.
Nel nostro piccolo, è inutile dirlo, stiamo sperimentando ciò che in scala più larga sta succedendo a Roma ed a Milano, dove decine di milioni di persone non potranno godere, a causa dell’intervento della magistratura, di un diritto loro garantito dalla costituzione: quello di scegliersi i rappresentanti istituzionali.
Esiste, perciò, un unico disegno politico volto a rendere il centro destra privo di rappresentanti locali.
Magistrati, infatti, sono quelli che impediscono nel Lazio ed in Lombardia a decine di milioni di persone di votare per i candidati del centro destra alla regione, magistrati sono quelli che conservando nei cassetti delle loro scrivanie le denunce contro gli amministratori locali del centro sinistra a S. Maria C.V., impediscono di fatto il rinnovamento della classe politica.
Comunque sia, se Sparta piange Atene non ride.
Il caso Napoli è altrettanto eclatante.
La Corte Europea di giustizia , si badi bene , con sede in Lussemburgo , ha già emesso una sentenza di condanna contro l’Italia per la cattiva gestione dei rifiuti in campania durante l’anno 2008.
I magistrati della Procura di Napoli, per questi stessi ed identici fatti, stanno ancora facendo le indagini.
Sono così lunghe perché l’indagato è Bassolino? Domanda retorica, certo che si.
La Corte di Appello di Milano ha sancito che : “ il diritto al voto deve essere riconosciuto a tutti i cittadini, però nei limiti delle leggi e dei regolamenti…”.
Dunque un regolamento male interpretato può portare all’esclusione del diritto al voto di decine di milioni di cittadini italiani, così inficiando ‘la volontà’ della carta costituzionale.
Guarda caso chi interpreta i ‘limiti’ della norma e dei regolamenti elettorali sono i magistrati.
L’equazione è semplice: il diritto esiste, ma sono i giudici a stabilire come, dove, quando e perché i cittadini italiani possano andare al voto e quindi esercitare un diritto loro garantito dalla costituzione.
Ciò detto, pensate ancora che si possa credere alla storiella dello stato di diritto da cui si ricava che tutti dovrebbero sottostare alla legge e che la costituzione dovrebbe essere garantita e rispettata?
Facciamo pure il caso che a Roma , i dirigenti del PDL, abbiano tardato di 5 minuti il deposito delle liste elettorali.
E’ possibile che questi 5 minuti di ritardo possano compromettere il diritto al voto di milioni di persone e che tutti coloro che si identificano nelle idee di Fini e Berlusconi (la maggioranza, appunto) debbano essere privati del loro diritto di vedere la regione Lazio guidata dai loro rappresentanti?
In altre situazioni si parlerebbe di colpo di stato, in Italia di inosservanza di regolamenti e …. guai a chi critica i magistrati.
Il centro sinistra ormai è alla frutta; prende legnate e batoste elettorali da anni e non riesce in nessun modo ad arginare il fenomeno Berlusconi.
L’unico sistema che avevano i giovani leninisti ( sempre democratici ….. a cavoli loro ) per arginare l’ennesima sconfitta elettorale, era quello di impedire ai candidati del centro destra di potere essere votati.
Sembra proprio che ci siano riusciti.
Del resto leggi e regolamenti li gestiscono i magistrati ad essi organici (ma veramente pensate sia stata un caso che, dopo avere inquisito Fitto ed avere su di lui indagato per anni, il Procuratore della Repubblica di Bari si sia candidato nelle liste del centro sinistra?) e ne stabiliscono limiti ed applicazioni.
Ma il centro destra, che per ora si è arroccato nell’esternare pubblicamente frasi di circostanza, davvero resterà a guardare?
Non crediamo nella sommossa di popolo ma nella corretta riforma della magistratura, si.
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